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Ciao ragazzo

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di Giacomo SerafinelliBuongiorno Toro...cosa c'è da aggiungere ai fiumi d'inchiostro (reale e virtuale) già scorsi a descrivere quanto avvenuto sabato? Ben poco. Se non che il dolore è grande, così come l'incredulità  nel constatare le...
Redazione Toro News

Buongiorno Toro...cosa c'è da aggiungere ai fiumi d'inchiostro (reale e virtuale) già scorsi a descrivere quanto avvenuto sabato? Ben poco. Se non che il dolore è grande, così come l'incredulità  nel constatare le strane circonvoluzioni del destino. Si apprende dalla stampa quanto dura sia stata la pur giovane vita di Piermario, eppure ogni volta si era rialzato, conservando per sé stesso e per chiunque passasse per la sua strada un sorriso gentile. Quel sorriso che ciascuno di noi vorrebbe trovare nel vicino, nel conoscente, nel collega, ma che è  merce quantomai rara, in un mondo sempre più veloce ed edonista. Sabato, purtroppo, Morosini non ce l'ha fatta più ad alzarsi. Ci ha provato una, due volte, poi la sua vita è finita là, faccia a terra, su quel prato verde che gli aveva visto muovere i primi passi da promettente calciatore e che era stato un potente antidoto per ripartire ogni volta che la vita gli assestava una frustata. Trovare il senso a tutto ciò rischia di essere un rompicapo senza soluzione e senza consolazione. Ma il dolore e lo sgomento, quello sì, lo percepiamo tutti nel profondo del cuore. Anche stavolta ho dovuto leggere o ascoltare polemiche sul fatto che la morte di un calciatore faccia più eco di quella di un lavoratore sul proprio luogo di lavoro. Sinceramente non mi va di fare classifiche o distinguo. Ogni morte fa male, specie se assurda e prematura. E questa lo è stata.  Le chiacchiere da bar, le porta via il vento. Mi unisco al dolore della famiglia e di chi l'ha conosciuto e gli ha voluto bene. Ciao ragazzo. Giacomo Serafinelli