mondo granata

Condor e pesciolini

Redazione Toro News
di Marco Peroni

Mi è capitata tra le mani una foto di neanche tanto tempo fa’.Era quasi nascosta in mezzo alle altre “istantanee” della nostra storia granata.Una foto che parla di un tempo in cui il Toro non era già più il Toro, di tristi pomeriggi passati ad arrancare, a subire.Non è passato molto tempo, ma è un passato che abbiamo preferito sotterrare. Più difficile ricordare quest’immagine, rispetto ad una più vecchia di dieci anni.L’immagine parla di rabbia, nervosismo ed errori.Parla di fiabe e di incubi.Sono passati sette anni, ma questa foto non ha perso dettagli e i suoi contorni sono nitidi, ora ancora più di quando fu scattata.La storia di questa foto parla di condor e pesciolini.Stadio Delle Alpi, 8 aprile 2000.I granata neopromossi di Emiliano Mondonico affrontano il Parma in una sfida che ha il sapore della disperazione.Dopo un discreto avvio, culminato con una storica vittoria a Verona in 9 contro 11, per giunta sotto la neve, la squadra sta lentamente scivolando verso il baratro.Vincere significherebbe tenere accesa la fiammella della speranza, pareggio e sconfitta conducono su un sentiero che porta in serie B. Il Toro parte bene e si porta in vantaggio con Sommese, ma l’inizio della ripresa è fatale.Crespo e Amoroso ribaltano la situazione, in seguito ad imperdonabili svarioni difensivi e si va sotto.La squadra è in affanno, la gente rumoreggia, un’ennesima sconfitta interna è pressoché fatale.Quando mancano soltanto pochi minuti alla fine, Andrea Silenzi, alle sue ultime apparizioni in serie A, pareggia.Il risultato non cambierà più, una rete quasi inutile, se vogliamo.Eppure è proprio in quel momento che viene scattata la nostra istantanea.Il difensore granata Bonomi, invece di esultare, corre verso la panchina.Dalla Panchina si alza Mondonico, il nostro allenatore, che fa per gettarsi verso Bonomi.I due sembrano venire alle mani, il peggio è evitato soltanto dagli altri elementi della panchina che li separano.La rabbia, la frustrazione, i rancori sono scoppiati.Si era nell’aprile 2000 dunque.Mentre il nostro Toro scivolava inesorabilmente verso la B, i giocatori perdevano la bussola, l’ambiente si sfaldava, la contestazione verso la dirigenza Vidulich esplodeva, sotto il peso di una campagna stampa che negli ultimi tempi era stata addirittura devastante.La dirigenza granata, peraltro perennemente al verde, era da tempo sotto il tiro incrociato di media locali ed opinionisti vari. Dopo la fallita promozione del 1998, culminata con lo spareggio di Reggio Emilia e la serie A conquistata l’anno seguente con Mondonico, Vidulich e soci avevano assemblato una squadra che forse avrebbe avuto le carte in regola per salvarsi.Ma alcuni risultati negativi e scelte discutibili di Mondonico, fecero spaccare il gruppo; la tifoseria cominciò la contestazione, mentre all’orizzonte si profilava un’alternativa che si proponeva di tornare a fare grande il Toro.Il tutto suggellato dalla sicura ricostruzione del Filadelfia.La dirigenza, con la quale non saremmo comunque andati molto lontano, abbandonò, a poche giornate dalla retrocessione, sotto il peso di tutti quei fattori combinati.E le porte si spalancarono per quell’alternativa che in tanti prevedevano così gloriosa..!Strano quel periodo, si parlava poco di stadi allora, forse avremmo dovuto farlo di più.Forse non potevamo o non eravamo in grado di farlo.Se questa fosse una di quelle strane fiabe ambientate nel mondo animale, potremmo affermare che i condor volteggiavano alti e osservavano attenti affinché ogni cosa si stesse predisponendo secondo il loro volere.Più in basso, in un’oasi, i pesciolini abboccavano all’amo, senza immaginare che sarebbero stati usati e che sarebbero presto rimasti senz’aria.Non stiamo parlando di una fiaba, ma di un incubo.Questa è la nostra storia recente.Non è strano che questa istantanea mi sia venuta tra le mani in questo periodo?Proprio in questo periodo?Alle volte, sapete, ho ancora paura che i nostri sogni si trasformino nuovamente in incubi.Ogni tanto mi sembra di intravedere ancora i condor che volteggiano in alto e che guardano, osservano…Sento nell’aria discorsi che assomigliano tanto a quelli di sette anni fa’.Ci sono illazioni, dubbi, argomenti e tentativi di destabilizzazione che ricordano troppo da vicino una realtà già vissuta, che di sportivo non ha nulla.Vedo tanti ami minacciosi e noi pesciolini che rischiamo di abboccare di nuovo.Ripenso a quel litigio, alla tifoseria spaccata, ai dubbi che si insinuavano.Anzi che venivano insinuati.Non vorrei che tutto si ripetesse.Come dite? Già detto? Già sentito?Meglio ripetere, soprattutto per chi ha già la bocca aperta.Sono passati gli anni, ragazzi.Chi lo sa, forse oggi quei pesciolini sono cresciuti, forse oggi ci sono i mezzi per capire che quei bocconi sono veleno, per non dire peggio. Chissà se avranno la forza di risputare al mittente il boccone indigesto?Era la nostra istantanea di ieri, amici. Ma potrebbe essere quella di oggi o, peggio, di domani.E’ dedicata a tutti noi, affinché si possa trovare la forza per imparare dalla nostra storia recente.Anzi, dai nostri incubi.