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mondo granata
Più che tutto, mi sta a cuore l’appartenenza.
Le radici su cui credo dovremo prima o poi far crescere stabilmente la pianta granata. La terra del Fila è l’unica che tutti sappiamo fertile per uno sogno del genere: e dato che si è tentato di farne corsie di supermercato e pisciatoio di gatti (riuscendo perfettamente nel caso due) mi chiedo se non sia il caso di provvedere a tamponare la falla con alcune iniziative su cui vi chiedo che ne pensate.Una in particolare: come si fa in milioni di aziende e gruppi di lavoro, un corso di formazione ai giocatori nonché dipendenti dal Torino FC. Lo spirito che dovrebbe animare la squadra non si travasa per la legge fisica dalla Maratona al prato verde (se non in casi eccezionali, per culo o combinazioni astrali), e sempre meno giocatori hanno fatto la trafila nelle giovanili e sentono il granata come una fissazione... Bisognerà che qualcuno si metta a farli girare per la città, questi ragazzi, li sappia coinvolgere col racconto, li faccia entrare almeno un po’ in questa cosa che siamo. Supplendo come si può a quel flusso di conoscenza popolo-giocatori che una volta garantiva quel Tempio e adesso è rimasto azzerato.
Non credo d’essermi pappato il cervello, e non m’aspetto che da una visita al Filadelfia o un passeggiata in corso Re Umberto un bocia di Bergamo o Roma inizi a legnare o insaccare dove prima frignava o mangiava. Tuttavia penso che i giocatori potrebbero avere solo vantaggi dal sapere dove cavolo stanno giocando.Mi colpì una cena granata, lo scorso inverno, dove un paio dei nostri mi chiedevano con sincera curiosità perché mai fosse così importante per noi “questo derby”. Mi spiego?E’ solo un’dea così, e visto che m’ero promesso di tirare un po’ il fiato comincio col fare la mia parte allegando un articolo di un po’ di tempo fa, in cui reclamavo con voi almeno un po’ di questo benedetto cuore.
Eccolo, .
Un abbraccio a tutti, Marco
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