Dopo sei sconfitte consecutive, furono Ferrante e Pecchia a mettere i sigilli ad una preziosa vittoria a Piacenza in un uggioso pomeriggio del 16 gennaio del 2000. Il Torino, allenato da Mondonico, al suo secondo corso sulla panchina granata, dopo un avvio di campionato promettente, era incorso in una striscia negativa di risultati proprio sul volgere del girone d’andata. La proprietà della società scricchiolava e anche la squadra ne risentiva. Vidulich aveva intenzione di vendere il Torino. A gennaio, in pieno mercato di riparazione, Mondonico chiese dei sensibili rinforzi alla società per risollevare le sorti della squadra. Alcuni giocatori arrivarono, ma in ruoli che non servivano. Emblematico fu l’acquisto a centrocampo del croato Jurcic, quando era forte l’esigenza di affiancare un altro attaccante a Ferrante purché non fosse il deludente Ilija Ivic. In quel campionato, che doveva essere quello del rilancio in massima serie dopo tre anni sofferti trascorsi in serie B, non venne allestita sin dall’inizio una rosa competitiva. Alcuni nomi a rileggerli fanno sorridere ancora adesso, altri rabbrividire: Alejandro Escalona (il cileno dalla pronuncia che fa rima con scalogna), Scarponi, Scarlato o Panarelli; non uno di questi risultò importante e decisivo. La naturale conseguenza fu un’immediata retrocessione poco dopo la cessione del club a Cimminelli. I titolari erano ben altri, ma senza i necessari ricambi era improbabile resistere tutto un anno senza incorrere in intoppi. Non servì nemmeno l’esperienza di un tecnico come Mondonico per portare ad una tranquilla salvezza la squadra. Il mister riuscì solo nell’impresa di non incorrere in un esonero anche in momenti in cui era evidente ed insanabile la frattura con uno spogliatoio sempre più disorientato. A Piacenza, la partita fu noiosa e si accese solo nei minuti conclusivi grazie al solito bomber Marco Ferrante (ben 18 i suoi gol a fine stagione). I piacentini persero la testa e a pochi minuti dalla fine si fece espellere il difensore Lucarelli. A ruota giunse la rete del raddoppio di Pecchia, altro acquisto deludente dai trascorsi juventini, che in quell’occasione segnò il suo unico gol in granata. Il prosieguo del campionato visse di alti e bassi e si concluse con una nuova discesa in serie B.
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