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mondo granata

Decameron granata – Il ricordo del Grande Torino: “Quel giorno era strano, vestiva di azzurro…”

Marco De Rito

L’iniziativa / La quarantaquattresima puntata della nostra raccolta di novelle tra i lettori

"Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con la quarantaquattresima giornata di novelle.

"MANDA LA TUA NOVELLA GRANATA A redazione@toronews. net

Il mese di maggio.

11 maggio 1947, ho quasi otto anni e papà mi regala la possibilità di andare a vedere una partita allo stadio. E' un Toro un po' strano, non ha la solita maglia granata, ma veste quella azzurra della nazionale. Si gioca Italia-Ungheria. Sono 10 i giocatori del Toro in campo. Nell'Ungheria, a quei tempi una nazione dominante nel calcio mondiale, esordisce un diciottenne che diventerà famoso nel Real Madrid: Ferenc Puskasc. Siamo pigiati come le acciughe, tutti rigorosamente in piedi (allora non c'erano i seggiolini), papà mi compra una bottiglietta di gazzosa. Di quella partita ricordo poche cose: il gol di Gabetto, che scarta il portiere, mette la palla in rete e si schianta contro un palo e il gol di Loik allo scadere, quello del 3-2. Il tiro non è forte, ma precisissimo, la palla batte su un palo, poi sull'altro, non vuole mai entrare, si sente quasi il soffio di tutto lo stadio che vuole spingere la palla in rete, finalmente è gol, è l'apoteosi.

2 maggio 1948, un anno dopo. Papà mi ha portato a vedere Toro- Alessandria. Nel primo tempo abbiamo già segnato 4 gol. Nel secondo tempo il nostro squadrone sembra appagato, ma dopo mezzora il Toro si scatena: segna 6 reti in un quarto d'ora e ottiene un 10-0 che ancora oggi è record in serie A. Con noi c'era un collega di papà, alessandrino, che ogni volta che il Toro passava la metà campo, diceva:"Ahi, ahi, ahi, adesso ce ne fanno un altro!".

4 maggio 1949, è Superga.

Quella mattina ero in stazione ferroviaria per prendere il treno e andavo a scuola, arrivarono i giornali dove appariva la notizia della sciagura di Superga mi misi a piangere come avessi  perso i genitori. Tifavo già Toro, non mai cambiato e non cambierò mai: sarà sempre così questa passione

FORZA TORO!

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"Continuate a mandarci le vostre novelle sulla mail redazionale (redazione@Toronews. net). Non dimenticate di firmare l’email e soprattutto continuate a farci sognare e svagare in questo momento complicato per l’intero paese