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mondo granata
Dunque… anche questo scatolone è a posto. Mettiamo un po’ di nastro adesivo qua sopra… Uff, ora devo portare fuori anche questa roba…E questo calendario? Dove lo metto? Il portapenne? L’agenda con gli appunti? Un altro scatolone… oh no…
Detesto gli addii, sappiatelo. Ne ho vissuti troppi nella mia vita per poterli sopportare.Credo che alcune persone che stanno leggendo lo sappiano bene, molto bene.E soprattutto detesto i traslochi, metti di qua, riordina di lì.Non per il fatto fisico, ma per la nostalgia, per quanto siamo capaci di affezionarci anche ai luoghi, che siano concreti o meno.Alle volte prima si fa, meglio è.Sembra facile.Una delle cose che detesto di più nella vita è prendere decisioni in tempi rapidi.Ognuno ha il suo campo. Quello proprio non è il mio.
Mi sono spesso chiesto come sarebbe stata l’ultima Istantanea, durante questi lunghi cinque anni (e mezzo) nei quali il venerdì ha ospitato questa rubrica.E’ stato un pensiero spontaneo. Quando si vive un’intensa esperienza è inevitabile pensare a come sarà la parola fine, anche se fuggi e rifuggi quel pensiero, perché la continuità regala stabilità e serenità.Mamma mia quante rime. Non fanno per me.
Ricordo il primo articolo che pubblicai anni fa, nel gennaio del 2007.Quasi contratto, teso ed emozionato, scrissi un articolo su Cucciolo, chiedendomi se quella che stava cominciando sarebbe stata un’esperienza destinata a durare almeno qualche mese.Alla faccia di qualche mese, amici miei.
Scrivere per Istantanee è stata un’esperienza fisica prima ancora che emotiva.Nei miei ricordi rimarranno prima di tutto le lunghe serate del giovedì, e poi la notte che subentrava, quando mancavano ancora troppe pagine alla fine del racconto. O dell’articolo.L’una che diventava le due, le tre, per non dire di peggio.Ma soprattutto la sensazione nel vedere il proprio pezzo spuntare alle 8 del venerdì mattina, il poterlo condividere con tante persone sparse per il mondo.Cosa che sembrava impossibile fino a poche ore prima, quando si era soli e si spegneva il pc con la domanda insoluta – Ma che cavolo ho scritto?Comprendere che quello che avevi scritto era in giro per l’Italia, o anche oltre i suoi confini è stato incredibile, un qualcosa che spesso intimoriva per la responsabilità che comportava.
Ci sono stati grandi momenti trascorsi insieme, è un po’ come sfogliare un album dei ricordi.Era il primo anno di serie A di Cairo, i Minghia erano in serie B e l’ambiente scoppiettava di un entusiasmo andato presto perduto.Quanti momenti da ricordare, tanto per citare i Santo California, li conserverò in un libro “che non finirò mai di leggere”.
Ricordo l’entusiasmo prima dei derby della stagione 2007, gli articoli di parodia, film, Settimana Enigmistica, Libri, i primi racconti, quelli a puntate…O quello buttato di getto la notte prima della mirabolante rivelazione della personalità di Mister X.Oppure la rabbia verso il Genoa, quella dopo il gol annullato ad Arma contro il Brescia.L’articolo per la nascita di mia figlia…Poi le interviste a Obama, Stephen King, Dan Brown, Buzz Aldrin, Brian May e naturalmente alla grande Silvia Saint.Tutta gente del Toro, naturalmente…E gli articoli (finti) da Sanremo, con il prode Panero, nei quali abbiamo massacrato a colpi di machete buona parte della musicaccia del Festival.Fino a “Fratelli per un giorno”, l’iniziativa partorita con l’amico e Socio Walter Panero, in occasione dell’ultima gara di campionato interna giocata contro il Padova.Iniziativa che è inaspettatamente dilagata in tutto l’ambiente, con partecipazione popolare che ci ha fatto comprendere quanto ancora i tifosi del Toro (non usati in termine largamente retorico) volessero ancora essere protagonisti come un tempo.
Perdonatemi se spesso la mia scrittura, soprattutto nei racconti ha sciabordato nel numero di pagine, ma non ho mai condiviso il pensiero che la velocità di internet dovesse essere legata al numero di righe. Questo semmai è un concetto valido per le pagine di un giornale cartaceo, non per quelle di un giornale on line, dove le pagine sono virtualmente infinite.
Il mio primo ringraziamento va di diritto all’Editore, Fabrizio Viscardi, col quale ho sempre avuto un rapporto sincero e schietto.Mi preme poi ringraziare tutti i Direttori che si sono succeduti in questi 5 anni e mezzo, nell’ordine Alberto Leproni, Elena Rossin, Federico Floris ed Alessandro Salvatico detto “Il Grande”, per finire con Luca Sgarbi, che per questioni di tempo e distanza non ho potuto conoscere direttamente.Mai una sola virgola è stata cambiata dai miei articoli, mai un solo suggerimento o consiglio è arrivato, su come apportare cambiamenti ai contenuti, anche quando questi erano feroci oppure scomodi.
Voglio ringraziare tutti quanti anche per gli scherzi che abbiamo combinato (ricordate quando dicemmo che la squadra si sarebbe recata a Lecce in dirigibile?. Era il primo di aprile…)O come quando tutti i personaggi dell’allora Toro News si lasciarono coinvolgere in una parodia avventurosa (Omicidio a Toro News).
Tengo inoltre a ringraziare particolarmente (e voglio proprio farlo) i colleghi e gli amici che ho incontrato lungo questo cammino.
Ciao quindi a Oppi, lavorare con te è stata una continua scoperta.Grazie a te, Silvia. Anche se forse non ne basterebbero mille.Ciao al mio Socio Walter Panero, col quale ne abbiamo combinate più di Bertoldo in Francia, accomunati dalla medesima goliardia.Chissà, caro Walter, che non ci si ritrovi prima o poi, non al Roxy Bar, ma a scrivere nuovamente servizi sul Festival di Sanremo, mentre sfuggiamo alla valanga di donne nostre fans che vogliono banalmente avere con noi rapporti carnali. Come è ovvia e ripetitiva a volte la vita.Grazie a Michele Ferrero, mio caro amico, che scrisse su questo sito nel 2007, scrittore e giornalista fine intenditore di tecnica calcistica.Ciao al Grande Marco Peroni, ciao alla meticolosa, enciclopedica e ironica personalità di Guido de Luca, alla penna tagliente di Paolo Pupillo.Grazie al grande Dottor Puzzetto e ai suoi meravigliosi articoli che per me erano una sorta di “cubo di Rubik”, con nuove sfaccettature sempre pronte ad emergere.Ciao e Grazie all’amico Guido Regis, che mi ha più volte concesso di parodiare i suoi lati più oscuri, fino a farlo diventare un Serial Killer antigobbo in alcuni racconti. Grazie alla competenza e alla lucidità di Stefano Brugnoli.Grazie al caro Ermanno Eandi, folle e geniale poeta, con il quale ci siamo spesso trastullati, al termine delle cene di Redazione, con le canzoni d’annata, specialmente quelle del Giardino dei Semplici.
Questa rubrica è stata una finestra aperta sul mondo che mi ha permesso di stringere forti e sorprendenti amicizie.Grazie alle persone che ho conosciuto, perdonatemi se citerò solo qualcuno, e cioè Alberto Lovisolo (ideatore della rubrica “Ci metto la faccia”), Marco Cuzzi, Marco Ravera Ajra, Alessandro Bajetto, Lucio Enrietti e naturalmente Giovanni Tarantino da Palermo.Grazie all’amica Paola Cantone, alla giovane Beatrice Enrietti che ci ha omaggiato pubblicando un suo racconto un paio d’anni fa.Perdonatemi se non citerò proprio tutti.Grazie anche a te, a te, a te e ancora te.E a Te, naturalmente.
E poi un grazie a Te, Toro, che in fondo hai permesso tutto questo.Sai, sono giunto alla conclusione che meno si parla di te, più ti si definisce, forse per non dipingerti più di retorica.Grazie, anche se magari non tornerai mai più quello di allora, ma sei stato il collante delle nostre vite, l’Idea che unisce le nostre fotografie e le riempie di senso, belle o brutte, come fossero davvero Istantanee.Altro che minghiaggjuvefacciungoals.
Giustappunto.Voi sapete che questa rubrica ha sempre cercato di trattare in maniera equilibrata i por… ehm… i portatori di un’altra bandiera, colorata del colore della… della… tristezza, ecco.A tale proposito, voglio invitarvi a fare attenzione a quando girate per strada, perché il pericolo è sempre dietro l’angolo.Un mio caro amico è scivolato all’angolo tra via Madama Cristina e Corso Vittorio Emanuele.Immediatamente è uscito l’arbitro da dietro l’angolo, ed ha fischiato il rigore per la juve.Un altro mio amico è rimasto bloccato in ascensore.Quando è uscito, dopo due ore, ha trovato l’arbitro all’esterno, che ha fischiato il rigore per la juve.Prestate attenzione anche alle nuove regole nel mondo sportivo. In caso di collisione da vetture di Formula 1, con vettura che “scivola” fuori pista, non subentrerà più la Safety Car, ma verrà fatto tirare un rigore per la juve.Il doppio fallo nel tennis, non verrà punito con il punto per l’avversario. Si farà invece tirare un rigore per la juve.In questo caso si potrebbe dire che non si tratti più di “net”, ma di “wc net”, perdonate la pubblicità.Attenzione anche sulle piste da sci, se cadrete sarà rigore per la juve.Rimarrete senza soldi nella chiavetta del caffè? Rigore per la juve.Buona parrucca a tutti comunque, 10 mesi di morbidezza.
Sembra incredibile ma questa rubrica ha anche avuto tra i lettori persone che, pur avendo compiuto delle scelte deprimenti nella propria vita, hanno comunque tentato di risollevarsi da questo comprensibile disagio sociale, dimostrando che non è mai troppo tardi.Voglio pertanto ringraziare il grande Rocco N., per aver spesso letto e commentato i miei racconti, e l’amico Silvano Garneri.
Tengo a precisare che me ne vado senza sbattere la porta o con motivi di rancore.Toro News rimarrà per sempre parte della mia vita e del mio cuore, qui lascio soltanto amici.Auguro ogni bene a questa Testata, e spero davvero di aver contribuito in minima parte, ad averla fatta diventare quella che è oggi.
Dunque… questa è l’ultima cosa da portare fuori. Ecco fatto….Rimango per un attimo a contemplare questa stanza, che ha visto così lungo le dita scorrere lungo una tastiera.E’ solo un attimo, ancora un istante e poi la porta sarà chiusa.Ma è uno di quegli attimi che, nel loro sapore dolce amaro, definiscono la bellezza di quello che è stato.Un attimo di più. Ancora un attimo…
Istantanee, amici, finisce qui.Grazie di cuore a tutti.E Viva il Toro.
Mauro
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