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CONTRATTURE E CONTRATTI

Redazione Toro News
MARCO PERONI Ragazzi, è fatta. Temevo che le imminenti scadenze contrattuali di troppi giocatori potessero esserci fatali. Temevo che l’età media troppo alta ci potesse fregare al fotofinish. Invece la mano più grande...

MARCO PERONI

Ragazzi, è fatta. Temevo che le imminenti scadenze contrattuali di troppi giocatori potessero esserci fatali. Temevo che l’età media troppo alta ci potesse fregare al fotofinish. Invece la mano più grande è arrivata dai più vecchi e meno garantiti (Rosina a parte). Questo vuole dire che l'età media di una squadra e la programmazione societaria non contano più, che si può sperare di continuare a navigare a vista? Col cavolo, quei giocatori non fanno testo, hanno reagito alla crisi per puro senso di appartenenza: erano gli eroi della promozione dell’anno scorso (Brevi e Ardito, Muzzi e Gallo, ma soprattutto De Biasi), gente che ha lasciato per sempre la propria impronta sulla strada della rinascita granata. Gente che a un passo dalla retrocessione s’è guardata in faccia e ha deciso che quella impronta era una delle più belle cose mai realizzate in carriera e non andava cancellata. Gli altri hanno pù o meno vivacchiato, confidando in un campionato facile che a momenti li seppelliva. Adesso abbiamo tutti bisogno di certezze, di prospettive, di investimenti a lungo termine. Siamo troppo vecchi, abbiamo troppi svincolati, serve un’ossatura giovane da cui ripartire per dare slancio al nostro passo e un passo al nostro futuro. Con le dovute proporzioni, anche il campo da calcio dimostra come l’incertezza a lungo termine non paghi: serve solo a tirare fuori il peggio da tutti, altro che motivare, stimolare. Qualche settimana fa guardavo bene l’organico e le scadenze contrattuali e mi sentivo seduto su una polveriera: e adesso che glielo spiega a questi che dobbiamo salvarci, che devono tirare fuori anche le budella? Per fortuna (diciamolo) non ce n’è stato bisogno.Noi precari delle ultime generazioni, esperti di incertezza più ancora che di calcio, sappiamo benissimo che senza un mix credibile di garanzie e di sogni non si fa molta strada. Da soli non bastano nè le prime nè i secondi. Si crede e si sposa un progetto solo se si può farne parte.Ho appena letto Mi spezzo ma non m’impiego, un libro di Andrea Bajani che mette a nudo le frustrazioni che attraversano l’umanità a tempo determinato: vorrei dire che contrariamente a noi cosiddetti uomini della strada, di solito i giocatori professionisti se non s’impiegano per bene non si spezzano neanche (intendo dire la schiena). In assenza di contratto si moltiplicano contratture e malumori, sgambatelle e pareggini. Spero che in futuro il Presidente non faccia troppo affidamento sui mezzi miracoli del mister: se ne pentirebbe. Infine, ancora due parole su questo libro: se vi avesse solleticato il titolo, sappiate che il contenuto è ancor più sorprendente. Il frutto di uno scrittore vero in mezzo a tantissimi lavori sul "mondo flessibile" che traballano a ogni riga. Vi lascio con uno dei passaggi che mi hanno catturato di più, che descrive benissimo l'incertezza vestita a festa che vediamo tutti in giro. Sperando che le cose in generale cambino e che, per quanto riguarda in particolare la nostra grande passione, l'incertezza venga superata e molte giovani bandiere tornino a invecchiare con la nostra maglia:Lavorare ogni tanto è bello. Lavorare sempre è abbastanza brutto. Le agenzie di somministrazione di lavoro temporaneo spiegano nei loro manifesti elettorali questo semplice concetto. Lavorare un giorno solo, o due settimane, o quattro mesi è comunque meglio che fare per tutta la vita accidiosamente lo stesso movimento per la stessa azienda. Che cosa c’è di più bello che svegliarsi e cambiare ogni giorno posto di lavoro? (...) Fare lavori ogni giorni diversi è il più grande dei piaceri. Quali siano questi lavori poco importa, non è il caso di stare troppo a sottilizzare. Anche questo le agenzia di somministrazione di lavoro temporaneo sono solerti a fartelo capire. La Adecco è forse la più esplicita. Uno dei suoi slogan più efficaci recita così:“ ADECCO: NON UN LAVORO QUALSIASI, MA QUALSIASI TIPO DI LAVORO”.Un abbraccio a tutti, Marco

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