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mondo granata
di Guido De Luca
Cari angeli,vi scriviamo per chiedervi di aiutare il nostro Torino. Lo sappiamo che talvolta vi disturbiamo per pregarvi di venirci incontro, così come altre volte ci pensate voi senza che nessuno ve lo chieda. Forse vedete più in là nel tempo; conoscete già il futuro. Sorridete delle nostre paure e vorreste anche tranquillizzarci, ma sappiate che è molto difficile essere fiduciosi in questo momento. Domenica è il 4 maggio. Si gioca Torino-Napoli e il pensiero più immediato è che questa partita possa essere giocata un pochino anche da lassù. Come nove anni fa. Era il 1 maggio, la partita fu anticipata al sabato per permettere le celebrazioni del cinquantenario della vostra scomparsa il martedi’ successivo. Si giocava, pensate un po’ che coincidenza, proprio contro il Napoli. Il campionato era quello di serie B, e i nostri, allenati da Mondonico, lottavano per salire nella massima serie. La gara era decisiva e iniziò subito male. Gol dell’azzurro Shalimov per il vantaggio partenopeo. Per fortuna che Mauro Bonomi, detto il Pelato, e Marco Ferrante, il nostro bomber, riuscirono a ribaltare il risultato prima che le due squadre andassero a riposarsi negli spogliatoi. Alla ripresa del gioco, però, pareggiarono gli azzurri con Esposito e ci volle un miracolo di Pastine per evitare la terza rete. Un pareggio avrebbe deluso i tifosi e condizionato la settimana di celebrazioni che prevedevano anche un’amichevole tra una Rappresentativa dei migliori calciatori del campionato italiano ed il Toro di quei giorni. Serviva un miracolo per cambiare le sorti della gara. Le due squadre erano ormai stanche e rassegnate al pareggio, quando all’improvviso, ad una manciata di secondi dal fischio finale, Ferrante indovinò l’angolino giusto, in modo un po’ rocambolesco. Il pallone entrò in rete quasi per caso.E’ inutile che ve lo ricordiamo, sapete benissimo come era andata, così come vi ricordate tutte le altre partite giocate in questi cinquantanove anni dal vostro riposo.Ecco, quello che magari vi chiediamo, cari angeli, a costo di sembrare un po’ irriverenti, è di soffiare in rete, se fosse il caso, il pallone decisivo della partita di domenica prossima. Sapete, dopo una quindicina di pali che avrebbero potuto concretizzarsi in altrattanti reti per la vittoria, ci sentiamo un po’ in credito con la Dea bendata. Non vogliamo sembrare vittimisti: lo siamo e con ragione. Se poi non fosse necessario, godetevi la partita e raccogliete, orgogliosi, il tributo e gli omaggi che da sempre vi rendiamo, devoti e fedeli come poche altre comunità al mondo.Grazie di cuore e portate pazienza, ma la nostra religione siete voi.
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