- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
Durante le ultime settimane, all’interno del mondo granata, si è parlato molto della nuova ondata di diffide emanate dalla questura nei confronti dei tifosi della Maratona. A darne notizia sono stati gli stessi Ultras Granata, con il seguente comunicato diramato lo scorso 29 febbraio:
In questi giorni il nostro gruppo, già decimato dalle diffide degli ultimi anni, è stato raggiunto da una pioggia di daspo, denunce e arresti. Il segnale è chiaro: farci scomparire. Coerenti con la nostra mentalità, siamo da sempre consapevoli delle possibili conseguenze del nostro vivere ultras. Questa volta però veniamo colpiti per una protesta tenutasi in occasione dell'incontro Torino-Sassuolo durante la quale venne messa in atto una contestazione contro Cairo, la società e la squadra. Il tutto si era svolto in modo sereno e pacifico: uno sciopero del tifo di 15 minuti lasciando vuoto il settore centrale. Pertanto, vista l'assurda repressione in atto verrà a mancare la nostra presenza allo stadio...Non ci avrete mai come volete voi! Torneremo più forti di prima!".
In seguito, per solidarietà, anche gli altri gruppi della Maratona si sono uniti alla protesta; dunque, si è vista una curva senza colori granata durante l’ultima partita interna contro la Fiorentina e, salvo sorprese, così sarà anche nei prossimi appuntamenti all’Olimpico “Grande Torino”.
Per approfondire l’argomento e chiarire quali sono state le motivazioni dietro i provvedimenti presi dalla Questura, gli avvocati Flavio Campagna e Debora Lazzaro, attivi in questi giorni nella difesa di alcuni dei tifosi granata colpiti da Daspo, sono intervenuti ai microfoni di Toro News.
Avete qualche dato su quanti sono stati i provvedimenti emessi e a quando risalgono i fatti contestati?
Lazzaro: “Attualmente, possiamo dire che quasi ogni weekend di questa stagione vengono notificate nuove diffide. La frequenza dei provvedimenti è tornata ad essere molto alta. Stiamo constatando che arrivano diffide non legate a fatti di violenza, ma in molti casi motivate dal fatto che tifosi già colpiti da diffide precedenti vengono trovati a frequentare locali nella zona prossima allo stadio, violando così un presunto divieto di avvicinamento allo stadio”.
Campagna: “Per fornire un dato cronologico, i comportamenti interpretati come violazione della legge 401/1989, insomma come violazioni dei Daspo già ricevuti in passato, risalgono a fatti dei mesi da aprile a dicembre del 2023. Complessivamente siamo a contestazioni dell’inosservanza di Daspo superiore alla frequenza mensile. Come ha detto la collega, bisogna soprattutto approfondire di quali fatti parliamo. Se i nostri assistiti si fossero resi protagonisti di disordini allo stadio o nelle immediate vicinanze, non saremmo nemmeno qui a discuterne. Il fatto è che si parla invece di frequentazioni di locali o di amicizie da parte di ragazzi che in molti casi vivono nella zona”.
Lazzaro: “Molti di loro hanno anche l’obbligo di firma al commissariato di via Olivero a cui occorre ottemperare più volte nell’arco della giornata o delle ore in cui si disputa la partita. Magari succede che alcuni di loro vadano al commissariato per la prima firma, per poi trovarsi per una birra mentre si aspetta l’orario della seconda firma. In questo lasso di tempo vengono pizzicati dalla Digos nel locale in questione e così scatterebbe la presunta nuova violazione”.
Campagna: “Stiamo rinunciando al buonsenso e alla ragionevolezza, due criteri normalmente utilizzati dalla Corte Costituzionale per decidere se le norme che regolano il nostro vivere quotidiano sono in linea o meno con l'ordinamento. Se rinunciamo a questo criterio, allora qualsiasi comportamento in quella fascia oraria che ricada nel territorio off-limits rappresenta una nuova violazione. Sicuramente non sto a nascondermi dietro un dito: a volte da parte dei nostri assistiti non c’è stata un’osservanza certosina delle regole. Però la ratio della legge n. 401/1989 è evitare la violenza negli stadi impedendo ai soggetti che si sono resi protagonisti di atti violenti di partecipare a eventi sportivi. Un altro conto è impedire del tutto a questi ragazzi di ritrovarsi”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA