Buongiorno Toro... il leitmotiv di questa stagione, anche di altre ma vorrei concentrarmi su quella ancora in corso, è che i giocatori non sono attaccati alla maglia in senso assoluto ed anche in senso relativo. Noi siamo attaccati alla maglia, loro no. Il Toro siamo noi, loro no.E' vero, è tutto vero ma non avevo mai riflettuto su un piccolo particolare che mi era sfuggito fino a due giorni fa.Un tempo, qualche decennio fa e non nella notte dei tempi, i giocatori avevano poco. Ingaggi non stratosferici e si dovevano guadagnare la pagnotta (anche se sicuramente più saporita di quella di un operaio, di un impiegato, di un maestro). Andavano ad allenarsi prendendo l'autobus. Ed avevano un corredo limitato: due maglie con le maniche lunghe e due con le maniche corte. Finita lì. Forse l'attaccamento alla maglia nasceva anche da quello.Quattro maglie. Finite quelle se le dovevano ricomprare. Per cui se ne prendevano cura, facevano in modo che coprissero le stagioni per cui erano state tessute e cucite.Non ci avevo mai pensato fino a che non sono stata al Museo del Grande Torino due giorni fa.Pulici (!) raccontava delle sue quattro maglie. E sorrideva. Con lo stupore di chi è sereno, con la serenità di chi lascia ancora spazio allo stupore.Doversi prendere cura di un oggetto o di un essere vivente significa imparare a custodire, a diventare custodia di qualche cosa di importante, sia esso un gioiello o un tozzo di pane. Significa trasmettere il valore e i valori. Non possiamo cambiare il mondo a questo punto... però possiamo provare a far sentire la nostra voce e farla diventare guida come la fu per spingere verso la porta quel Giocatore che parlava delle sue quattro maglie. Solo che toccherà a noi essere Puliciciclone. Crediamoci, non lasciamo nulla di intentato. Sempre (SEMPRE) forza Toro!
mondo granata