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Cose da Toro

di Fabiola Luciani Mi risveglio dal coma e dal mio paventato silenzio e mi ritrovo il Toro vittorioso a Firenze. Mi ci è voluto un po’ per metabolizzare il risultato finale ed il conseguente passaggio del turno, anche perché se...
Redazione Toro News

di Fabiola Luciani

 

Mi risveglio dal coma e dal mio paventato silenzio e mi ritrovo il Toro vittorioso a Firenze. Mi ci è voluto un po’ per metabolizzare il risultato finale ed il conseguente passaggio del turno, anche perché se a causa dell'emozione fossi svenuta alle 18,38 con il Toro ancora in vantaggio, avrei potuto rinvenire tranquillamente alle 18,49 ritrovandomi un cielo capovolto. “Cose da Toro” mi avrebbero detto tutti quanti.S'è vinto. Con qualche affanno di troppo, ma s’è vinto.Per fortuna il Toro di ieri non era quello sconclusionato di Bologna, sennò non avremmo resistito 75 minuti senza prendere goal e probabilmente adesso staremmo parlando di una partita diversa.Questo per dire che sento in giro aria di euforia.Oggi accetto un'aria di soddisfazione attenta, moderata e con un lievissimo velo di preoccupazione per sbavature che ancora non si regolano, non accetto quindi un'aria di euforia.Lo dico perché stiamo entrando in una fase cruciale del campionato dove la differenza la faranno sempre più le sbavature e l'impegno sarà la condizione minima per uscire dalla parte critica della classifica. Inoltre, è bene ricordare, che siamo solo arrivati appena al casello dell'autostrada e dobbiamo arrivare ancora al centro. E’ vero che conosciamo le strade per arrivarci, solo che adesso quelle strade ben conosciute dobbiamo praticarle … e bene, senza sbagliarle!!Il WAN, da quel grande stratega che è, giustamente smussa e minimizza: “C’è ancora molto da lavorare”.

Anno nuovo, vita nuova si dice, pertanto mai come in questo momento vorrei prendere in prestito lo slogan di Obama: “It’s time to change”. E se questa celeberrima frase ha aiutato ed è riuscita a portare il primo nero ad entrare alla Casa Bianca, deve essere presa anche dal nostro Toro per far uscire dalla crisi la squadra e i giocatori partendo proprio dalla vittoria di ieri.It’s time to change, perché negli ultimi mesi c'è stata confusione, inutile negarlo; il che riporta indietro nel tempo, ad altre recenti stagioni, benché la società giustamente fa quadrato e da la colpa solo all'aspetto psicologico.It’s time to change, perché la verità, ciò che abbiamo visto ieri in campo, è un altro Toro rispetto a quello delle recenti prestazioni: più guardingo, più attento, più preciso, più grintoso e deciso.It’s time to change, perché nonostante le cose positive di cui sopra, per più di trenta, trentacinque minuti ho rivisto il Toro timido, impacciato, legato, bloccato di qualche tempo fa.It’s time to change, perché il Toro di qui trenta, trentacinque minuti non deve esistere e non lo voglio vedere più.It’s time to change, perché questo Toro ha ben altro nelle sue corde ed è quello che deve esprimere, perché può esprimerlo.It’s time to change, perché la sconfitta di Bologna è stato un distillato di crudeltà, perché nei "101 modi per perdere una partita" non è neppure contemplato il subire 5 goal in meno di trenta minuti dopo che si è passati in vantaggio per ben due volte.It’s time to change, perché in quel momento, nella testa di tutti i tifosi granata del mondo era passato lo stesso pensiero: "sono Cose da Toro".

Ebbene, proprio in questa generica frase è racchiuso il nostro universo.Cose da Toro, e ciascuno vi mette dentro quel che non sa spiegare o ciò che non si aspettava.Cose da Toro vuol dire che è accaduto un fatto che poteva capitare solo al Toro, mentre gli altri se la spassano nella normalità della routine.E' come se il destino avesse un telecomando, e facendo zapping scegliesse per noi il canale più imprevedibile, più drammatico, sfacciatamente beffardo.Le Cose da Toro non hanno colore, e spaziano dal malinconico sentore di uno scivolone nel vulcano fino alla sussurrata  convinzione di acchiappare una Stella ma, in mezzo all'irrazionalità di questi estremi, i tifosi granata si sentono a casa perché abituati a non mollare mai.Le Cose da Toro sono anche gli imponderabili eventi che scardinano l'ordine costituito, perché quest’estate tutti avrebbero firmato per un posticino nella parte sinistra della classifica, e oggi invece ci flagelliamo per la classifica distorta frutto di errori madornali e scelleratezze arbitrali.E' un secolo che, a Torino, si sente parlare di Cose da Toro, un neologismo acuto che spiega l'inspiegabile, ma nella sua sintesi tutti capiscono e annuiscono.Io, le Cose da Toro, me le tengo ben strette perché mi identificano e mi appartengono, e ritrovo in loro la metafora di una vita passata a inseguire, scrutando il cielo per comprendere se domani pioverà.Ora, usciti vivi e vittoriosi dal tritacarne Viola e dal solito squallore arbitrale di ieri, eccoci alle prese con il torneo di A forse più difficile della nostra storia.Se mi volto indietro vedo montagne scavalcate e mari attraversati, vedo migliaia di persone con migliaia di idee diverse in testa, e intuisco che le sofferenze condivise uniscono più dei trionfi scroccati alla mensa del Palazzo: per questo il tifoso del Toro va fiero delle sue tribolazioni, anche se non lo dice.Lo sbandamento emotivo per la vittoria che oggi ci coglie impreparati è il giusto concime per la mietitura di Domenica prossima.Io ci credo, e confido nell'unico risultato a disposizione, assai meglio di calcoli e alchimie, di isobare auto referenti e di finte partite gemellate.Ora che la cabala non ha funzionato, possiamo finalmente infrangere il silenzio che proteggeva l'inconfessabile: accendiamo i microfoni e a reti unificate urliamo la metamorfosi di un'idea, diventata speranza, e poi trasformata in un diritto: si deve lottare, si deve lottare, si deve lottare sempre e non solo per rimanere in A!!Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.