Giovedì 30 settembre 2010, notte, quasi venerdì, quasi ottobre. Caro Diario... Caro Diario. Se ti dicessi che domani è un altro mese? Direi una verità. E, fondamentalmente, mi dà più fiducia e respiro pensare in ottica di 'vogliochequestomomentosialontanoneltempo' Questo giorno non mi è piaciuto. Domani èun altro giorno... ops, un altro mese. Mej parej, va'...
mondo granata
Cose dette
Venerdì 1 ottobre 2010. Messaggi subliminali. Ne hai mai sentito parlare? Servono ad inculcare informazioni segrete che vanno ad incidersi sul sempre fertile terreno dell'inconscio. Ipnosi, insomma. Non si tratta di far dondolare un orologio davanti a
Sabato 2 ottobre 2010, Torello-Portogruaro 2-1Caro Diario,di nuovo mi è accaduto di perdere la voce nei primi minuti del primo tempo.L'anno scorso avevo preso l'abitudine di imparare a godere verso la fine del secondo tempo... il Capitano riservava le sue chicche quasi sempre in quel momento, a volte anche quando il secondo tempo era praticamente sfumato e la gente iniziava già a fluire per le vie che delimitano lo stadio.Che cosa ti devo dire? Posso anche abituarmi a cose nuove. Soprattutto se sono così: belle (nel senso assoluto del termine), belle (nel senso calcistico del termine) e belle (nel senso Rolandistico del termine).Posso abituarmi a cose nuove, sì.Non posso abituarmi a cose viste e riviste, trite e ritrite, ma questo è un altro discorso e non ho voglia di farlo per evitare ulteriore noia.È stato un sabato speciale, uno di quelli che ricorderò per sempre, ma te lo racconterò domani: adesso ricarico un po' le batterie e poi ritorno in pista.Domenica 3 ottobre 2010Caro Diario,voglio parlarti di una di NOI.La vita ha fatto in modo che ci incontrassimo casualmente, ma in realtà i nostri sentieri si sarebbero incrociati comunque: ne sono sicura al 99,99%.Ci siamo scritte per un po', nei mesi passati, e ieri ci siamo guardate in faccia per la prima volta.Ovviamente ci siamo riconosciute fra la folla, ovviamente non avrebbe potuto andare in altra maniera, ovviamente abbiamo parlato – purtroppo per pochi minuti – con la confidenza di chi, appunto, sapeva che prima o poi sarebbe giunto lì, proprio lì dove eravamo ieri.Lei è giunta lì, non importa il DOVE... casualmente si trattava dell'antistadio (che non è il contrario dello stadio, ma a volte sì... e dovrei parlare anche di questo: magari un'altra volta...).Lei è giunta lì, ti dicevo, con le mani cariche di doni: la personificazione di una di quelle antiche Dee che portavano fra le braccia una cornucopia.Di un dono in particolare ti voglio parlare.Una busta gialla di pluriball, dentro: una lastra di granito.Granito.Granito nero.Granito. Granata. Grrrr... granito: ha un bel suono.Una lastra di granito, ti dicevo.Sopra la lastra, un'incisione: due foto del Grande Torino, una di Bolmida, la frase che tutti NOI conosciamo, quella scritta da Indro Montanelli.Vale la pena ricordarla:Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta.Vale la pena ricordarla.Vale la pena ripeterla.Vale la pena continuare.Continuare a trasmettere la Memoria.Anche quando si è stanchi, SCOGLIONATI, senza speranza, sfiancati.La Storia, per diventare tale, deve essere tramandata.A chi spetta il ruolo di tramandare la Storia?A tutti.Senza interpretazioni personali, così com'è, così com'era.Quella lastra di granito è entrata a far parte della MIA Storia.Un giorno, fra tanto tempo, qualche mio pronipote la stringerà fra le mani e si farà delle domande... potrà anche avere delle risposte, ma solo ed unicamente se – nel frattempo – qualcun altro si sarà occupato di mantenere viva la fiamma della Memoria.Chiaro?Bene: andiamo avanti.Lei, la mia nuova Amica, mi ha donato un pezzo di Storia.Mia, Sua, Nostra.Storia.Mi ha fatto anche altri doni... non te ne parlerò: sono anche essi preziosi, ma desidero che rimangano silenti per tentare di sciogliere un po' questo groppo alla gola che mi attanaglia e che fa male perché fa bene.Lei si chiama Micaela e merita un ringraziamento che non sarò mai in grado di darle... a volte le parole mancano pure a me, Nostra Signora del Blablabla... eppure... eppure vuoi sapere una cosa?Micaela dice che do voce ai suoi pensieri.Lo dice anche Alessandro.E pure Massimo.Per non parlare di Luca.È una grande responsabilità.Da grandi responsabilità derivano grandi poteri.Come dici? È il contrario? Sì, lo so, ma io… io mica sono l’Uomo Ragno. (*)Lunedì 4 ottobre 2010Caro Diario,Luca ha centrato il punto.Prendendo spunto da Arpino, Luca mi dice, con la bella gra[nata]zia che ci contraddistingue(va): “Perché voler fare a tutti i costi i raffinati che sono stati svezzati con il caviale, quando siamo cresciuti a pane e barbera?”Grazie, Luca: spargi la voce.Sai com’è: a volte ci si dimentica di chi si è e si vorrebbe essere qualcuno o qualcos’altro, e ciò che si ottiene è diventare qualcos’altro ancora e si perde la trebisonda.Poi ti devo raccontare di quella signora che mi ha riconosciuta come Granata, anche se ero vestita di nero, e allora ho avuto l’ennesima conferma del fatto che ce l’ho proprio scritto in faccia.Non so se sia una cosa buona o meno… a me ha fatto bene, per cui dico che è buona. Te lo racconterò meglio, quando avrò finito di smazzare un po'di vita quotidiana, e adesso, francamente, non ho tempo neppure per respirare. Uomo Ragno e dintorni.
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