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Don Aldo Rabino: ‘Il mio Toro’

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Esce domani, 7 novembre, il libro di Aldo Rabino e Beppe Gandolfo intitolato “Il Mio Toro – La mia missione” , edito da Priuli & Verlucca,  destinato a aumentare la memoria storica del Torino. Una squadra quella granata che...
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Esce domani, 7 novembre, il libro di Aldo Rabino e Beppe Gandolfo intitolato “Il Mio Toro – La mia missione” , edito da Priuli & Verlucca,  destinato a aumentare la memoria storica del Torino. Una squadra quella granata che ha avuto in Don Aldo Rabino un vero simbolo da oltre quarant’anni ma anche un padre spirituale  che ha sempre trovato le parole giuste per spronare i presidenti che si sono alternati al Toro, come quando durante la funzione di Superga, in occasione dello scorso 4 maggio ricordando la sciagura di Superga si era  rivolto al presidente Urbano Cairo  riconoscendo il buon  lavoro fatto sin’ora ma che come diceva il titolo della canzone di Morandi, Tozzi e Ruggeri: “Si può dare di più. Hai fatto 30 adesso devi fare 31 ovvero una cosa sola per diventare uno dei grandi presidenti di questa società..” Chiaro era il riferimento alla rinascita dello stadio Filadelfia, desiderio di tutti i tifosi. Don Aldo Rabino, una vita nel Toro ha accettato per la prima volta di parlare dei suoi quarant’anni vissuti come padre spirituale della squadra del cuore. Grazie alla collaborazione di Beppe Galdolfo, giornalista e tifoso granata,ne esce un  racconto con un quadro ricco di curiosità, aneddoti, piccoli e grandi segreti, riflessioni su personaggi come Gigi Radice, Paolino Pulici, Fuser, Leo Junior, Emiliano Mondonico, Rolando Bianchi e tanti altri. Calciatori, ma soprattutto uomini, che hanno segnato profondamente la storia del Toro. Così come emergono anche gli incontri con tanti presidenti e il confronto con la città di Torino: quella strana sensazione che forze oscure aleggino sul Toro per impedirgli – nonostante la sua storia gloriosa e il calore del suo popolo – di uscire da crisi e difficoltà cicliche e di ritornare nella sua casa vera, il Filadelfia.Un libro che è anche una denuncia dei mali del calcio di oggi, dove persino i sogni di un bambino che tira calci a un pallone sono stati divorati dal business. Riflessioni di un sacerdote che oltre a condividere la vita con affermati campioni del pallone, ha scelto distare dalla parte dei giovani e dei poveri dell’America Latina. Don Aldo è stato presidente del settore scolastico giovanile, Piemonte  e Valle d’Aosta della Federazione Italiana Gioco Calcio. Nel 1969 ha fondato, insieme ad alcuni giovani, l’associazione OASI sviluppando gli ideali e lo stile di lavoro dell’Operazione Mato Grosso. Oggi l’OASI conta  in Torino di circa 500 volontari e lavora per e con i giovani in favore dei bambini malati e di bisognosi, operando sia in Italia che nel Sud del Brasile. Gino Strippoli