Buongiorno Toro... ero a Galway due settimane fa. Tornando verso il parcheggio vedo pararsi dinanzi agli occhi un tizio: indossa un k-way granata (bel colore, complimenti!, ho pensato). All'altezza del cuore lo stemma del Torino. Bang. Come un'iniezione di adrenalina.Riesco ad esclamare balbettando: “Ma... ma... forza Toro, fratello!” e gli sorrido.Lui non capisce poi sì e mi porge la mano... “Forza Toro... c'è sempre da soffrire, eh?”, mi dice... “Ma nooooo, dai...” e ci lasciamo così.Dunque.La vogliamo smettere con 'sto “culto” della sofferenza? Ce l'abbiamo dentro, fa parte dell'essere granata... ma smettiamola di fare le “vittimine”... proviamoci.Ho come l'impressione che il concetto di sofferenza venga talvolta abusato per giustificare l'andamento non proprio esaltante del Toro degli ultimi anni.La mia squadra, il mio Toro, mi fa soffrire ma mi fa anche gioire. Ma guai a chi si esalta troppo... no, NOI siam quelli che devono patire a tutti i costi, NOI siam quelli che che prendono a calci nel deretano le parole COGLI L'ATTIMO, NOI siam quelli che soffrono e basta e che non possono permettersi di appiccicarsi un bel sorriso in faccia neppure quando le cose vanno bene.E parliamo anche della tanta esaltazione suscitata dalla recente vittoria... che male c'è ad esserne contenti? Perché un normale (alleluia!) momento di felicità dev'essere immediatamente smorzato con l'etichetta del facile entusiasmo?Abbiamo vinto: che bello. Speriamo di continuare così: avanti.Se ci sarà da soffrire soffriremo, se ci sarà da gioire gioiremo.Un passo per volta, senza costringerci ad essere lamentosi perché parte della nostra Storia pare imporcelo... a me non piace essere triste troppo a lungo e sono certa che ciò valga anche per tutti i miei fratelli e le mie sorelle granata. Servisse almeno a qualcosa essere tristi... aumenta la “carogna” e obnubila il pensiero.Una sana via di mezzo fra la sofferenza e l'esaltazione c'è... mettiamola in pratica e forza Toro. Sempre.
mondo granata