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Cinque pippe

Cinque pippe - immagine 1
di Marco Peroni
Redazione Toro News

Egregio signor Brambilla,senza nemmeno accorgersene, in questo preciso momento lei sta offrendo un esempio illuminante di cosa voglia dire essere tifoso di una portaerei nel 2009. E’ venuto allo stadio da solo e, dall’altra parte del vetro, si gira verso di me a ogni vostro gol facendomi segno, con la mano davanti alla bocca, di farle quello che in società è volgarmente chiamato bocchino. Signor Brambilla, rimanendo alla sua metafora, mi sono sempre solo trovato dall’altra parte e con un discreto diletto: non paserò quindi dall’altra sponda, ma ben più volentieri passerei dall’altra parte del vetro.

Ad ogni modo, in questo momento gli altoparlanti stanno sparando Rewind di Vasco Rossi a un volume senza senso: succede così a ogni gol della sua squadra e, per quello che gli Esangui Granata stanno combinando nel campo, potremmo ascoltarla persino più spesso. Battete tutti le mani a quel tempo e io ho visto un simile orrore, una simile perdita di comportamenti popolari sulla strada del Rincoglionimento, soltanto a Miami, a una partita di NBA. Dove si tifa, si mangiano patatine, si dorme e si partecipa ad estenuanti giochini a premi tutto nello stesso momento: mente gli altoparlanti dettano tempi e contenuti dei cori. Il consumatore va continuamente accompagnato, riempito come un sacco vuoto perché stia in piedi. Forse a molti commentatori questi comportamenti sembreranno unicaemnte “sportivi”, ma a me paiono più inquietanti di altri, signor Brambilla.Il suo stadio, la sua gente, è davvero cambiata nel corso di questi anni. La sua squadra è sempre stata quella più popolare della città, e secondo me lo resta. E’ il popolo che è cambiato, si è inaridito. Vi ho sentiti alzare la voce, in modo forte e compatto,  solo tre quattro volte dopo il 3-0: rispettivamente per incitare Inzaghi, Kaka, e prenderci per il culo in dialetto romano (“ma che siete venuti a fa’?”). Strano, no? Non vi hanno compattato i cori per la squadra, per i vostri colori, ma per i campioni più celebrati. Nell’intervallo, gli stessi applausi e le stesse facce (pure gli stessi giro-vita) di Miami si sono scatenati per i giochetti di Ronaldinho, in mezzo al campo. Divisi non solo da questo vetro, io e Lei apparteniamo a due mondi diversi. Per quanto la sua illusione di avermi fatto arrabbiare, in questo preciso momento, è confortata dalle bave che sto lasciando sul vetro nell’atto di cercare di oltrepassarlo con la faccia e con le mani... Ma è come se guardassi la scena da fuori, da in fondo a me stesso, con una lucidità che nemmeno immagina. Mi diverto guardandomi strisciare sul vetro come una lumaca e rischiare l’ictus e forse pure l’infarto per darle dietro: nonostante le apparenze, le giuro che non mi sta toccando nel profondo. Mi abbandono al cliché del fanatico arrabbiato, ma calcisticamente parlando sono nato con la camicia: il 25 potrei essere a rastrellare il Filadelfia respirando tanta di quella storia che a lei non basterebbe nemmeno una crociera sul Nilo. Oppure posso prendere la macchina, una sera qualsiasi di quelle che non vuoi dormire, e salire a Superga: niente di più facile che, nel buio, sentire la voce di qualcuno che è passato di lì, così. Tutto un altro Rewind, se permette.Insomma: mi sto servendo del suo faccione per sfogare una frustrazione che non la riguarda, e che nasce dal comportamento dei nostri giocatori.Poi, verso la fine della partita, si è fatto improvvisamente serio, ha guardato l’orologio e si è messo a correre in direzione dell’uscita. Vivere a Milano ha questo di strano, bisogna vivere facendo i conti con i minuti per evitare ingorghi o parcheggi troppo lontani da casa... Così, finisco di dirle alcune cose per mezzo di questo articoletto: se per caso si è illuso di essersi divertito più di me, deve sapere che il meglio è venuto dopo. Quando un signore come lei, ma vestito di granata e accompagnato da due ragazzini, con incoscienza e infinito amore vi ha sventolato in faccia la sua sciarpa invitandovi ad andare a quel paese. Era nel vostro stesso settore, dalla vostra parte del vetro e stava rischiando non poco. Ha perso la tramontana, baciava la sciarpa, si voltava verso di noi che lo applaudivamo in migliaia... Improvvisato capopopolo, ci ha fatto divertire e ha riscattato la prestazione bestemmia della squadra. E' dovuto intervenire il servizio d'ordine per calmarlo, mentre lui ci mandava baci e saluti. Anche lui superficialmente arrabbiato, anche lui prima di tutto felice di essere parte di qualcosa di grande.

Quando si dice che “l’importante è la compagnia”, signor Brambilla...

Ha dovuto farmi 5 gol per divertirsi meno di me.

Casi della vita.

Si goda il suo meritato secondo posto.