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Cairo si racconta durante Open Mind

Edoardo Blandino
di Edoardo BlandinoNon sempre un Presidente di una squadra di calcio viene intervistato dai giornalisti. Alcune volte capita che un’associazione come Open Mind organizzi degli incontri tra ospiti famosi e giovani torinesi permettendo ai...

di Edoardo Blandino

Non sempre un Presidente di una squadra di calcio viene intervistato dai giornalisti. Alcune volte capita che un’associazione come Open Mind organizzi degli incontri tra ospiti famosi e giovani torinesi permettendo ai ragazzi di interrogare uomini e donne di successo per capire le loro storie, le opportunità che hanno incontrato nella loro vita, le loro passioni e i princìpi che li hanno guidati nell'affrontare la vita adulta. Ecco così che Cairo si ritrova a rispondere per un’oretta abbondante alla domane di un centinaio di ragazzi in Piazza Castello. Il patron granata interviene con piacere ed entusiasmo a tutte le questioni che gli vengono sottoposte, perché «cerco di trasmettere il più possibile ai giovani. E’ giusto che ognuno faccia le proprie esperienze e, se vorrà, potrà trarne del beneficio. Noi possiamo solo mettere a disposizione la nostra esperienza e sperare che possa servire».

Gli argomenti toccati spaziano a 360 gradi, dalla famiglia alle passioni, passando per il lavoro ed il Torino. Si scopre così che il libro che più lo ha influenzato è stato ”Power of Positive Thinking” di Norman Vincent Peale («Credo che sia importante vedere sempre il lato positivo in tutto. Perché ognuno di noi utilizza solo il 10% delle proprie capacità e se scava a fondo può trovare delle energie inaspettate per uscire da qualsiasi problema») e che non ha particolari hobby per via del poco tempo libero, ma che gli piacerebbe tanto «prendere un "sabbatico". Vorrei tanto staccare la spina per sei mesi o un anno e andare in Argentina». Gli piace molto la competizione che ritiene essere «il sale della vita». Si può anche perdere «ma è importante che una sconfitta non ti butti giù di morale. Anzi, deve stimolare ed essere un punto di partenza da cui ricominciare per fare meglio». Poi, davanti ai ragazzi che assistono, esce fuori il Cairo-padre che afferma: «E’ molto importante studiare. Solo così si può andare avanti nella vita, perché lo studio ti prepara alle sfide successive».

Si arriva poi anche a parlare di Toro e delle recenti vicissitudini. Una domanda piccante riguarda Ogbonna e le sue recenti dichiarazioni di voler giocare prossimamente in un club competitivo. «I giornali tendono ad ingigantire tutto. Forse è stato un po’ ingenuo, anche se mi sono informato bene e in realtà non ha detto proprio quelle parole. In ogni caso è giusto che un ragazzo punti sempre al meglio e spero un giorno di costruire una squadra importante come lui desidera». In fondo i ragazzi sono il futuro del club e il Toro si sta muovendo per creare una base solida ed importante. Il primo punto arriverà dal rinnovo di Rubin («Foschi ha il mio mandato e se ne sta occupando»), poi bisognerà migliorare il settore giovanile. «Abbiamo ricominciato da zero dopo il fallimento e non è stato facile. Tutti i ragazzi più in gamba giocano già in altre squadre, ma anche noi ci stiamo dando da fare. È venuto fuori Ogbonna e poi non dimentichiamo un certo Suciu attualmente in prestito. Poi con Foschi stiamo valutando alcuni ’93 e ’94 molto interessanti». Il presidente rinnova poi la sua volontà di portare avanti il progetto-Fila, ma «non da solo, bensì insieme al comune: questo stadio è un patrimonio della città». Perché in fondo, sarebbe davvero bello ritrovare una squadra vincente nel tempio che le è sempre appartenuto: il Filadelfia.

(Foto: da Torinofc.it)