di Ermanno Eandi
mondo granata
Da New York a Barcellona un mondo granata
L’impresa del Toro è stata applaudita e ascoltata via radio in tutto il mondo. I tifosi granata sono sparsi ovunque fra Canada, Spagna, Olanda e Svizzera in molti fra quanti non potevano seguire in tv la partita si sono prodigati in mille pur di conoscere le gesta dei prodi granata. Chi collegandosi via internet chi scambiando sms con i parenti allo stadio. Un altro invece ha lasciato per poche ore New York e si è trasferito in Maratona, nonostante un biglietto della tribuna. Granata da legare fino al midollo, il giovane fotografo di moda Cristiano Morroi è assistente di Mario Testino uno dei due artisti più noti al mondo nel settore. “Vivo perennemente in viaggio e sto di base a New York, ma mi muovo spesso fra Los Angeles, Londra e Rio de Janeiro. Eppure non perdo dal vivo, se riesco, una partita di cartello”.
Un vero e proprio virus…
"E’ una malattia congenita, contratta fin da ragazzino. Sono nato a Torino, ma cresciuto a Otranto, nonostante la lontananza venivo fin da piccolo per vedere il Toro. Il primo ricordo che ho è un flash dei primi anni '80, un derby vinto quando ero ancora in fasce e a cui i miei genitori mi hanno esposto come a un virus, quello dei granata da legare di cui ho letto il libro trovandolo veramente acuto".
Per cui ieri sera…
"Ero tesissimo come mio cugino. In Maratona abbiamo urlato l’impossibile, arrivando a ridurci in questo stato (ha la voce roca come quella di Ciotti ndr), però è stata una gioia indescrivibile. Forse nemmeno la partita con il Real Madrid è stata così.
Per lei il Toro è…
"Una malattia genetica, che non mi è passata nonostante viva perennemente in trasferta. Mi piace l’aria, lo spirito, l’idea di squadra, di lottare per raggiungere un obiettivo che sembra un sogno irraggiungibile. Però non mi piacerebbe vincere rubando come fanno i gobbi. C’ero con la Cremonese, perché sognavo la serie A diretta. Ma non sarebbe stato da Toro. Ora voglio vedere la Juve in C2 come da regolamento. Penso che il sistema abbia una formidabile occasione di dimostrare che è finita l’epoca dell’uso dei due pesi e delle due misure".
Conosce altri tifosi del Toro a New York ?
"Ho un paio di amici gobbi con cui litigo ma i miei amici e conoscenti sono della Roma. Pure loro si spostano da New York a Roma, per le partite di cartello. Per il resto ho coinvolti anche alcuni americani, ma sono in gran parte peruviani, messicani, brasiliani. Il vero americano certe cose non le capisce".
Come ha visto la partita?
"Avevo previsto che saremmo passati in vantaggio e sofferto fino alla fine. Avevo addosso la stessa maglietta di Abbruscato, comprata su internet che mi era arrivata all’inizio della riscossa con Toro-Mantova 2-0".
Da Mantova a Mantova allora, tutto bene…
"Non c’è rosa senza spina. Onestamente e per lo stile che aveva tenuto fino a questo momento le dichiarazioni nel pre-partita del Presidente Cairo mi sono sembrate fuori luogo anche per lo stile che fino a quel momento aveva dato alla società. Sicuramente si è trattato di uno scherzo della tensione, perché una cosa molto bella del Presidente è stata la nuova linea societaria che ha tenuto fin da subito e lo ha posto al di fuori del mondo del calcio. Non so quanti, al suo posto, avrebbero resistito alla tentazione di esonerare De Biasi. Alla fine però i risultati gli hanno dato ragione".
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