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mondo granata
di Marco Fiammotto
Da dove comincio?
E adesso? Da dove comincio?.
500 partite.
La prima forse l’ho vista a 2 massimo 3 anni con mio padre, ma la prima...
Da dove comincio?E adesso? Da dove comincio?.500 partite.La prima forse l’ho vista a 2 massimo 3 anni con mio padre, ma la prima vera, la prima da consapevole, la prima “voglio andare alla partita” la prima che ho contato ed è la numero 1 delle 500 l’ho vista che facevo seconda o terza media.Mi ci portò mio papà, (grazie papà), nei distinti centrali dello stadio Comunale, il Comunale, quello vero.Era un Torino Pisa che naturalmente perdemmo, finì 2-0 per loro.Ricordo che andammo in 4 io, mio padre un mio compagno di scuola, tale Davide Mosso, un rompicazzo di primissima categoria, e suo padre che guidava una macchina bianca scassatissima.Da quella volta, mi è bastata quella volta, il virus fece definitivamente presa e non mi lasciò più. Non che avessi avuto dubbi sulla squadra per la quale tifare prima ma credo che tutti i tifosi del Toro abbiano vissuto quella volta in cui come per magia si accorgono che stanno tifando Toro, che sono del Toro. E’ un po’ come vedere la luce è quando ti dici “che bello, sono del Toro” e ne sei orgoglioso, lo eri anche prima ma è il momento nel quale te ne rendi conto. A me è successo ad un Torino - Pisa 0-2.Poi vennero gli anni dei distinti centrali, mio padre non voleva che andassi in curva e per ovviare al problema per un paio di anni mi regalò l’abbonamento nei distinti.Era il periodo nel quale andavo allo stadio con Fabrizio Arduino grande amico e compagno di sofferenze alle scuole superiori, il periodo nel quale quando avevo un “abbonamento libero” invitavo il buon Cesare Procacci uno degli esseri meno dotati sul pianeta nel gioco del calcio, il problema era che lui non la vedeva così……Molti amici dell’epoca ricorderanno ancora con terrore le sue entrate assassine sulle gambe fatte non per cattiveria ma per broccaggine allo stato puro.Torino - EmpoliCon Cesare ricordo un Torino - Empoli 1-0 gol di non ricordo chi che mi costò una gomitata sul naso di proporzioni epocali, così mentre buona parte della gente intorno a me si commuoveva nel vedermi piangere di gioia per un gol all’Empoli io in realtà seppur goduto della rete segnata piangevo per il dolore provocato dal movimento scoordinato del buon Cesare.Il mio primo derby ed il derby del 3-3Ricordo anche il mio primo derby (il primo derby non si scorda mai), è stato quello del 2-1 con gol di Junior al 90° (gol di Junior sì, perché il gol lo ha fatto lui non quel mercenario di Serena).Mi ero sognato il derby tutta la settimana e ricordo benissimo che ci ero andato accompagnato dai miei genitori nei soliti distinti centrali, quello che proprio non ricordo è se ci fosse anche mio fratello o meno, stranissimo.Ricordo benissimo però la delusione atroce che mi procurò il gol di Platini, uno ce lo ficcava sempre e quella volta non fece eccezione, andammo sotto ed il primo tempo finì uno a zero per quelli là.Nel secondo tempo Francini pareggiò e da li in avanti penso di aver chiesto quanto mancava alla fine a mio padre circa ogni mezzo minuto, e non per la paura di perdere, per la voglia di vincere.Quella volta il padreterno chiuse un occhio ed al novantesimo io diventai un ragazzino felice, mio padre diventò un uomo felice, mia madre diventò una donna preoccupatissima di trovarsi con un marito ed un figlio infartati nello stesso giorno alla stessa ora.Che farci, il derby è così, un derby vinto vale bene un rischio di infarto, a me è quasi successo per un derby pareggiato.Qua serve fare un luuuuungo passo in avanti e dal 1984/85 occorre aprire una parentesi ubicata nel 14 ottobre 2001 al derby del 3-3.Altri tempi, altro Toro, altro stadio, la storia la sappiamo tutti, primo tempo 3-0 sotto secondo tempo Lucarelli, Ferrante, Maspero ed il rigore di Salas con la buca di Maspero.All’epoca mi ero da poco fidanzato con Cristina, oggi mia moglie, e quella era la prima volta che la portavo allo stadio.Al secondo anello, in Maratona, in un derby. A pensarci bene non fù un’idea brillante ma se nonostante tutto mi ha sposato, (due volte)…………Comunque, secondo anello al derby, due ore prima strapieno, stipati come sardine, non si respira, si sta in piedi (era un classico, era).Ad inizio partita un barlume di buon senso mi portò a dire a Cri che se il Toro avesse segnato un gol che stava a significare un vantaggio od un pareggio si doveva buttare sul buon Roberto Giulietta detto il Sire, l’unico in mezzo alla bolgia al quale non poteva fregargliene di meno e che si trovava lì solo per curiosità dovuta ad un martellamento effettuato costantemente da parte mia nel corso degli anni sulla bellezza della Maratona in generale ed al derby in particolare.Speravo in quel modo di evitare a Cri almeno parte, minima parte, del casino da gol, se non altro auspicavo potesse essere sufficiente a farla restare in piedi, dovevo per forza affidarmi a qualcuno, era evidente che non potevo contare su di me.Devo dire però che questa preoccupazione dopo il primo tempo era morta e sepolta, il primo tempo, noi non l’avevamo giocato proprio, loro avevano palleggiato ed era finito 3-0. No dico 3-0 dopo il primo tempo (decisi tra l’altro tra me e me che tra Cristina e lo stadio si era creata una situazione di incompatibilità assoluta per il futuro, prima partita il derby 3-0 sotto in un tempo, l’amore è amore ma la scaramanzia è scaramanzia).Arrivai anche a sbilanciarmi ad alta voce, troppo alta, su una mia sicura masturbazione in curva in caso di pareggio.Poi successe l’impossibile; neanche una serata con la Hunziker mi avrebbe ridotto così.3-1, curva in delirio.Ora normalmente la curva non esplode per un gol al derby se sei sotto 3-0 ma quella volta lo fece, e non è che ci mettemmo d’accordo prima, non sarebbe stato facile farlo peraltro, è che quella volta l’atmosfera in curva era di quelle rare, di quelle tipo Toro – Aberdeen per intenderci, era da impresa. Insomma incredibilmente ci credevamo.Ma sul 3-1 mantenni una sorta di quasi controllo e non mi persi Cristina, molto più modestamente alzai un pugno al cielo urlai, mi caricai e guardai l’orologio.Poi guardai il Gaidans “gliene facessimo un altro nel prossimo quarto d’ora……”Beh , “nel prossimo quarto d’ora” Antonino Asta alè si conquistò un rigore (lo so, lo so sembra impossibile ma ci diedero un rigore contro la Juve) e Marco Ferrante pensò bene di segnarlo (d’altronde Marco segnava sempre).E lì, lì la curva è esplosa di nuovo e i gobbi hanno cominciato seriamente a capire che buttava male, tant’è che poco dopo Maspero insaccò su respinta del Buffone dopo gran colpo di testa di Ferrante.AMENOVVIAMENTE PERSI CRISTINA.Ricordo di averla recuperata più o meno sul rigore per i gobbi.Eh già, dovevamo pur scontarlo un rigore a favore no? Quale momento migliore del 90° su fallo inesistente?Ricordo distintamente di aver pensato “Pace, era troppo bello per essere vero”.Quella volta però subito dopo ho anche pensato “No, stavolta no, Bucci non lo parerà mai ma puoi anche sbagliarlo sto rigore no? SBAGLIALO!”E credo che tutta la curva abbia pensato qualcosa di simile perché grazie anche alla famosa buca di S. Maspero Salas calciò nell’iperspazio ed io per la prima ed unica volta piansi di gioia allo stadio.Il giorno dopo ero in ospedale per accertamenti cardiaci.Ma non finì così.Mentre stavamo per uscire dalla curva un fratello di virus mi fece notare ad alta voce, troppo alta, che mi rimaneva un gesto simbolico da compiere……onestamente…...non me la sentii.Dimas mia nonna e FiorenzuolaMa torniamo indietro nel tempo, e non voglio seguire un ordine cronologico voglio andare in ordine sparso.Voglio tornare alle trasferte, voglio tornare al Dimas.Dunque di queste benedette 500 partite 70 sono state trasferte.Ricordo distintamente di aver fatto morire mia nonna, buonanima, adesso è mancata sul serio ma alla veneranda età di 90 anni e nel suo letto, a casa sua, per ottenere con la scusa del funerale un permesso dal lavoro ed andare in realtà a vedere a FIORENZUOLA un primo di turno di coppa Italia contro una squadra di serie C, stagione 1995/96.E la povera nonna si immolò sull’altare della coppa pomeridiana per uno squallido 2-1 al 90° per loro.Tra l’altro il gestore del, credo, unico bar del paese non voleva neanche venderci (a me ed al Dimas) una birra sostenendo che era vietato per motivi di ordine pubblico.A FIORENZUOLAIN COPPA ITALIAAL POMERIGGIO DI UN GIORNO LAVORATIVO.Lo incitammo a darci la birra, ce la diede.La prima trasfertaLa prima trasferta la feci invece semiscappando di casa.Quella volta ero deciso ad impormi.Avevo scelto un campo tranquillo Verona col Verona, le tifoserie erano gemellate ed io ci sarei andato da solo col treno senza biglietto della partita.Era la stagione 1987/88 ed alla fine quel treno lo presi scortato dalla sacra famiglia.Il Toro comunque fece un partitone e vinse 2-0 gol di E. Rossi nel primo tempo e di Tullio Gritti nella ripresa.Quello che non avevo calcolato è che il gemellaggio si ruppe proprio quell’anno, in quella partita……..Comunque.In seguito venne Inter – Torino 2-0 ma potevano farcene 10, Lorieri prese 9 in pagella, parò di tutto e di più e passammo 1 (una) volta la metà campo palla al piede in 90 minuti.Era l’Inter di Trapattoni e ci fece belli neri.Poi venne l’era del Peto.Il soprannome se lo guadagnò in seguito, all’epoca era solo Marco. Facemmo amicizia a Porta Nuova nell’attesa di prendere un treno speciale diretto a Bergamo per giocarcela contro l’Atalanta.Da lì in avanti di treni speciali ne prendemmo diversi e senza mai darci un appuntamento, semplicemente ci si trovava in stazione, sempre.Il Toro giocava fuori casa? Noi eravamo là. In casa ognuno per i fatti suoi.Grande Marco, sul nostro gol del definitivo pareggio a Bergamo, per 2-2, salì in piedi sulla balaustra ed ebbi il mio bel daffare a tenerlo sù mentre salutava con ampi gesti d’affetto e poetiche parole d’amore la curva atalantina.Peraltro i bergamaschi si erano premurati di manifestarci a loro volta grande affetto alla stazione prima di quella di Bergamo con un fitto lancio di pietre della felicità beneauguranti mentre noi si passava belli sparati a finestrini chiusi e tendine tirate giù con i poliziotti di scorta che ci invitavano amichevolmente a stare bassi.Le dimostrazioni di stima continuarono anche allo stadio dove ad un certo punto nel nostro settore ci piovve addosso persino un segnale stradale inviatoci in segno di augurio dai loro distinti centrali; qualcuno dei ns. ricambiò lanciando loro un fumogeno che centrò clamorosamente il cappuccio del giubbotto di un amico bergamasco il quale cominciò a correre per tutti i distinti con questo fumogeno tra il rosso ed il granata nel cappuccio utilizzandolo simpaticamente a mo di coreografia.Il grande affetto del popolo bergamasco continuò anche a fine partita quando tutta la città incluse donne, anziani e bambini si radunò al di fuori dello stadio per salutarci caramente.Fù la prima ed unica volta che ci fecero uscire di corsa al fischio finale (non si aspettò un’ora dentro lo stadio as usual), ci fecero salire sui pullman della polizia con griglie/sbarre ai finestrini e scortati da diverse volanti ci fecero volare attraverso Bergamo fino alla stazione mentre un cospicuo numero di poliziotti sostava davanti alla folla nei pressi dello stadio raccogliendo tutti i saluti destinati a noi. Ah, l’amore.ParmaA farla breve si arrivò ad un Parma Torino dove in stazione a Parma al ritorno a casa io, il Peto e mio fratello incontrammo finalmente il Dimas e Ciccio.Passammo il tempo giocando a pallone utilizzando come palla un k-way arrotolato, facemmo il viaggio di ritorno insieme, ci scambiammo i riferimenti.A Torino organizzammo dopo un paio di settimane un incontro di calcetto diventammo amici e per un po’ andammo in trasferta tutti insieme sempre coi treni speciali.Come dimenticare un Sampdoria – Torino effettuato subito dopo un’alluvione in Piemonte. Non ricordo il risultato, non ricordo l’anno, ricordo che impiegammo più o meno il tempo necessario per andare da Torino a Napoli per fare la tratta Genova – Torino.Dopo aver salutato Genova scortati a passo da bersagliere dagli amici doriani, Ciccio per la troppa foga si fece anche male cappottandosi su auto parcheggiata per dimostrare la sua personale superiore velocità di corsa ai simpatici ospiti della città di Genova, i doriani, a fine partita prendemmo lo speciale per il ritorno e credo fosse in questa occasione che Marco si guadagnò il soprannome di Peto a causa di un’incontrollata fuga di gas su angusto vagone ferroviario chiuso.Il tragitto fu tragicomico, ad Alessandria vedemmo ancora la città portare i segni dell’alluvione ed arrivammo a casa stanchi morti, ma: eravamo andati a vedere il Toro, con amici del Toro chi se ne fregava della stanchezza, si pensava già alla prossima.Napoli – Toro, PinoUn’altra trasferta che ricordo con piacere sommo fu un epico Napoli – Torino 0-1 gol di Fusi al 72°.HO VISTO IL TORO VINCERE A NAPOLI!Ero ospite di un amico del Toro club Napoli, Pino Pietropaolo, costui insieme al fratello si era inventato dal nulla un club di tifosi del Toro a Napoli composto da circa 50 unità tutti napoletani veraci come lui.L’eroico Pino fermava la gente in giro per Napoli, e ci vuole fegato anche se sei napoletano, quando vedeva qualche ignaro cittadino leggere il Tuttosport apostrofandolo con una frase tipo: “Tu! Leggi Tuttosport!” Al che ho sempre cercato di immaginare le facce sgomente degli individui apostrofati in questo modo ma non credo di essermi mai avvicinato alla realtà.Dopodiché Pino ampliava il discorso “Quindi o sei del Toro o della … per chi tifi?”Insomma sarà anche incredibile ma formò il Toro club Napoli ed aprì una sezione a Capua.Suo ospite era anche un ragazzo di Venaria di cui non ricordo il nome ma che ebbe la bontà di farmi la radiocronaca del match dal 72° in avanti.Già, perché io da quando Fusi la mise dentro mi piazzai in ginocchio spalle al campo molto ma molto vicino all’ennesimo infartino.Cosa curiosa fù che nel settore ospiti ci contammo ed eravamo esattamente in 100. 100 giusti tra i quali un pazzo venuto da solo da Bergamo che vagava nel settore ospiti mostrando a tutti la sua carta d’identità per avvalorare le sue parole.Un bergamasco del Toro da solo in trasferta a Napoli. Giù il cappello. Applausi.Sampdoria - ToroAltra epica trasferta fu un Sampdoria - Torino 0-1 gol di Paolino Poggi.Quella è stata una strana trasferta perché credo sia l’unica che mi sono fatto da solo, completamente da solo all’andata ed al ritorno.Mi ricordo che il treno da Torino (che non era uno speciale) ad un certo punto cominciò a riempirsi di doriani un gruppetto dei quali, per fortuna tranquillo, non ci mise molto ad intuire che ero tifoso del Toro, mah, sarà stata la sciarpa.Comunque ne uscii intero e scambiammo anche quattro parole: fui profetico.“Guardatevi bene un certo Poggi è un grande” gli dissi, a ripensarci dopo goduria doppia.A Brignole incrociai qualche altro cane sciolto del Toro, uno dei quali mi spiegò nel dettaglio dove si era nascosto una lama e ritenni la cosa alquanto pericolosa….. per lui.Allo stadio, nello splendido settore ospiti di Marassi, dove se guardi dritto davanti a te vedi la curva e se vuoi davvero vedere la partita ne esci con un torcicollo della Madonna, eravamo tanti, veramente tanti.Tornando al Dimas dopo il periodo treni speciali venne il periodo macchina sua, del Dimas appunto, ed a poco a poco di Km ne macinammo a nastro, prima con Roby, Ciccio ed il Peto, poi solo col Peto, poi solo noi due, e diciamocelo pure se ci perdemmo in compagnia ci guadagnammo in aria fresca.Reggiana - ToroUna delle più belle trasferte tutti assieme fù senza dubbio Reggiana – Torino 0-1 gol, tanto per cambiare, di Ferrante. Credo ci fosse anche Ermes con noi quella volta e quella vittoria significava quasi certa serie A.Poi venne il Chievo a Torino, poi perdemmo a Perugia poi spareggiammo proprio a Reggio col Perugia e restammo in B per un palo di merda sull’ultimo rigore.A Reggio con la Reggiana comunque fu tragico il fatto che trovammo una ottima trattoria nel prepartita.Il vino rosso scorse a fiumi e io ricordo solo il secondo tempo, il primo per me è un ricordo confuso di gambe di gente in piedi mentre io ero seduto o di una cinquantina di pazzi in mutande in campo al posto delle squadre.Trasferte varie ricordi flashTutti assieme ricordo un Ravenna – Toro 0-3 con annessa trattoria validissima.Sempre tutti assieme ricordo un Vicenza – Toro 2-1 con sequestro di monete all’ingresso da parte dei poliziotti ed incauto commento di Roby sulla loro necessità di rimpinguare lo scarso stipendio.Col Dimas ricordo un Venezia – Toro 0-0, andammo io e lui in macchina, poi una volta a Venezia vai di traghetti. Allo stadio a S. Elena un vento freddo che gelava le ossa e poi….la solita partita squallidissima senza un tiro in porta.Tra l’altro per tornare alla macchina non prendemmo il traghetto speciale dedicato ai tifosi del Toro ma un traghetto normale abbastanza pieno di tifosi veneziani ai quali i ns. espressero cari auguri dallo speciale di prima che navigava accanto.Sempre col Dimas ricordo un favoloso Milan – Toro 0-0 e questo fu un miracolo.Era il Milan di Van Basten e di Gullit (in realtà non sono sicuro che ci fosse anche Gullit), il Milan che in panchina aveva una sfilza di titolari indiscussi in qualsiasi altra squadra, il Milan che vinceva, che vinceva sempre.In teoria quella trasferta non l’avremmo dovuta fare poi dal balcone di casa mia telefonai al Dimas, che peraltro erano giorni che insisteva per andare, chiedendogli se ne avesse ancora voglia.Mancavano due ore circa al Match.Arrivò a casa mia praticamente in pigiama mentre io gli stavo ancora parlando al telefono dal balcone.Arrivammo a Milano, comprammo i biglietti entrammo sul fischio d’inizio.Gli strappammo un pari dopo che avevano vinto le prime sette o otto partite antecedenti a quella di fila.Che partita.Ricordo una parata, mi pare ci fosse Galli in porta, su un tiro di Van Basten assolutamente pazzesca.Toro – Aberdeen 1993/1994Mettendo uno stop momentaneo alle trasferte una delle più belle partite in assoluto che ho visto è stata Toro – Aberdeen di Coppa delle Coppe, secondo turno, gara di andata.Correva la stagione 1993/1994 il lento ma costante declino dell’era dopo Borsano era cominciato dall’anno prima dove comunque si era miracolosamente vinta la Coppa Italia contro la Roma in finale (dove al ritorno ci diedero i famosi 3 rigori contro quando forse ce n’era uno) ed al secondo turno dopo aver faticato nel primo col Lillestroem in casa ci era toccato appunto l’Aberdeen.Quella sera ospite in Maratona c’era il Mitico Mario Dal Pian amico di famiglia da parte di mio padre fin da quando tutti e due, loro, portavano i pantaloni corti.Mario era incautamente venuto da Pinerolo completamente privo di indumenti e/o vessilli di colore granata ragion per cui mi sentii obbligato a fargli dono di sciarpa granata/viola riportante le diciture “Odio i gobbi” e “Torino siamo noi” che il summenzionato accettò, ovviamente, di buon grado.Il luogo dove si officiava il culto era, all’epoca avrei detto purtroppo, oggi con lo stadio che ci ritroviamo direi per fortuna, il Delle Alpi.Ci piazzammo al secondo anello zona centrale, stranamente solo noi, nel senso che degli amici con cui abitualmente mi recavo all’epoca ad assistere alla funzione non c’era nessuno.Di fianco a Mario…….Mario…….allora, urge, necessita spiegazione, chi era, chi è Mario.Mario è una persona a modo, pacata, pacatissima direi, tradizionale, nel senso buono del termine, buon padre di famiglia, una figlia, amante della montagna e quindi dello sciare, amico di famiglia, già detto, amante del calcio e, dulcis in fundo tifoso del Toro.Ora chi legge potrà capire che quando di fianco a lui, in curva, nel cuore della curva si andò a sedere un tipo grosso, tozzo, muscoloso, capelli lunghi bandana, tatuaggi orecchino (uno) beh, Mario rimase un pelino perplesso ed anche se non disse nulla il suo sguardo parlò per lui.In realtà a fine partita lo stesso Mario espresse stupite parole di elogio per il presunto energumeno, in realtà rivelatosi veramente degnissima persona, ma assicuro che passò una buona mezz’ora in stato di disagio.Ad ogni modo eravamo circa 20.000 in uno stadio da 60/70.000 mila posti in una fredda serata quando l’arbitro fischiò l’inizio della partita.La curva partì, ma partì in sordina.La squadra non è che aiutò un granchè perchè in un amen ci ritrovammo 2-0 sotto, in casa, erano sì e no passati 20 minuti.Fù al secondo gol, quando una tifoseria normale si sarebbe un pelino o abbattuta o incazzata che cominciò.Cominciò una di quelle prestazioni della curva che in automatico significano stasera si vince, stasera il Toro vince, stasera vinciamo noi. Voi capite benissimo, lo si intuisce dall’atmosfera, dall’aria, ecco, è l’aria che cambia si percepisce chiaramente quando la Maratona vince e quella sera la Maratona vinse.Si cominciò a cantare tutti, tutti e 20.000 quel “Forza Toro granata olè forza Toro granata olè” che durò per tutto il resto del primo tempo, per l’intervallo e per tutto il secondo tempo, incessante, costante, grandioso.Verso la fine del primo tempo Raffaele Sergio, uno dei giocatori più scarsi che abbiamo mai avuto, a parte Osmanowski no, schiaffa la pera del 2-1.All’inizio del secondo tempo Fortunato fa 2-2. La Maratona continuava imperterrita senza variare il ritmo, ne più veloce né più lento, né più piano né più forte, “Forza Toro granata olè forza Toro granata olè” inclusi io, un incistitatissimo Mario dal Pian ed il tipo con l’orecchino.A 4 minuti dalla fine Pato Aguilera ma gran centravanti, ti indovina la deviazione su punizione dal limite e fa 3-2.Bello?Di più.Che partita, che Maratona.Il cronista RAI da bordocampo, noto gobbo disse testualmente riferito ai tifosi, “sono 20.000 ma sembrano 50.000”, ho ancora la videocassetta.Torino – Arsenal 1993/1994Il turno successivo incontrammo l’Arsenal ed il buon Mario dal Pian megaintrippato volle replicare.Si andò, solita sciarpa ma, aimè altro posto, balconata un po’ più a destra degli ultras, (arrivammo tardi, non per colpa mia).Dopo 5 minuti dall’inizio megascazzottata in curva, Mario si defila sulla dx in alto e mi mugola un “tu stai pure lì”, nella fase di sgancio lo perdo ululando un “ci vediamo fuori aspettami alla biglietteria”.La partita fu uno squallidissimo 0-0 dove non ricordo chi dei ns. si mangiò all’ultimo un gol fatto, la Maratona non replicò la prestazione precedente e la squadra fece, come dire, fece, mah, fece, fece CAGARE.Cmq il vero problema fù che all’uscita il buon Mario non lo trovai alla biglietteria, aspettai per mezz’ora ma niente da fare, feci il giro dello stadio di corsa (settore ospite incluso) ma niente da fare, tornai alla macchina e tornai, molto preoccupato, a casa per avvertire i miei.A casa surprise, Mario aveva chiamato mio padre da una cabina, si era perso, e fino a lì ci ero arrivato anche io, e lo aspettava allo stadio, mio padre era già partito e mia madre era stranissimissimamente tranquilla.Mah.Dopo pochi minuti, un quarto d’ora circa, arrivò Mario.Mario 1: Ho perso la sciarpa uscendoMario 2: Ti ho cercato intorno allo stadioMario 3: Ho chiamato tuo padrePadre 1: Mario era finito all’uscita del settore ospitiMarco 1: Cazzo (mentalmente)Padre 2: L’ho visto dalla macchina, ho parcheggiato e sono sceso, era pieno di tifosi dell’ArsenalMarco 2: Cazzo (mentalmente)Padre 3: 3 di quelli si sono avvicinati ubriachiMarco 3: Gesù, eppure siete viviPadre 4: Sai com’è sembravano un po’ esaltati ho fatto che picchiare per primo e ne ho steso uno con un pugno.Marco 4: Cazzo, papà (non mentalmente, parlato)Madre 1: E’ il modo di parlare?Padre 5: Poi gli altri si sono allontanati, ho caricato Mario e a due carabinieri che assistevano alla scena ho chiesto: “Come mai non siete intervenuti? E loro mi hanno detto che me la stavo cavando benissimo da solo”. Marco 5: Papà, sei un mito, neanche vai alla partita e mi stendi un inglesePadre 6: Mito, insomma, è che mi fa male la mano c’è del ghiaccio?Marco 6: Cosa posso fare per te? Vuoi un whisky, un ananas... PAPA’ potevi almeno prendergli la sciarpa.Il ritorno, Hunfield Road, Arsenal – Toro 1-0 Tony Adams.Beh.La partita non la giocammo ne noi ne loro, la differenza rispetto all’andata fù che loro sfruttarono l’unica palla gol del match che noi all’andata sbagliammo.Ma lo stadio,ragazzi, lo stadio,che spettacolo.Più o meno andò così, era la mia seconda trasferta in Europa dopo la finale di Uefa coll’Ajax e ci andai col buon Ermes Vacchina.Quella trasferta mi costò carissima, ricordo come fosse ieri che l’agenzia di viaggio che offriva il pacchetto volo/biglietto era in pieno centro.Commisi il madornale errore di gioventù di parcheggiare davanti ad una banca in C.so Vittorio Emanuale e così mi ritrovai a pagare di più per il dissequestro della macchina (mio padre non ne seppe mai nulla, grazie mamma) che non per il volo per Londra.Una volta a Londra, ovviamente ci dirottarono fuori Arsenal ma sempre nella city, avevamo a disposizione 4/5 ore buone che impiegammo nel migliore dei modi:INVADEMMO I PUB.Ed ho poi una visione.Il buon Ermes di cui sopra giocava all’epoca in una squadra di calcio dilettantistica e pensò bene di promettere al suo allenatore di portargli da Londra una bottiglia di whisky scozzese.Spendemmo così una buona ora alla ricerca di una “whiskyteca” e la trovammo, caspita se la trovammo.Era grande come casa mia solo che tutte le pareti erano piene di scaffali di diverse tipologie di whisky, saranno state 1.000.Fatto quel che si doveva fare si tornò sul pullman e si andò allo stadio.Neanche era cominciata la partita che scattò la rissa coi poliziotti.Avevano pienamente ragione gli ultras, sti bobbies volevano che noi si vedesse la partita seduti, peccato che loro stessero però a bordocampo in piedi impedendo la visuale alle ns. prime file.Fù il finimondo, e vi assicuro che i bobbies le presero e ne presero tante, poi arrivarono i rinforzi ma alla fine la partita la si vide in piedi.Il Toro come detto perse uno a zero ma facemmo una prestazione a livello di tifo esaltante.Eravamo 5.000 ma gli inglesi stavano, veramente, a guardare noi, fummo bellissimi.Al ritorno in aeroporto uno dei più brutti ricordi della mia vita, ah, le disillusioni.Jarni, che era in campo ufficialmente ma francamente non ricordo avesse toccato palla, si lamentava con Chiuminatto del fatto di non trovare il suo dopobarba preferito.Ma d’altronde il Toro siamo noi, non loro, è bene non dimenticarselo mai.Genoa – Toro 2-2 EnricoMai visto il Toro vincere a Genova col Genoa in partite ufficiali, una volta in amichevole sì 1-0 gol di Lentini in piena estate ma in gare ufficiali niente da fare.Quella volta pareggiammo per colpa mia, solo ed esclusivamente per colpa mia.Il primo tempo si chiuse 1-0 per noi.Ad inizio ripresa dopo circa 5 minuti ciapa lì 2-0.Ed è lì, sul 2-0 che commisi peccato.Pensai: “questa è la volta che vedo il Toro vincere a Genova col Genoa”.Me ne pentii subito ma era troppo tardi.Negli ultimi 5 minuti prendemmo 2 gol e ciao a tutti.Ma quella partita rimane nella mia mente per Enrico.Era il periodo in cui la mia vita era: io, Ottavio (Giò), il Sire (Roby), e Daniele, ragazzi vi voglio bene, tanto, due gobbi ed un acalcistico ma 3 amici veri.Il buon Dani era il tramite attraverso cui conobbi Enrico, non che abbia mai avuto grandi rapporti con lui ma era un bravo ragazzo.Quel giorno nel settore ospiti, sempre quello di Marassi dal quale se guardavi dritto ti prendevi il torcicollo, mi ero spostato per andare a salutare un paio di amiche e tornando al posto stavo scavalcando un cazzone svenuto a terra con la testa nel suo vomito quando mi accorsi che il cazzone era Enrico.Nessuno lo stava aiutando e questo a prescindere dagli “amici” coi quali probabilmente era lì mi diede da pensare su noi del Toro, nessuno lo stava aiutando.Lo misi seduto e gli diedi una veloce ripulita, che almeno non ci soffocasse nel suo vomito, e quando vidi che respirava lo lasciai lì. Me ne pento ancora oggi, lo lasciai lì, da solo.Diversi anni dopo a seguito di una vita difficile e priva di grandi gioie seppi da Daniele che Enrico era andato a vedere giocare gli immortali, almeno adesso lui il Toro lo vede vincere.Ancora il Dimas.Come cavolo faccio se parlo di Toro a non parlare del Dimas.A casa sua ha una pelle, vera, di zebra che devi calpestare se vuoi starci in casa sua altrimenti fuori.Da lui abbiamo visto il Toro mille e mille volte con granata di tutte le estrazioni sociali, dall’operaio Fiat all’emiro arabo.Il Toro è Toro e di fronte al Toro siamo tutti uguali.Luca sta bene economicamente, che non è un peccato, ma ha la grandezza non usuale di non tirarsela, lui è come te, si presenta 100% per quello che è, è onesto, è sincero, chapeau.Bene da lui vissi una delle serate più pazzesche della mia vita quando mi trovai con un sacco di tifosi del Toro a tifare Juve.Ebbene sì.Tifai, tifammo Juve.Era la finale di Champions League tra Juve e Milan e noi si decise coscientemente di tifare Juve.PERCHE?Semplice.Ogni volta che non gioca il Toro e si guarda una partita il tifoso del Toro tifa e regolarmente tifa per la squadra che è sfavorita, per la squadra che finirà immancabilmente per perdere.Quindi se la squadra per la quale il tifoso del Toro tifa quando non gioca il Toro perde………Non fù una serata semplice ma tifammo tutti Juve.Al solito trovammo l’esagerato che alla decima volta che a voce alta si trovò a ripetere forza …. venne invitato a moderare il suo entusiasmo.Fatto stà che quando Shevchenko schiaffò il rigore decisivo e la Goeba perse la finale di Champions a casa del Dimas fu fiesta grande.Poco dopo un pazzo passò strombazzando in macchina sotto casa sua, C.so Turati, direzione centro sventolando trullamente una bandiera del Toro.A tutt’oggi ignoro se lo stesso sia ancora in vita.Gli amici di oggi, playback coperte rigori e manga.Parliamo di coloro coi quali oggi io vado allo stadio.Quante ne abbiamo viste?Oggi, ormai da anni, divido lo stadio con mio fratello che non ama parcheggiare in zona stadio, con Barellone che io intimamente chiamo Playback perché da anni ormai la bocca sui cori si muove ma il suono……. con Fabio rigore, sempre incazzato con la squadra ma quando chiama il rigore ce lo danno, con Marco S. e sua mugliera Valeria ed i loro Manga. Da anni insieme a noi con noi vaga poi il clone del nonno di Heidi che si reca in solitudine al 3°anello con la sua copertina ad incazzarsi comunque che si vinca o che si perda, il più grande di tutti noi, lo Zio, Zio Marty.In Maratona laterale, ma quest’anno, a volte tornano, come back in Maratona Davidino sfollagente (nel senso che il pistolino è sempre in mischia).Ma a questa lista manca lui, number one, presente per una sola stagione sugli spalti, quando ancora anche Max Romiti era tra noi prima di fondare i giuristi granata, colui che dopo un intero anno di stadio ancora mi chiedeva i nomi degli amici coi quali si andava, e ancora si va, a vedere la partita, ZIO PAOLO.ZIO PAOLOZIO PAOLO se n’è andato e non ritorna più!Non nel senso brutto, grazie a Dio gode di buona salute, solo che allo stadio ha fatto solo una stagione poi nisba.Zio Paolo era quello che invitava chi fumava in curva a non fumareZio Paolo era quello che voleva il rigore per un fallo a centrocampoZio Paolo era quello che “Ma chi è il portiere?” Cazzo zio siamo al girone di ritorno il portiere è sempre lo stesso.Zio Paolo era quello che “Ho perso l’abbonamento dal cinese” (due settimane dopo il cinese lo ha ritrovato e me lo ha dato)Zio Paolo era quello che quando mi sono rotto il tendine d’achille è venuto con Roby al terzo anello a farmi compagnia al derby quando sono dovuto venire con le stampelle ed a momenti lo vinciamo quel derby che mi ha visto saltare con una gamba sola perché chi non salta un bianconero è lo devi fare. Quel derby fini 2-2 con Maresca corna di coniglio che al fischio finale ha coperto la distanza campo-spogliatoio più veloce di Ben Johnson ma se c’erano Bruno o Policano lo pigliavano, oh se lo pigliavano.Zio Paolo era quello che all’agriturismo al pranzo di fine stagione mentre mangiavamo il porcello mi chiedeva “ma quello lì biondo come si chiama?” Cazzo Zio è tutto l’anno che andiamo allo stadio con Barellone.Zio Paolo è quello che si è affezionato a tutti voi e che spero proprio torni in curva prima o poi perché è fuori come un cavallo ma è un buono.Il Panathinaikos il nonno l’Hajduk 1985/86La mia prima partita di coppa.Torino – Panathinaikos.Commisi l’errore di affidarmi a Cesare per l’acquisto dei biglietti e finii in curva Filadelfia. Me lo disse come se fosse una cosa naturale, i biglietti di Maratona erano finiti, li ho presi in Filadelfia, proprio lui, l’omino del “ci penso io fidati”.Ormai era andata, ero comunque gasatissimo era la mia prima partita di coppa ed anche se ancora non lo sapevo l’andare in Filadelfia ebbe il lato positivo che se non potei fare spettacolo potei vederlo, come capita di solito ai gobbi nei derby insomma.Fù la notte delle 10.000 fiammelle quando tutta la Maratona accese le torce distribuite all’ingresso e diventò splendente anche alla vista oltre che nei cuori, me ne innamorai ancora di più.Il Toro vinse al con un gol all’87° o meglio con un autogol di Mauriolis proprio sotto la Filadelfia ed io fui felice, tanto.Al ritorno Comi gelò i greci con un gol dopo 40 secondi ed io rischiai di nuovo l’infarto ma stavolta via radio, ricordo ancora la voce del cronista al 72° “Botta di Karoulias PARATA di Martina” che più che una parata fece un miracolo.Finì 1-1 passammo il turno coi nostri a filarsela negli spogliatoi inseguiti dai giocatori e dai poliziotti greci.Nel secondo turno l’Hajduk di Spalato.Ora mio padre era stato chiaro: “Da solo non ci vai”.Bene, cioè male.Nessun amico che quella sera volesse andare al Comunale.Cominciai a baccagliare mio nonno materno intorno a mezzogiorno.Dopo avergli frantumato i gioielli di famiglia fino alle 17.00 pranzo incluso cedette e si dichiarò disposto ad accompagnarmi, ero disperato al punto che mi ero sbilanciato a promettere il pagamento del biglietto per entrambi e voglio proprio dirlo mantenni la promessa.Commise però un errore il nonno, quando gli dissi che intendevo partire alle 19.00 per essere alle 19.30 allo stadio, per andare nei distinti di un secondo turno di Uefa coll’Hajduk di Spalato non col Real Madrid mi chiese: “non sarà tardi?”.BOING! IL TARLO.Alle 18.00 a cancelli chiusi eravamo là, i primi, prima degli Ultras, fui anche il primo a fare i biglietti e quando il bigliettaio si dichiarò impossibilitato a darmi il resto se non avevo moneta sembrai talmente disperato che un bagarino, dico, un bagarino mi regalò la moneta necessaria per dargli i soldi giusti ed avere i biglietti.Entrammo nello stadio, io, il nonno e…….basta, c’eravamo noi. Era la seconda partita in assoluto nella vita di mio nonno dopo un derby datato anni ’40 che il Toro vinse 1-0 e lui non mancava di ripetermi che con lui allo stadio il Toro non aveva mai perso…………me lo ricorda ancora oggi a 97 anni e può farlo perché quella sera finì 1-1.Il povero nonno commise poco dopo il suo secondo errore della giornata, voleva sedersi, insomma ci poteva anche stare, la partita non era ancora cominciata, eravamo nei distinti ma decise di farlo poggiando il culo su un disco di cartone granata distribuito per la coreografia. Lo cazziai allibito: “ Nonno non ti devi sedere sul colore granata”, si sedette sul gradino sporcandosi i pantaloni ma, voglio dire, all’epoca mi sembrava giusto così.Al ritorno a casa ricordo ancora il faccione perplesso del nonno che quando mio padre non esattamente gaudente ci aprì la porta pronunciò la famosa frase “e’stata un’idea sua”, cioè mia, quella di andare alla partita.Per la cronaca al ritorno l’Hajduk ci seppellì 3-1 e passò meritatamente il turno.Il Tirol Innsbruck 1986/1987Quell’anno la Coppa la giocammo bene sul serio, anche perché non è che incontrammo degli squadroni, gli ungheresi del Raba Eto al secondo turno, i Belgi del Beveren al terzo.L’unico ostacolo serio, teoricamente, lo trovammo al primo turno quando il sorteggio ci affibbiò i francesi del Nantes ma lo superammo fin troppo agevolmente con una prestazione straordinaria all’andata in casa loro, 4-0 ed è in quell’occasione credo che nacque il coro “Qui sont le plus fort les plus fort sont les rouges”.Al ritorno finì 1-1 in una partita ultra tranquilla.Quarti di finale di Uefa e dall’urna chi ti esce, la squadra che tutti volevamo, il Tirol Innsbruck. Decisamente meglio del Barcellona o dell’Inter.Stava girando tutto per il verso giusto, troppo.La gara di andata in casa la DOMINAMMO, fu la sera nella quale elessi Dossena miglior giocatore del mondo di tutti i tempi prima di Pelè, non ce n’era per nessuno credo che quella sera Beppe sarebbe andato via in dribbling anche alla Madonna ma incredibilmente non segnammo. Beppe continuava a saltare gli avversari come birilli ed a tirare in porta od a mettere la palla in mezzo, li bersagliammo di continuo, non superarono mai la metà campo ma non segnammo.Quella sera mi apparve chiaro il concetto di una frase sentita tante volte, capii appieno cosa si intende dire per “la palla non vuole entrare”. La palla non volle entrare, non segnammo.Il risultato più bugiardo delle 500 partite che ho visto dal vivo, fù davvero pazzesco, poteva finire 8-0 finì zero a zero con una traversa, un palo ed un rigore sbagliato da Comi.Al ritorno ci rubarono la partita in modo veramente scandaloso complice l’arbitro, uno svedese di cui non ricordo il nome, e ce ne tornammo a casa, 2-1.FORZA TORO SEMPRE.Coppa Italia Sampdoria e una lieve pioggerellina.Pioggerellina,insomma, avevo i fiumiciattoli che si formavano sui gradini della Maratona che mi finivano nelle scarpe, ero senza ombrello e l’arbitro sospese la partita per pioggia sull’1-1.Ero con Fabrizio Arduino, senza ombrello anche lui.Ricordo noi due che con i temerari della serata cantavamo “SOSPENSIONE, SOSPENSIONE” all’andata avevamo perso e con l’1-1 eravamo fuori, sotto il diluvio universale.L’arbitro sospese.Al 5° del secondo tempo sospese così per la ripetizione avremmo dovuto ripagare il biglietto.Alla ripetizione non ci andammo.Venne a prenderci la mamma di Fabri alla quale allagammo la macchina.Una volta a casa mio padre mi accolse con parole ancora oggi a me sconosciute e venni inviato a farmi la doccia.A tutt’ora non ho informato mio padre che quella sera l’acqua calda non funzionava e che la doccia “rigenerante” non fù esattamente tale, mi sorbii la doccia fredda tremando e morta lì.Per la cronaca durante la ripetizione la Samp ci bastonò 4-1 e per quella stagione finimmo l’avventura in Coppa Italia.Casiraghi, Policano, Bruno e il matrimonio del gobbo.Ora, se c’era uno che aveva la faccia da gobbo, il comportamento da gobbo, la simpatia del gobbo questo era Casiraghi, ed infatti era gobbo.Venne il derby.Al principio fu Casiraghi vs. Pasquale Bruno.Adesso, uno che ha per soprannome ‘o animale non è che a provocarlo ci fai proprio la figura di quello intelligente.Quando l’arbitro espulse Pasquale per un innocente falletto sul provocatore a ‘o animale girarono le palle.Si beccò la bellezza di 8 giornate di squalifica ma se non era per Lentini che lo trattenne credo che l’arbitro, Ceccarini, sarebbe stato impalato e Bruno squalificato a vita.Eravamo già sotto di un gol segnato proprio dal gobbo infido ed ora eravamo anche in 10.Ma era appena cominciata.Ormai la cosa ha assunto per me, fatte le debite proporzioni, i connotati di una parabola biblica.Il Buon Policano detto Rambo ad un certo punto si incazzò pure lui, me lo ricordo come se fosse oggi.Era più o meno a centrocampo, ci guardò, in Maratona, allargò le braccia come a dire “non è mica colpa mia, lo devo fare”, partì come un treno ad alta velocità e cilindrò di brutto Casiraghi. La Maratona non esplose, detonò!Policano si rialzò, calpestò Casiraghi in faccia lasciandogli una cicatrice che il suddetto si portò qualche giorno dopo al proprio matrimonio ed uscì dal campo senza neanche guardare l’arbitro, tanto già sapeva. Lui se non sbaglio di giornate ne prese 5.Eravamo in 9 ma i gobbi si misero a fare catenaccio.Finì uno a zero per loro ma all’uscita a festeggiare fummo noi davanti alle facce allibite dei tifosi dei pigiami che, ovviamente, non ci capivano una mazza.La coppa UEFA 1991/1992Squadra stellare cavalcata trionfale.Quella è stata una stagione bellissima sia in campionato che in coppa, ma fù senza dubbio in coppa che vivemmo le emozioni maggiori.Randellammo senza pietà tutte le squadre che incontrammo ed all’epoca la coppa Uefa raggruppava più squadroni che non la Coppa dei Campioni, non c’era ancora la Cempionslig e molte delle squadre più forti d’Europa se la giocavano in Uefa.Al primo turno incontrammo il Reykjavik e li distruggemmo 2-0 da loro e 6-1 in casa nostra.Poi fù la volta del Boavista, 2-0 in casa e 0-0 là dove Marchegiani disputò la partita perfetta, uscita presa alta, uscita presa alta, uscita presa alta quelli continuavano a crossare in mezzo e lui uscita e presa alta, non ne sbagliò una.Poi toccò all’AEK Atene 2-2 da loro ed 1-0 per noi in casa.Quindi fù la volta del BK Copenaghen, 2-0 là ed 1-0 in casa.In semifinale arrivò il Real Madrid.Andata in casa loro 2-1 per loro.Al ritorno 2-0 per noi, bello bellissimo ma non me la sono goduta fino in fondo.Perché?Perché se non avessimo vinto quella dopo di partita alla fine questa non valeva niente.Non è che fossi sfiduciato intendiamoci, quel Toro era forte, fortissimo è che ci davo il 50% di probabilità di battere in finale l’Ajax.All’andata in casa a mio parere Mondonico sbagliò una delle pochissime partite della sua gestione, ce la giocammo alla pari e quelli a centrocampo presero in mano il gioco.Al ritorno il centrocampo lo saltammo sistematicamente con i rilanci lunghi di Marchegiani alla ricerca del piede di Lentini e la partita la facemmo noi.Ad ogni modo finì 2-2- con un rigore loro dubbio ed un gol di Jonk da centrocampo che lo sfacciato osò dire aver provato spesso in allenamento.Ricordo che quando partì il tiro dissi “prendila Luca prendila” ma si vedeva già che era imprendibile.Ed infatti Luca, non per colpa sua, non la prese.Per noi segnò una doppietta Casagrande, dovevamo andare a giocarci la coppa a casa loro ad Amsterdam.Inutile dire che ci andai.Andammo insieme io e mio fratello, ricordo Caselle pieno di tifosi del Toro, ricordo il pilota comunicarci in volo che se volevamo urlare per lui andava benissimo dato che era del Toro anche lui e che sarebbe venuto alla partita.Una volta a terra ci dirottarono con diversi pullman fuori Amsterdam, per quanto ne sò l’unico pullman che entrò in città venne ribaltato, o almeno così si disse allora.Noi finimmo ad Utrecht ridente cittadina piena di tifosi dell’Utrecht, direi che ci può stare, che non mancarono di farci sapere che loro ci avrebbero godicchiato assai se avessimo preso noi la coppa al posto dell’Ajax.Allo stadio eravamo tanti e facemmo un gran bel tifo ma se non fù partita da Toro quella non saprei quale altro esempio scegliere.Prendemmo un palo nel primo tempo con Casagrande proprio sotto il ns. settore e ricordo benissimo che pensai: “Pazienza, siamo il Toro, può capitare”.Poi ci negarono il rigore su Cravero con la famosa immagine di Mondonico che alza la sedia, un’icona nell’immaginario granata mi fa piacere poter dire di aver visto dal vivo.Nel secondo tempo secondo palo, Mussi stavolta.E qua i nervi cominciarono a tendersi sul serio.All’ultimo con le speranze ridotte praticamente a zero mi vedo Lentini, quello vero eh!, non quello del Milan, Lentini, scattare palla al piede sulla fascia sinistra.Gigi si invola i nostri si fondano in area aspettano il cross.Pensai “se Dio esiste questa palla entra”.Quando Sordo, che se avesse segnato mi avrebbe costretto a tenere ancora oggi in camera mia un suo poster grandezza naturale, prese il palo…….…..le mie convinzioni religiose dapprima vacillarono, poi si persero, poi si mutarono in grande, grandissima, immensa incazzatura.Fu così che alquanto alterato tirai giù tutti i santi del paradiso dalla candida rosa in rigoroso ordine alfabetico, da S. Agnese a S. Zita.Ancora oggi sono sicuro di essermi guadagnato l’inferno e che nessuna azione che potrò compiere nella mia vita me lo toglierà.Finiti i Santi passai al padreterno e gli espressi il mio malumore e cosa pensassi del fatto che insistesse a dimostrarsi così smaccatamente gobbo.Brutta storia, insomma, nello stesso giorno mi sono giocato tutti i Santi ed il padreterno…….Mio fratello pianse, molti piansero, ma i ragazzi li applaudimmo e li chiamammo sotto la curva, ce l’avevano messa davvero tutta.Ci tennero poi per un lasso di tempo indefinito nell’antistadio e quindi la polizia ci scortò fino ai pullman.Io ricordo benissimo che alcuni poliziotti ci chiedevano le sciarpe e ci davano in cambio le mostrine della divisa.Uno addirittura sopra una camionetta mise la sciarpa sul manganello e la sventolò per tutto il percorso.Ad un certo punto nel silenzio assoluto qualcuno cominciò a cantare, uno, uno solo di noi, e di colpo tutti, ma proprio tutti gli andarono dietro.Sconfitti senza perdere e prendendo tre pali noi cosa facemmo? Cantammo!Cantammo il Toro, cantammo noi stessi e la nostra fede e quella volta cantammo anche per la squadra che si era sicuramente dimostrata degna della maglia.Quella partita però, mi fa ancora stare male oggi.Niente partita, il mio matrimonioDiciamo che il mio matrimonio lo conto come la partita numero 501.E diciamo anche che a pensarci a posteriori forse ho un po’ esagerato col Toro quel giorno là.Però ragazzi.I cori della Curva nel ristorante a Villar Perosa in casa del nemico col cameriere pelato gobbissimo che soffriva come pochi a servirci a tavola.Il bandierone che Roby ha portato fuori dalla Chiesa.Tutti voi con le sciarpe.Davidone con la maglietta della marcia dei 50.000.La torta nuziale col Toro sopra sul campo verde.Il Bandierone appeso al ristorante grazie alle grucce del Dimas.Il figlio di Fabio appena nato con la maglietta Ultras Granata.Chi non salta è un bianconero.Cristina col vestito da sposa, non me ne vogliate, più bello del mondo che quando l’ho visto bianco e granata a momenti svengo; un regalo così bello non credo lo riceverò mai più.Insomma è vero che non faccio testo perché era il mio di matrimonio ma mi sono divertito e la partita 501 la conto come una vittoria.Torino – Parma 4-4 L’esordio del Puma23 febbraio 2008 sabato.E’ fin da quando andavo alle elementari che mi preparo questo momento (e non scherzo).Si gioca alle 18.00.La serata è calda.Sergio ha da poco fatto due anni.Metto a mio figlio la maglia del Toro e lo porto a casa, in Maratona.Cristina è un po’ preoccupata ma mi lascia fare, prima o poi l’aveva messo in conto che sarebbe successo.Gli metto al collo la sciarpetta che il papà di Fabio ci ha procurato quando siamo andati a vedere “Ora e per sempre”.Lo metto in macchina e vado.Sono d’accordo con Cri che se dovesse proprio non gradire le telefono per venirci a prendere.Mentre andiamo allo stadio a piedi partendo da C.so Sebastopoli ang. C.so Orbassano gli spiego che se sceglierà il Toro saranno guai, inutile mentire, la vita è dura ma viverla onestamente da soddisfazioni comunque.Varco la soglia, supero i cancelli, entro.Lo porto a salutare gli amici presenti, Fabio, Barellone e Marco S. poi andiamo al primo anello a giocare a pallone.Ad un certo punto la Maratona comincia a fare la Maratona e canta, meglio, urla, meglio declama i suoi versi d’amore.Il Puma si ferma è perplesso, che faccio piango? Io lo prendo, lo metto su una gamba mentre tengo a terra l’altro ginocchio, siamo spalle al campo, faccia rivolta alla Maratona e gli spiego.“Questa è casa tua, questa è la tua gente, stanno cantando non per la squadra, per il Toro ed il Toro siamo noi, non devi aver paura, è bello, cantiamo noi stessi la nostra gioia di stare qui insieme, la fede che ci accomuna.”Poi penso che Sergio ha due anni e che del discorso che gli sto facendo non può capirci un granchè.Lui mi guarda e decide che non vuole piangere, forse ha capito più di quanto io creda, solo il tempo lo dirà, torna giocare a pallone, poi all’inizio del primo tempo mi si siede sulle gambe e si guarda tutti i primi 45 minuti.1-0 per noi4-1 per loro4-2.Il secondo tempo decide che giocare è meglio che non guardare gli altri giocare, e tutti i torti non li ha, così non è che io veda molto della partita visto che devo guardarmi lui, giustamente.Finisce 4-4 come esordio non c’è male.Mi dice che gli è piaciuto e che vuole tornare.Nella stessa stagione tornerà altre due volte e continua a chiedermi di tornare.Chissà, spero abbia preso il Virus.Tante partite mancano, le aggiungerò, questa è solo una bozza ma per ora voglio condividere con voi questo amarcord della mia vita calcistica della quale voi avete fatto parte.
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