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“Bruno Neri, il calciatore partigiano”, presentato il libro di Massimo Novelli

“Bruno Neri, il calciatore partigiano”, presentato il libro di Massimo Novelli - immagine 1

In vista del 25 aprile, Massimo Novelli ha presentato il suo libro sull'ex granata morto per difendere la libertà

Redazione Toro News

Per celebrare la 77esima Festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, Massimo Novelli ha presentato a Melfi, nell'Aula Magna del locale liceo scientifico, il suo libro "Bruno Neri, il calciatore partigiano", inaugurando così il programma di eventi che l’Amministrazione comunale, la locale sezione dell’Anpi, l’Associazione e la Fondazione Nitti hanno organizzato in vista del 25 aprile.

NOVELLI - "Il libro - ha detto lo stesso autore - racconta la storia di Bruno Neri,giovane calciatore del Torino che cresce nell’Italia fascista e che prende coscienza della dittatura tanto che quando smette di giocare sceglie la montagna, diventando un comandante partigiano. Pagherà a caro prezzo la sua scelta di libertà, venendo ucciso dai tedeschi sull’appennino tosco-romagnolo il 10 luglio del 1944, ma resta un esempio per tutte le nuove generazioni, specialmente in questo periodo storico. Inoltre, è anche l'ennesima testimonianza di come quella del Torino sia una storia diversa fatta anche di calciatori antifascisti come Neri e Staccione, ma anche di diversi calciatori del Grande Torino che, dopo la Liberazione, disputavano partite per raccogliere fondi da devolvere alle famiglie dei partigiani morti".

TARTAGLIA - All’evento, coordinato dalle docenti Marilena Buonadonna e Maria Rosaria Monaco, hanno partecipato le classi quarte dell'istituto ed hanno presenziato l’assessore Adriana Gallo, la presidente dell’Anpi di Melfi Anna Martino e una delegazione del Toro Club Melfi che ha promosso l’iniziativa culturale. Il Presidente del Toro Club, Gianluca Tartaglia, ha così commentato: “Abbiamo scelto di presentare questo libro dal grande spessore valoriale in questo istituto non solo perché esso si apre volentieri alla sollecitazioni della società civile, ma anche perché in esso operano dei docenti che, come noi, hanno una grande sensibilità verso questi temi, capiscono l’importanza di alimentare il ricordo di fatti  accaduti più di settanta anni fa e di tramandare alle nuove generazioni i grandi valori legati ad essi affinché gli stessi siano salvaguardati".