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"Valentino Vigato, per tutti "Brunetto" (nomignolo attribuitogli negli anni ruggenti per la sua carnagione scura) oggi è un ragazzino di 81 anni ma dalle parti del Filadelfia è sempre un'istituzione. Entrò nel Torino come magazziniere negli anni Cinquanta che non era nemmeno ventenne e decise di abbandonare dopo la finale di Coppa Uefa del 1992 ad Amsterdam ("Il presidente - Borsano, ndr - non voleva andassi in pensione, ma ormai mi ero stancato di lavorare", dice sorridendo). Decenni di Filadelfia lo rendono un'enciclopedia vivente del Toro, così come il fratello Tony, che segue ancora la squadra. Brunetto invece non si vedeva al Filadelfia da qualche tempo. Ma l'iniezione di "granatismo" portata dall'arrivo di Moreno Longo in panchina ha contagiato anche Brunetto, che ieri è tornato a godersi un allenamento del Torino dalla tribuna principale. Lo incrociamo per una veloce chiacchierata: il suo parere sull'importanza del Fila ha sicuramente qualche significato.
""Da mesi e mesi che dico che il Filadelfia deve essere aperto. Non dico sempre, ma almeno un paio di giorni alla settimana. Per me è uno stimolo per i giocatori, che sanno che qualcuno li osserva (oltre all'allenatore naturalmente), e dunque sono più motivati ed entusiasti nell'allenarsi - racconta Brunetto, sveglio e vispo come sempre -. "E secondo me deve restare aperto anche dopo una sconfitta, senza paura di contestazioni; nella sua storia il Torino ne ha incassate diverse ma poi ha sempre reagito con l'aiuto dei tifosi. Speriamo ora che un'altra reazione si possa vedere sabato con la Sampdoria...".
"Brunetto non si perde una partita del Torino. "La squadra? Io ho fiducia. Ma una svolta in panchina ci andava a mio parere, e già da un po'. Ora non è tardi perchè ci sono ancora diverse partite di campionato, ma forse ci si poteva pensare anche prima. Comunque la stagione non è ancora finita, vincendo sabato può già esserci una scossa". L'arrivo di Longo rende ottimista Brunetto: "Moreno è un ragazzo eccezionale, l'ho seguito da ragazzino. Sa come bisogna trattare i tifosi. E' un ragazzo che ci andava, sa quali sono le esigenze della piazza. Una di queste è quella di mantenere vivo il rapporto con la squadra e dove si può farlo se non al Filadelfia?". E se lo dice lui, che qualcuna in vita sua ne ha viste, possiamo fidarci.
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