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Buongiorno Toro...Innanzitutto una doverosa precisazione: questa rubrica viene scritta la sera precedente prima di cena e programmata per essere pubblicata il mattino seguente alle 5.00 (non fate quella faccia: i nostri server registrano letture già a quell’ora… la voglia di Toro sa essere fortissima, eheheh!), per cui i suoi contenuti possono essere talvolta smentiti e questo potrebbe essere uno di quei casi…Blerim, lo so che non leggerai, non sono mica (così tanto) cretino, però vorrei raccontarti lo stesso di quello che avrebbe potuto essere e che non è stato. Non conosco, ma immagino la tua infanzia segnata dalla guerra e dall’emigrazione verso la Svizzera. Come per molti emigranti di ogni etnia, il calcio è un veicolo per affermare se stessi nei confronti del paese ospitante e dei suoi abitanti. Fortuna ha voluto che tu ci sapessi fare per tecnica e grinta, e così dopo un anno disgraziato in Inghilterra, siamo arrivati noi a darti una chance (ti sei mai chiesto se sarebbe MAI arrivato qualcuno a considerare te e il tuo ginocchio malandato?)… Qui hai subito fatto volare la nostra fantasia con qualche giocata sopraffina e con la tua voglia di rincorrere ogni avversario, anche se sparivi regolarmente nelle partite fuori casa. Perdonami, ma in Lecce-Toro e Inter-Toro (le nostre migliori prestazioni esterne), io non ti ricordo affatto… E appena finita la stagione, hai subito detto: “Me ne vado”. Peccato, ragazzo. Il primo anno è stato accettabile, avresti potuto crescere con noi, diventare quell’emblema che Rosina non è stato, abbandonarci tra qualche anno, forse, per un Real Madrid anziché per un Palermo, oppure diventare il nostro ennesimo grande capitano guadagnando non poco, perché Cairo spende, talvolta male, ma spende…Dovrei augurarti il meglio? Escluso: non ci hai dato abbastanza… giocatori, allenatori, presidenti e tifosi passano, il Toro resta!
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