"Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con la settima giornata di novelle e il tema è la prima volta allo stadio.
mondo granata
Decameron granata – La prima volta allo stadio: “Mi sentii parte viva della storia della mia squadra”
L’iniziativa / La settima puntata della nostra raccolta di novelle tra i lettori
"PRIMA PUNTATA - Decameron granata - La prima volta allo stadio: “Al Fila nel ’59, Toro in B ma che bolgia…”
SECONDA PUNTATA - Decameron granata - La prima volta allo stadio: La prima volta allo stadio: “Quelle emozioni degli anni 70-80”
QUINTA PUNTATA - Decameron granata - La prima volta allo stadio: "Il colore granata, il più bello del mondo"
SESTA PUNTATA - Decameron granata - La prima volta allo stadio: "Da quel giorno non ci fu storia, diventai del Toro"
"MANDA LA TUA NOVELLA GRANATA A redazione@toronews.net
https://www.toronews.net/toro/il-decameron-granata-condividi-con-noi-i-tuoi-ricordi-sul-toro/
"La vita è un continuo susseguirsi di emozioni e sensazioni che, seppur inconsciamente, decidiamo di racchiudere all’interno della nostra memoria. Spesso, in particolare quando meno te lo aspetti, tali momenti felici riaffiorano nei nostri ricordi e ci permettono di colorare le giornate. Durante questo periodo di quarantena vivere situazioni mozzafiato è assai difficile e, dunque, per passare il tempo adoro immergermi nei ricordi più belli che hanno caratterizzato la mia vita sino ad oggi. Uno di questi è senza dubbio la mia prima partita allo stadio a vedere la mia squadra del cuore: il Toro!
Sin da piccolo ho sempre visto il mondo granata e pian piano ho coltivato una fede tramandata dal nonno.
Con lo scorrere del tempo ho avuto modo di accorgermi sempre di più che tifare per il Torino sia un vero e proprio stile di vita! Ricordo ancora quando nel calendario ho circondato la data del match Bologna-Torino con un pennarello rosso fuoco ed ogni sera prima di dormire facevo la conta dei giorni che mi avrebbero separato dalla mia prima partita. Il fatidico giorno arrivò ed io ero più carico che mai.
"Io ed il papà ci svegliammo presto per andare a prendere il nonno che, ovviamente, non sarebbe potuto mancare. Quando si parla della giornata perfetta nella mia mente appare il ricordo del Dall’Ara, dei cori e delle urla.
"Il viaggio di andata in macchina passò in un battibaleno tra canzoni, cori e risate. Una volta entrati a Bologna abbiamo trovato subito parcheggio ai piedi dello stadio. I miei occhi non ci potevano credere, il mio corpo si sentiva attratto come una calamita da quell’immensa struttura che dal vivo non sembrava avere fine.
"Una volta dopo aver mangiato il panino più buono della mia vita ci siamo diretti all’ingresso,
ahimè tra i tifosi del Bologna, ma poiché i biglietti per il settore ospiti erano esauriti ci siamo dovuti accontentare. Una volta entrato i battiti del mio cuore cominciarono a seguire il ritmo dei tamburi e subito mi sentii parte viva della storia della mia squadra. L’arbitro fischiò l’inizio della gara, partiti!
"Subito mi accorsi dell’enorme differenza tra una partita vista in tv dal divano ed una tifata allo stadio. Mi sentivo racchiuso a 360° in una realtà parallela, in un vero e proprio sogno. Fuori dalle mura dello stadio tutto aveva cessato di esistere, pensieri e preoccupazioni sparite per lasciare spazio ai cori e alle emozioni. Si stava scrivendo la storia ed io non stavo semplicemente guardando la partita, ma la stavo vivendo assieme alla squadra. Fu una partita combattutissima, tra tackle, dribbling, tiri e passaggi: il mio sguardo non voleva distogliersi dal campo.
"Giunti al novantesimo il risultato era fermo sullo 0-0, ma avvenne qualcosa di incredibile: rigore clamoroso per il Torino! Tutto attorno a me stava rallentando, non sentivo più i fischi e le urla di disapprovazione da parte dei tifosi del Bologna accanto a me; senza pensarci due volte mi alzai di
scatto, non curandomi di ciò che la gente seduta accanto a me potesse pensare o dire. In quel momento c’era il Toro da difendere.
"Capitan Belotti prese la rincorsa e colpì di forza il pallone che si insaccò sotto la traversa. Un boato assordante proveniente dal settore ospiti, quasi veniva giù lo stadio ed io non potevo tradire le mie origini così mi scatenai e cominciai a saltare tra i fischi e la disapprovazione della gente attorno: la gioia era troppo grande per essere contenuta e, in quel momento, il colore granata era la mia unica ragione di vita.
"Enrico Penzo
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"Era il 1975 ultima giornata del girone di ritorno
del campionato 74-75 credo a gennaio.
Avevo 13 anni e c’era TORO-CAGLIARI
Mio zio ( buonanima ) era si tifoso si Toro
ma non uno sfegatato, era uno molto obiettivo e sportivo e mi disse
“VIENI TI PORTO A VEDERE GIGI RIVA!”
Era la prima volta che mettevo piede al “Comunale” e ovviamente mi
portò in Maratona perchè le curve costavano meno.
Fu una emozione incredibile, ma non vedere Gigi Riva ( per carità grandissimo
campione ) praticamente annullato da Mozzini e Cereser.
Fu incredibile vedere sfrecciare Claudio Sala sulla fascia
Fu incredibile vedere la grinta di Capitan Ferrini
Fu incredibile vedere il Toro vincere 1-0 con gol di Mascetti
Fu un peccato non vedere Pupi che era infortunato
Fu li che Gigi Radice seduto sulla panchina del Cagliari si innamorò
del Toro e l’anno dopo arrivò per vincere lo Scudetto.
Gian Domenico Sartori
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"Anche se sono nato a Torino, le origini famigliari mi hanno portato, sin da piccolo, lontano dal Piemonte e, più precisamente, a Pordenone.
"La prima vera occasione, per assistere alla partita dei miei eroi, avvenne quindi, grazie al ritorno in serie A della compagine friulana, l’Udinese di Del Neri e Nerio Ulivieri (cugino di Renzo).
"In quegli anni gli idoli granata erano “i gemelli del gol”, affiancati da Patrizio e Claudio Sala, dal mitico e sempre elegante, Renato Zaccarelli ed in panchina sedeva ancora il mister del nostro ultimo scudetto, il compianto Gigi Radice.
"La partita si giocò il 25 novembre del 1979, allo stadio Friuli, in una splendida giornata autunnale.
"Allora avevo 8 anni, ma il Toro era già diventata una fede ossessiva.
"Qualsiasi capo d’abbigliamento mi venisse proposto, non doveva assolutamente essere di colore bianco e nero, soprattutto se associato.
"Ricordo le dispute in classe con i miei compagni gobbi, interisti, nerazzurri, ma soprattutto, ricordo le facce dei miei cugini gobbi, quando ci si ritrovava durante le festività.
"In quegli anni i derby ci permettevano ancora di gioire.
"Ritornando al giorno della partita, uno dei ricordi più vivi è sicuramente, quello legato all’acquisto della “prima” bandiera granata, un vessillo tuttora gelosamente custodito.
"Era quella con lo scudetto del 76 in evidenza, che riportava tutti gli scudetti e le coppe vinte sino ad allora.
"Anche su questa bandiera potrei spendere molti ricordi…
"Un altro importante ricordo, e stato quello dell’incontro con i colori.
"Per i più giovani, è doveroso ricordare che in quegli anni era da poco arrivata la TV a colori, ma non ancora a casa mia.
"Il verde del campo, decisamente intenso e perfetto, sembrava un tappeto di velluto.
"ma, soprattutto, quelle maglie Granata che vi correvano sopra.
"La maglia dei giocatori del Toro, le bandiere che sventolavano in curva.
"Come in un grande amore, questi fotogrammi hanno consacrato definitivamente la mia Fede Granata, sfociata in una passione unica ed indissolubile.
"Il colore della maglia dei miei idoli, l’avevo visto solo sulle figurine Panini.
"Naturalmente, il Granata dal vivo è qualcosa che ti fa venire la pelle d’oca, ti mette i brividi lasciandoti senza fiato.
"Posso sostenere tranquillamente, senza timore di cavalcare la retorica, che la stessa sensazione la provo ancor ora che il Toro è nelle condizioni che conosciamo.
"A tal proposito vorrei citare uno dei cori più appropriati alla nostra fede: “Questa è una malattia che non va più via, vorrei andar via di qua, ma non resisto lontano da te!”
"L’ultimo, ma non per importanza, rimane l’abbraccio con mio padre, al minuto 45 del primo tempo.
"L’arbitro fischia una punizione dal limite dell’area, a nostro favore. A calciarla ci va il capitano Claudio Sala.
"Il tiro è perfetto e si infila sotto l’incrocio dei pali…GOOOOOL!
"La bandiera granata che si leva al cielo, l’esultanza dei tifosi, io e mio padre stretti in abbraccio di gioia.
"Un abbraccio che dura ancora oggi che lui non c’è più,
"un abbraccio che, con molta difficoltà, tento di trasmettere ogni volta che c’è una rete per il Toro, a mie figlie!
"Un saluto tutti i cuori granata!
"FORZA TORO!
"Dimitri Doro
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"Era il 2 ottobre 1957 domenica di derby al Fila avevo 8 anni e mio padre mi aveva promesso di portarmi a vedere il Toro
Allora si giocava alle 14.30 era una bella giornata di sole ed io non riuscivo a stare nella pelle dalla emozione.
Il Fila mi sembrò un tempio una cosa grandiosa immensa tutta quella gente ai botteghini le bandiere che cosa magnifica.
Entrai con papà e mamma ci mettemmo vicino alla rete quasi a centrocampo.
L'attesa era spasmodica ma finalmente uscirono i calciatori il toro con maglia granata calzoncini bianchi .
Ricordo il ruggito della maratona e l'urlo di tutti i tifosi.
Inizia non riuscivo a capire molto ma ricordo che vedevo solo le azioni del Toro poi l apoteosi segna Armano 1 a 0 per il toro poi jepson 2 volte mi sembrava tutto incredibile poi per finire Arce finì 4 a 1 per noi ma il gol degli altri non lo ricordo .
Il Toro purtroppo non mi farà sempre sognare come quella domenica ma non ho mai smesso di amarlo-
Carlo Suetta di Genola
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