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mondo granata
La Maratona degli anni d'oro: innovativa, ruggente, spettacolare, spaventosa. Un muro umano. Con un cuore centrale formidabile e una periferia più tranquilla ma capace di scatenarsi in un secondo. Il vecchio Comunale. Ne riparlo a grande richiesta. No, è esagerato: ne riparlo a media richiesta. Grandi capi Ultras come Strega e Margaro. Lo Scudetto del 1976 e il mare di bandiere. I Fedelissimi di Cucciolo e Trabaldo. Da un certo punto in avanti anche i Korps e, avanti e indietro nel tempo, tanti altri gruppi, più o meno "corposi", in appoggio. Primi anni Ottanta. Le coreografie del Pittore con i suoi Leoni. Il bandierone a tutta curva. Il grande Toro in verticale e il derby del 3 a 2. I due Tori in verticale che si guardano tra di loro. Carrucole, corde, decine di uomini dal mattino, per preparare tutto. Si lavora tanto, in settimana e la domenica. I Leoni, con qualche auto e soprattutto due furgoni da elettricista di proprietà di Franco detto Cambogia. La moglie. Il figlio Enzo detto Cambogia. I loro familiari. Giovani e meno giovani. Maschi e femmine. Tutti detti Cambogia. Franco e il suo amico Leo alla guida dei due feroci veicoli. Franco e Leo sono dei veri duri (dal cuore tenero), con baffoni da Far West, tra l'altro. Della serie: "Io non ti cerco, ma se ti trovo…". Cosa trasportano questi potenti cabinati? Materiale coreografico stipato all'inverosimile, mischiato a giovani tifosi birichini e squattrinati che stabiliscono il record del mondo di persone ammassate dentro a un mezzo a quattro ruote. Non ricordo quanti tifosi fossero, esattamente, ma… tanti. Senza i furgoni di Franco la Maratona non sarebbe la stessa, come si potrebbe trasportare tutto quel materiale così ingombrante dentro lo Stadio? Ci vorrebbe una ditta di traslochi. Franco è calabrese di origine, la figlia Deborah afferma che è nato Granata, così, da sempre; i biografi raccontano che da giovanotto emigra in Canada con il solo scopo, sembrerebbe, di fondare un Toro Club e organizzare un corteo per festeggiare qualcosa. Ecco, infatti, cosa mi racconta il mitico Cambogia senior: "Il 16 maggio 1976 più di cento tifosi hanno sfilato per il centro di TOROnto, pensa. Tutti dietro ad un'auto addobbata con i nostri colori. Ho organizzato la coreografia per festeggiare lo Scudetto, grazie anche al materiale che Ginetto Trabaldo mi ha inviato da Torino. Una televisione canadese ci ha dedicato un servizio. Poi sono rientrato in Italia e, non so bene come, mi sono ritrovato con i Leoni della Maratona, che erano appena nati. C'erano Piero il Macellaio, Giacoli, i fratelli Dicembre, Marcello, Leo, Carmelo e molti altri. Abbiamo dato spettacolo e ci siamo fatti rispettare. Forse non ci siamo comportati sempre benissimo, eravamo un po' tremendi, ma abbiamo realizzato coreografie mai viste prima, in nessuna parte del mondo. Cose da pazzi. Il Carnevale di Rio... il Pittore era un genio, aveva di quelle idee... se non avesse dovuto mollare... ah, se fosse rimasto sempre giovane! Cambiando discorso... ma lo sai che ti ho visto alla tele? E Enzo mi ha portato le stampe di alcuni tuoi articoli!". Franco (leone sì, ma anche generoso e altruista "cavaliere" d'altri tempi) e la moglie organizzavano anche grandi mangiate, cucinando sul posto, qualsiasi posto, aiutati da Barbara, la mamma di Fulvio; incredibili la grigliata nella piazza della stazione di Como in occasione di una trasferta, oppure la spaghettata – addirittura – direttamente sugli spalti della Maratona. Altro che tristi tornelli, aggiungo io, ai tempi cambogiani erano allegri fornelli... da campo... e pentoloni.Deborah mi racconta della mitica trasferta a Spalato, contro l'Hajduk: "Siamo partiti in diciotto, con due pullmini da nove posti. Che avventura..." Chiedo a Franco dove vive attualmente: "Sono tornato a vivere in Calabria, adesso rimarrò un po' a Torino per sistemare alcune faccende, poi andrò di nuovo al paese". Gli anni passano anche per una roccia come lui, gli amatissimi cani della famiglia non ci sono più, ma il suo cuore batte sempre forte per il vecchio Toro, grande passione della sua vita, di cui sa quasi tutto, anche sugli ultimi avvenimenti, nei dettagli. Lo saluto con un po' di tristezza, ripensando a tempi meravigliosi, in campo e sugli spalti: vorrei tanto che i giovani tifosi di oggi potessero provare cosa vuol dire essere i più belli, oltre che dannati (cit.), come succedeva ai Granata della Maratona degli anni d'oro. Wooofff! Dottor Puzzetto (Percival Ulrico Zoroastro Zacintus Ermenegildo Theodor Theophilus Orson)Presidente Toro Club Amici a 4 zampemailto:dottor.puzzetto@toronews.net
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