di Paolo Pupillo
mondo granata
Cappuccino granata
Buongiorno Toro...Ho passato il pomeriggio con un amico al Filadelfia e a Superga. Come? Di nuovo a Superga dopo il 4 maggio? Ancora al Filadelfia? Ma ci vai anche domenica mattina! E vabbè, ma non fa mica male, anzi… Ho un carissimo amico (15 anni di stadio insieme, un viaggio in Irlanda, concerti memorabili, una visita in ospedale fino a Nizza dopo aver rischiato la pelle sul Tenda… non un piciu qualsiasi: UN FRATELLO…) che ultimamente è molto abbattuto per via che non trova lavoro e aveva disperatamente bisogno di emozioni da rivivere con qualcuno che potesse capire, aveva bisogno di “ricaricarsi”… Questi sono tempi difficili, si sa… soltanto gli ottusi possono dire “tutto va bene, madama la marchesa”. Persone dotate di cuore e sensibilità soffrono più delle altre, e purtroppo tendono a rinchiudersi in se stesse e devono ricaricare le pile in qualche modo. Quando attraversiamo questi momenti, tendiamo naturalmente a rifugiarci in porti dove le facce dei marinai sono conosciute e sono facce amiche… quello splendido porto che ci hanno insegnato fin da bimbi a chiamare “vecchio cuore granata”. Un porto in cui i legami sono forti e saldi anche se poco frequenti, un porto in cui puoi abbracciare un fratello e fottertene se qualcuno ti urla “Finocchietti” da un’auto in corsa, un porto dove puoi guardare tuo fratello negli occhi e ridere sguaiatamente se uno ti urla “giuve!” guardando la tua maglia granata mentre sei a Superga.I latini parlavano di “compatire” nel senso di “cum patior”, cioè “patire insieme”, ovvero saper condividere anche i momenti brutti, perché non siamo fratelli solo quando le cose vanno bene (per quello, ci sono i rigatini) ma soprattutto quando vanno male… Il matrimonio deve sopravvivere “nella buona e nella cattiva sorte” e non sono parole campate in aria… Nessuno può dividere ciò che il Toro ha unito… Ora e per sempre…
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