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Chi ha qualche capello bianco sa bene di chi parlo: Cucciolo. Il leggendario tifoso che, ormai da tempo, ci ha lasciato. Questa rubrica, dedicata ai nostri fuoriclasse sugli spalti, non può non raccontare un autentico simbolo del Tifo Granata, anche se non si può parlare di intervista. Il mio amico Cody, storico Ultras e amministratore del Forum di Toronews, gli ha dedicato un thread che ha superato le 70 pagine di ricordi, che vi consiglio di leggere per un approfondimento: Cucciolo. In molti pensiamo a lui con affetto, in molti invochiamo il suo aiuto, in molti siamo orgogliosi della sua personalità, ricca di sfaccettature; aspetti contrastanti che limiterò e semplificherò a due: da un lato il duro, dalle amicizie non sempre limpidissime, dalle varie attività, pronto a menare le mani, lo sanno tutti. Ci piaceva così, ammettiamolo. Dall'altro il cuore Toro, l'amico vero, l'entusiasta, il difensore dei più deboli, il puro. Duro e puro. Quante volte, in trasferte difficili, ha tolto dai guai tifosi meno forzuti di lui. Quante volte poteva fregarsene e non l'ha fatto. Storie d'altri tempi. Un aneddoto da duro? Tanto per raccontarne uno? Anche se me ne vengono in mente dieci, all'istante? Succede che, credo un secolo fa, prima di un derby, a curve già abbastanza riempite, due ragazzi strisciati improvvisino una specie di corrida, in pieno terreno di gioco, dove quello che tiene una testa di toro soccombe sempre ai colpi inferti dall'altro: improbabile matador armato di una spada di plastica, di quelle da bambini, o di qualcosa di simile, tra gli "Olé" dei Fighters e compagnia brutta. I gobbi saranno già sette o ottomila. Beh, Cucciolo è sulla pista di atletica, sotto la Maratona. Spesso era lì, per dare il via alla sarabanda della Curva, all'ingresso delle squadre in campo. Il suo segnale, il suo "Via!" era quasi un gesto ieratico. Bene. L'improvvisata corrida sembra non piacergli. Cucciolo, in generale, aveva un'andatura molto lenta, camminava con qualche difficoltà, ma il suo incedere era inesorabile. Anche questa volta. Con calma da pistolero si dirige verso i due citrulli che continuano la loro gag, all'inizio tranquilli, poi girandosi e controllando ripetutamente il piazzato Granata in avvicinamento, spinto dall'incitamento di tutta la Maratona già presente. Forza Cucciolo. Quando i due capiscono che Cucciolo potrebbe arrecare loro seri danni fisici, sospendono. Forse sanno chi è. La Filadelfia è stupita. Uno dei due strisciati scappa subito, scavalcando e rifugiandosi in curva con un'agilità sorprendente. L'altro temporeggia, per un secondo pensa di fare l'eroe, forse. Per un secondo. Poi ragiona e si dilegua (come dargli torto?). Cucciolo è esattamente sotto la Curva Filadelfia, già pienotta, dicevo. E' completamente solo. Un paio di Fighters scavalcano e mettono piede sulla pista. Sembrano più credibili e aggressivi dei due fan della corrida. Cucciolo avanza ancora, ma dove vuole andare? Prima o poi lo centreranno con qualche oggetto! E' proprio attaccato alla Curva Filadelfia! La Maratona assiste impotente a 150 (o quanti cavolo sono) metri di distanza. Le due curve urlano. I due Fighters sono vicini vicini. Altri Fighters sembrano pronti a scavalcare. Il nostro eroe avanza ancora. Ci ripensano. Nessuno osa affrontare fisicamente Cucciolo che, soddisfatto e senza avversari, torna indietro, recupera la testa di toro e, sempre camminando piano piano, nel tripudio della Maratona, la porta alla sua gente, come trofeo. Memorabile.
Un ricordo da puro? Uno molto nitido è questo: alcune ore prima di una partita casalinga incontro Vincenzo (il suo vero nome) all'interno del vecchio Stadio Comunale, nel parcheggio che si incuneava tra la Maratona, i Distinti e la vecchia struttura per l'Atletica Leggera. Ci sono già molte auto appartenenti agli addetti ai lavori. Mi saluta in modo particolarmente caloroso e vedo che i suoi occhi brillano di gioia. Sta combinando qualcosa. Dietro i suoi baffoni spuntano degli occhietti da bambino birichino. Ammicca con fare furbetto e complice. Ha tra le mani dei piccoli pezzetti di carta rotondi che non riesco a osservare bene ma che, di sicuro, non ho mai visto prima d'ora. Mi dice: "Guarda qua, si appiccicano sulle targhe, su questo cerchio (indica con il ditone lo spazio dopo le due lettere che indicano la provincia). Tieni, questi sono per te, toh!". Me ne regala una generosa manciata. Esclamo entusiasta: "Che forti! Fighissimi! Grazie!". I primi bollini del Toro. I bollini! Quelli classici, color Granata con il torello bianco. Cucciolo indica le auto, compiaciuto: "Guarda, ho attaccato questi cosi su tutte le targhe delle macchine!" Fantastico. Tutte le auto parcheggiate sfoggiano l'innovativo autoadesivo. Dopo qualche mese di continua espansione i bollini imperverseranno per la città, facendo credere a due amici disinteressati al calcio, in visita a Torino, provenienti uno da Bari e l'altro da Pescara, che quel torello sia proprio stampato su tutte le nuove targhe di Torino. Ricordo il loro stupore quando spiegai che erano adesivi della squadra del Toro. Che poi un sacco di gobbi siano andati in giro per molto tempo, senza accorgersi che una mano malandrina avesse colpito sulla targa della loro auto, è un'altra faccenda.
Due aneddoti, due qualsiasi, senza pretese di voler raccontare Cucciolo. Solo un piccolo ricordo.Woooffffff….Dottor Puzzetto (Percival Ulrico Zoroastro Zacintus Ermenegildo Theodor Theophilus Orson)Presidente Toro Club Amici a 4 zampe
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