MONDO GRANATA

“Cose di calcio, cose da Toro”: presentato il libro sulle memorie di Beppe Bonetto

All’evento organizzato al Motovelodromo anche Pecci, Zaccarelli, Salvadori, Cravero e Longo

Un parterre de rois al rinnovato Motovelodromo di Corso Casale a Torino per la presentazione di “Cose di calcio, cose da Toro”, il libro edito da Edizioni In Contropiede e firmato da Beppe e Marcello Bonetto. Hanno partecipato bandiere del Toro come Renato Zaccarelli, Roberto Cravero, Eraldo Pecci e Roberto Salvadori, ma anche Moreno Longo, oggi tecnico del Como, e Mauro Berruto, deputato del Partito Democratico. “Bello vedere volti così importanti a questa presentazione - racconta Marcello Bonetto -. Il loro moto di affetto mi commuove sempre. Nel libro non c’è autocompiacimento ma semplicemente il ricordo di mio padre. Se loro sono qui, insieme ad esempio alle segretarie di mio padre di cinquant’anni fa, è perché evidentemente ha lasciato un segno”.

Marcello, figlio di Beppe, General Manager del Torino dal 1964 al 1982, ha raccolto in questo volume gli aneddoti sulla vita e sulla carriera del padre, volto storico del calcio italiano saldamente legato al club granata. Molte parti del libro sono state scritte da Beppe Bonetto in persona prima della sua morte sopravvenuta nel 2017. “Parte del titolo del libro si riferisce alle cose da Toro nel senso che i racconti di mio padre riguardano vicende e aneddoti pazzeschi connotati dalla sfortuna atavica che potrebbero capitare solo al Torino - ci spiega Marcello Bonetto -. Nel libro si alternano capitolo scritti da lui e scritti da me. Lui racconta la costruzione della squadra dello scudetto del 1976, mentre la parte relativa alla sua carriera da procuratore ho dovuto portarla avanti da solo a causa della sua morte; qui racconto aneddoti e cose che spero risultino interessanti e divertenti”. Come dirigente del Toro Beppe Bonetto ha contribuito in modo fondamentale a costruire la squadra scudettata nel 1976. Poi è passato al ruolo di procuratore sportivo, come precursore della categoria in anni in cui questa figura professionale non era ancora ben delineata.