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mondo granata
Domenica 21 febbraio 2010, a day in the life. Caro Diario, che cosa dirti? Che ci ritroviamo qui con un colpo in più nel fegato.Contestualizzo: Torino-Salernitana 2-3. Ma salvo comunque la giornata per tutta una serie di motivi che andrò ad esporti dopo. Non ti parlerò della partita perché lo fanno già in tanti, lo fanno già tutti quelli che hanno maggior competenza di me che son femminuccia.Però c'è qualcosa che non capisco.Se parlo della partita non va bene: "Voi donne non capite un ca§§o di calcio...".Se non parlo della partita non va bene lo stesso: "Come mai non dici nulla sul match?".E' proprio difficile accontentare tutti... che, tra l'altro, accontentare tutti non è uno degli obiettivi finali della mia esistenza.Ma nei momenti di nervosismo, chiamiamolo così, si dice tutto ed il contrario di tutto.Soprattutto nei momenti di nervosismo viene spontaneo, viene considerato normale riversare il proprio livore, la propria delusione, il proprio smarrimento su chi sembra avere più autocontrollo, su chi pare essere sempre disponibile a dispensare una buona parola, su chi appare come inamovibile nella sua fede. Ieri è stato strano.Ho ricevuto sette sms sul tenore: "Sto ca§§o di Toro... e vai a farti fottere tu e il tuo ottimismo inutile".E quattro mail in stile: "Ti prego dimmi che cosa sta di nuovo succedendo perché non è possibile perdere così".E due telefonate del tipo: "Siamo morti, siamo morti, come faremo a resuscitare questa volta? Devi dirmelo!"Uhm... ma dico io... era solo the heat of the moment, vero? Stava passando una cometa, forse? Bah...Ci sono momenti in cui mi viene voglia di girare i tacchi e chiudere il capitolo Toro per sempre.Ma, attenzione, non a causa di quello che (non) vedo in campo.No, no.No.Solo ed esclusivamente per quello che vedo e sento intorno, per le domande che mi vengono poste, per le secchiate di nervosismo (continuiamo a chiamarlo così) che mi vengono riservate nei momenti neri.Come se non fossi nervosa pure io, come se mi limitassi ad essere un'osservatrice con il più completo vuoto emotivo, come se non mi importasse, come se fossi super partes, come se il granata che porto addosso non fosse un riflesso del granata che mi porto dentro, come se.Ecco: quando mi crolla addosso tutto il peso del nervosismo (vedi sopra) altrui mi viene voglia di rispondere usando la stessa cacofonia.Perché, ca§§o, hanno ragione loro: io ho più autocontrollo. Maledizione.Ma il mio autocontrollo è mio, me lo sono costruito con tanta pazienza ed è mio.Posso permettermi di far ricorso a qualcosa che è solo mio o devo semplicemente metterlo a disposizione di chi non ne ha? C'è un tempo ed un luogo per ogni cosa. Ci sono tempi e luoghi in cui io non sono a disposizione di nessuno.Sto mentendo a me stessa, eh? Ed allora venghino, siore e siori... sono qui, sono pronta ad accogliere tutto il vostro livore, la vostra delusione, il vostro smarrimento. Dispenserò buone parole come sempre. Vi spunterà di nuovo il sorriso sulle labbra ed io sarò così spossata da non avere più la necessaria stilla di forza emotiva per mantenere in vita il mio nervoso (rivedi sopra) e di girare i tacchi, tanto, non avrò mai vera intenzione di farlo.Che bel circolo vizioso.Come ti dicevo salvo comunque la giornata per una serie di motivi.Avvertenza per gli stomaci deboli: è tutta roba mielosa, è tutta roba retorica ma - indovina un po'? - non mi importa un fico secco.Per esempio: le persone con cui ero alla partita.Eravamo in cinque questa volta. Io ero in mezzo e ne avevo due per parte. Prima della partita parlavamo fra di noi, facevamo gli scemi (aiuta), proprio come avremmo fatto se fossimo stati intorno ad un tavolo d'osteria. Fibrillavamo come i bimbi che stanno per giocare con il loro nuovo pallone. Ho persino pregato che un Dio qualunque scendesse in quel momento fra di noi a cristallizzare il momento.La Stefi mancava dallo stadio da parecchio tempo (maledetto/benedetto lavoro...). Era così contenta che le sono perfino tornate le fossette sulle guance come quando era gagna.Pierpaolo sfoderava il suo miglior repertorio di battutacce. Se solo si rendesse conto di quanto può essere divertente si scioglierebbe di più.Sabrina sembrava essere appannata dal raffreddore. Sono bastati pochi minuti per ringalluzzirla, anche lei dimentica tutti i suoi mali quando è lì. Ed abbiamo riso, riso come bambine, in alcuni momenti con amarezza. Abbiamo riso perché la nostra fede è forte, abbiamo riso perché ci piace la vita, abbiamo riso perché avevamo voglia di ridere, abbiamo riso perché pensavamo già alla prossima partita.Samuele era Samuele, né più né meno. La forza dei suoi quasi tredici anni sono sempre la freccia scoccata verso il futuro. Samuele che vede l'ennesima prova da punto interrogativo (sono o non sono la regina delle metafore?) dei ragazzi in campo ed è felice perché si realizza il desiderio di sentir cantare "La bandiera mettila nel chips".E poi Walter che ormai riesce a trovarmi in mezzo al marasma (sì, vabbe'... eravamo quattro gatti a dirla tutta...) senza le deliranti telefonate del tipo "Ma dove sei???", "Sono qui!!!", "Qui dove???", "Qui qui qui!!!", "Ti vedo, arrivo!!!", click. Walter, devo dirti una cosa... non dire più "In bocca al lupo"... porta una sfiga pazzesca ed io mi sento a disagio a dire "Crepi". E devo dirti anche un'altra cosa: tu e quelli come te, tu e quelli come te che si smazzano chilometri su chilometri per essere lì... ecco, tu e quelli come te siete un'altra freccia scoccata verso il futuro.Ed anche Cristina con tutta la sua prosperosa gioia e la sua allegra e grande famigliola accogliente come se ci si conoscesse da un secolo o poco più.Per non parlare del pre partita, della solita mezz'ora in cui ci si trova sempre nello stesso posto e si sta in cerchio, un cerchio che poco per volta si fa più grande.Eccoli lì, eccoli lì, penso quando mi avvicino.Ecco Manu, Serena, Davide. E poi Nicola, toccata e fuga (è sempre un piacere). E poi Liliana, Liliana che mi sorride e mi accoglie fra le braccia ed un po' mi sostiene perchè in settimana ha saputo comprendere un mio momento di paura e mi ha accompagnata con tenerezza e forza come solo una Madre sa fare, e poi Pierpaolo, e poi Paolo ed il suo giubbotto dell'Everton (l'ha fatto apposta, so che l'ha fatto apposta... il mio cuore di Red trema d'orrore... ma Paolo è e rimane comunque un Principe...), e poi l'abbraccio forte di Diego, e poi Pino che sembra la mia custodia, e poi Andy che mi sovrasta (ma ci vuole poco)... il cerchio che si fa sempre più grande e poi all'improvviso si rompe come una bolla di sapone ed è un momento bello pur'esso perché ognuno di noi sta già sognando.Ognuno di noi sta già sognando.Ognuno di noi mette già in conto di fare un tonfo.Ognuno di noi, però, non ha voglia di pensare al tonfo che - inevitabilmente? - arriva.Continuo con il miele, dai: che almeno la mia glicemia dell'anima vada alle stelle.Le schermaglie via sms del pre partita, quando tutto deve ancora accadere e si crede in qualunque cosa, in un delirio quasi dionisiaco (e il Toro, in fondo, è ebbrezza).Ed allora gli odiosi, triti e ritriti TVB e i TVTTB diventano un "Ignobile rappresentante di una curvetta di emme" la cui risposta è "Degna rappresentante di una curva il cui nome ricorda quello di una pizza: e le altre tre stagioni?" e ridiamo, ridiamo, ridiamo perché ridere fa bene, perché non prendersi troppo sul serio fa bene, perché l'amore per il Toro e il riconoscersi fratelli non necessariamente passa attraverso il canonico durismo & purismo.Il durismo & purismo possono prendere strade diverse dal ToroToroToro a parole, sai? Peccato che l'ironia sia patrimonio di pochi, sì, davvero un peccato...Le schermaglie via sms... dove si usa il contrario per dichiarare il vero. E' ironia. E' fratellanza. E' quella roba lì che ti riprometti di non fare più perché perdere con l'ultima in classifica ti fa girare i gnips. E' quella roba lì che farai senza alcuna ombra di dubbio prima della prossima partita perché sì.Fine miele.Devo farne scorta io, questa volta.Contestualizzo: Torino-Salernitana 2-3.Che acquazzone.Non può piovere per sempre, dicono... ho visto alcuni adoperarsi per costruire novelle arche... altri continuare a tenere aperto l'ombrello... come se la pioggia fosse sbagliata.Piove perché ci sono nuvole gonfie.Piove perché piove.Piove perché non è sbagliato che piova.Piove e non ci si scioglie perché non siam fatti di zucchero.Piove e tutta questa umidità fa muffa.Piove e meno male che l'umidità fa muffa perché è sempre meglio della fuffa.Piove e non c'è niente di male ad abbandonarsi sotto la pioggia."Sono depresso", diceva un fratello uscendo dallo stadio ieri."Io no", dicevo io e poi aggiungevo "non è vero".Eravamo sotto la solita pioggia.E chi se ne frega.CHI-SE-NE-FREGA.Contestualizzo: Torino-Salernitana 2-3.E allora?Allora vinciamo la prossima. E se non è la prossima è quella dopo ancora.CHI-SE-NE-FREGA.Quante frecce scoccate verso il futuro, quante... e sono tutte lì, ci stanno aspettando.Fra credere che si siano perse nel nulla o che si siano tutte spezzate per precipitare a terra o che stiano ancora continuando il loro viaggio... be', preferisco l'ultima che ho detto.Credere in una cosa piuttosto che in un'altra comporta lo stesso identico sforzo, d'altra parte...Potrei smettere di credere, però... naaaaaaa: no way.E poi ancora: la serie B non è un dramma. Meglio, molto meglio, stare qui che andare a giocare in un campionato in cui è già tutto scritto ed è scritto inevitabilmente a strisce.Gavumse la nata.Dove sta scritto che il posto che ci compete è la serie A?Sta scritto nella nostra storia?Sono crollati imperi ben più grandi e più antichi.E sono rimasti nella storia.A che cosa serve la storia? Ad imparare. A ricordare che tutto passa. Nel bene e nel male.C'è più dignità nel voler andare dove non compete o nel rimanere dove si è e cercare di fare bene?Me lo dicano gli altri.Me lo dicano quelli che vogliono risposte da me.E scusami se oggi ti parlo di quasi solo di me ma il Toro sono io.Ciò detto... chiudo i rubinetti per qualche giorno e che gli assetati vadano ad abbeverarsi altrove.Chiudo i rubinetti.Stacco la spina.Chiudo la porta e nascondo la chiave."Rinunci al Toro, dunque?"Ma quando mai... chiunque lo pensi non ha capito ancora nulla nulla nulla.Poi ti devo raccontare... niente, non ti devo raccontare niente, anzi: te lo racconto un'altra volta... te lo racconto un'altra volta perché come accade praticamente sempre sto traboccando di granata e mi manca il respiro (e sto bene) e se anche non riesco a spiegartene il perché le cose stanno così ed i motivi sono tanti ma non è il momento per raccontarteli, no, non adesso, non adesso...
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