Buongiorno Toro...Premesso che mi assumo ogni responsabilità di ciò che sto scrivendo, vorrei parlarvi oggi di giornalisti e di cioccolato…Come ognun sa, il cacao venne importato in Europa per la prima volta da Hernàn Cortez ai primi del Cinquecento. Divenne subito un alimento prelibato e prediletto dalle corti del Vecchio Continente ma, ovviamente, tutti ne andavano matti, per primi i bambini. Nel corso dei secoli, la lavorazione del cacao è diventata una vera e propria arte e in essa eccelliamo soprattutto noi piemontesi e gli svizzeri. Esistono, perciò, svariate forme di cioccolato: fondente di varie gradazioni, al latte (il mio preferito), gianduja, al peperoncino, liquido, solido, in tavolette, in barrette, a forma di ovetti o uova e, di conseguenza, variano il colore e la forma, ma il gusto è sempre netto: è cioccolato, non è…altro...Allo stesso modo, a Torino esistono purtroppo due squadre di calcio. Mi scuserete se, da tifoso quale sono, non mi dilungherò sulla seconda squadra della nostra città, ma non vorrei sciupare il sapore dolce del cioccolato appena gustato. In linea molto teorica, non dovrei dilungarmi neppure sulla nostra squadra, anche perché è onestamente difficile dire qualcosa di nuovo sul Toro, a meno che queste righe non vengano letto da qualcuno che non conosce il granata, perciò dovrebbe essere evidente a tutti L’ENORME DIFFERENZA TRA NOI E I "GOBBI", malgrado certi pericolosi incroci del passato anche recente…E invece c’è ancora chi non vuol capire questa differenza, ovvero certuni che scrivono di una nostra presunta sudditanza verso i rigatini poiché “staremmo” (certi scribacchini adorano il condizionale…) trattando giocatori ex "gobbi". Credo sia giunta l’ora che qualcuno mangi del cioccolato, così finalmente imparerebbe (anch’io uso il condizionale: son mica figlio della serva?) a distinguerlo da altre sostanze di colore simile…Senza offesa, neh.
mondo granata