Buongiorno Toro... avete mai desiderato fortemente di non pensare a qualcosa e di non fare altro che trovare segni che vi rimandano al pensiero a cui non volete pensare? A me sì.La domenica si è chiusa con l'inevitabile caduta di speranza e di fiducia, il lunedì si è aperto con la partenza per la Provenza (non so se per amor di rima o di viaggio). Viaggiare ci aggradava ed allora ci siamo spinti in Camargue. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.Bene, per chi non ci fosse mai stato: la Camargue non è solo terra di cavalli in libertà e fenicotteri. No: è soprattutto terra di tori.Tori nei campi sconfinati, tori sui dipinti appesi alle pareti, tori nei menù (ahimè), tori nei gadget di varia natura. Vicino agli occhi, vicino al cuore.Ma facevo resistenza e scacciavo il pensiero. Fino a che non è giunto il mattino.La spiaggia sgombra, a parte qualche gabbiano, e poi io seduta sulla sabbia ad ascoltare “Sloop John B”. B, capite? Che cosa è mai cantare “Sembra impossibile...” in un'alba al mare... più o meno come andare a vedere Roma-Toro nell'ultimo giorno di maggio e sperare fino (quasi) alla fine senza avere nulla in cui sperare, entrare ed uscire dal Fila con il cuore spezzato ma in fondo: chi se ne frega.Non ho più nulla da provare in quanto a fede, non ho più nulla da provare in quanto a dispiaceri.La fiducia può vacillare (e vacilla pericolosamente), può essere riconquistata e deve provenire dai fatti. La fede no, la fede c'è o non c'è e va alimentata affinché si esprima a parole.Non trarrò le mie conclusioni ora ma alla fine del prossimo campionato, fermo restando che chi di dovere deve prendere coscienza del fatto che il Popolo Granata accetta qualunque caduta a patto che l'inciampo parta dalla buona fede. Già, si ritorna sempre lì: la fede, proprio quella roba indefinibile, che quasi tutto può e non tollera (più) di essere tradita o sottovalutata.
mondo granata