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mondo granata
Giovedì 6 maggio 2010. Caro Diario, la Stefi e io, ogni sei maggio, ci ritagliamo un angolo di silenzio insieme per partecipare idealmente a quel sei maggio del '49 in cui tutta la città rese omaggio alle vittime di due giorni prima.E con questo chiudo l'argomento.Ciao, Ragazzi, ancora una volta ciao.
Venerdì 7 maggio 2010
Caro Diario,
che figata: tutti hanno la parola UNITÀ in bocca e tutti hanno da aggiungere qualcosa al suo significato.Che mondo balordo.La Grandezza commuove per un attimo e poi badabaaaaaaaaaammmm si ritorna a mollo nel pantano della proprio orticello.
Sai, conosco una che ultimamente non va più alla partita, che non è mai andata in trasferta, che mille volte ha detto "Non voglio più sapere niente del Toro" ed altrettante ha aggiunto "ma non è vero", la cui vita è tutta una metafora, una messa in pratica?, dei princìpi che ci fanno sentire così diversi, così più belli, così migliori, così unici.Lei c'è sempre per il Toro anche se, ribadisco:- ultimamente non va più alla partita- non è mai andata in trasferta- mille volte ha detto "Non voglio più sapere niente del Toro"Che persona orrenda.Come si permette di definirsi Granata?Non ha capito nulla.Non è una VERA tifosa.Già.
Vorrei - e tu sai quanto - che venisse codificato una volta per tutte l'elenco delle caratteristiche per essere Veri Granata.Ne manca una? Fuori dal giro. Per sempre.Con buona pace di tutti.Soprattutto di quelli che si sentono più Granata di altri.Perché non ho ancora incontrato nessuno che si senta meno Granata?Meno o più rispetto a che cosa? Rispetto a chi? Perché? Dove? Quando? Bah...
Non è una vera tifosa, ti dicevo... dunque la voce rotta con cui mi annunciava la morte del Toro nel 2005 era solo una distorsione delle linee telefoniche? La gioia degli antichi momenti di esaltazione quando c'era Pulici era solo un esercizio spirituale?Dove ho sbagliato? Dove risiede il mio errore di valutazione? Dove ho smesso di capire e di imparare?
E' lei che mi ha trasmesso quello speciale e unico palpito al cuore che si innesca nel leggere, pronunciare, sentire urlare la parola TORO.Lei e l'altro, quei due, insomma... perché anche lui, caro mio... lui è spettacolare nel suo sentire Granata.Loro sono le due facce della STESSA medaglia e la medaglia si chiama essere tifosi del Toro.Ah, ecco... ecco che cosa mi hanno insegnato: a farmi i fatti miei e, soprattutto, a non giudicare. MAI.Prendere le cose con leggerezza senza perdere contatto con la profondità.Sì, mi hanno insegnato proprio a fare così.Si chiama RISPETTO.Gra(nata)zie, mamma e papà... grazie di tutto(ro).Grazie alla faccia del tempo, dei luoghi, delle circostanze, delle parole che ancora stupiscono e a volte fanno male (ma voi che siete forti mi avete insegnato ad essere a mia volta forte), grazie di avermi dato qualche strumento in più, spiegandomi che vedere, guardare ed osservare non sono la stessa cosa. E che prima di aprire bocca bisogna contare fino a undici, prendere fiato ed evitare di ragliare. Punto e a capo.
Sì, c'è amarezza nelle mie parole... passa. Passa sempre tutto. Non mi piace essere infelice troppo a lungo. Mi piace procedere. Non amo i pantani. Vado avanti. Non mi interessano i proseliti. Vado avanti PER ME. Vedoguardoosservo ME. E porto anche a dormire ME: ho bisogno di riposo.
Sabato 8 maggio, tarda mattinata
Caro Diario,
a zonzo per la città che è stata e resterà Granata.Ho trovato tracce di NOI.Le trovavo e sorridevo.Un adesivo dei Leoni lì, un FORZA TORO là, una bandiera appesa ad un balcone, il mio riflesso in una vetrina.
Poi son scivolata fra le strade del Lingotto (la circoscrizione... che cosa credevi???) e, dopo il rituale "The Queen is back in town" (lo dico sempre quando torno lì), mi sono persa nei ricordi.Se sei del Lingotto, lo sei per sempre.Sì, lo so: vale per qualsiasi anfratto del mondo.Ma il mio mondo ha avuto inizio lì.
Nonostante abbia trascorso il primo anno e mezzo di vita affacciandomi sul Fila.Dal balcone il primo punto di riferimento era quello.Non me lo ricordo: ero troppo piccola.Però ci tornavamo sempre.Mamma, mio fratello e io.Ci tornavamo sempre.Vabbe'.
E' stata una mattina complessa ma produttiva, guardiamo avanti.Tra poco inizia la partita.Oh boy, mi prende una strana inquietudine.Mi ritorna alla mente Torino-Sassuolo.Dicembre.Faceva freddo.Più per le voci che per altro.Ti ricordi quel crescendo di voci crudeli? Sì, te lo ricordi. Anche io.
Uscendo dallo stadio, poi... poi le cose si erano aggiustate: cena con gli amici, discorsi sempre più inquietanti, ma c'erano gli amici e gli amici erano tutti del Toro, e l'inquietudine aumentava, ma c'era tutto 'sto calore Granata intorno e sarebbe stato bello se avesse iniziato a nevicare, e ancora non sapevamo che ci sarebbe stata la rivoluzione, il nostro termidoro... bon, basta: non voglio più pensarci, altrimenti sale di nuovo a galla il gusto acido dello sgomento che si trasforma in rabbia.
Andiamo a Modena a prenderci tre punti e forza Toro. Sempre.
Sabato 8 maggio 2010, sera, Sassuolo - Toro 2-3
Caro Diario,
sì. Sì! Sìììììììììììììììììììììììì!!!Sì.
Sì, lo so. Oggi, però, oggi CARPE DIEM. Oooooooooooooooooh.
Domenica 9 maggio 2010
Caro Diario,
hai presente quando:
- devi aggiustare una situazione- pensi di avere ancora tanto tempo a disposizione- compi alcuni passi per rimettere in sesto il tutto- sei galvanizzato perché ti sembra di aver acquistato la velocità giusta- ti arriva una tranvata sulla schiena che ti lascia tramortito- ti rialzi perché sei fatto così- ti accorgi di non avere poi così tanto tempo per riparare i frantumi- vai avanti comunque
Allora: hai presente?
Io mi sento così.Il Toro è così.Qui non si tratta di crederci o di non crederci più... è che non c'è più tempo, è tardi.E' tardi.
Lunedì 10 maggio 2010
Caro Diario,
ti è piaciuto leggermi lamentosa e incazzusa e sfiduciata?Bene: io non sono così.Io me la rido in continuazione.Io sono felice.
Ero felice anche ieri mattina quando il tabaccaio mi ha chiesto:
- Come fa a portare ancora la felpa del Toro?- Fa freddo.- Sì, ho capito, ma... non ce la fate neppure quest'anno, no?- Può essere. Voi come state a proposito?- Ah, be'... ma non stavamo parlando del Toro?- Parliamone, allora: ha iniziato lei... io sono sempre pronta.- Eh... no... dicevo che non ce la fate neppure quest'anno...- E quindi?- No... io... ma come si fa?- Come si fa che cosa?- Ufffff...- Mi ascolti: in tutti questi lustri di tifo per il Toro ho visto cose che lei, ovviamente, non può neppure immaginare... avete dei limiti: rendetevene conto... anche noi ne abbiamo... solo che non ci allontaniamo MAI dal nostro colore, mai... forse dipende anche dal fatto di avere ed essere un colore, incidentalmente il più bello del mondo, mentre voi... oh be', ci siamo capiti, no?- Sì...- E allora sorrida e non pensi alle pere in agguato!- Pere?- Sì, sì: le pere. Mi sappia dire domani mattina. Arrivederci e sempre forza Toro!
Questa mattina ha saputo dirmi.Che dolci.Gli altri.Sanno come completare un fine settimana.Mi fanno tenerezza.Mi fanno venire voglia di rivedere quel bel film che è The Commitments... come finiva la canzone più bella del film? Just try a little tenderness, oh yeah yeah yeah... c'è davvero abbondanza di tenerezza nell'universo, ce n'è per tutti... a volte basta guardare verso lo stadio quando non è il nostro turno e... la sagra delle pere è lì.
Ora basta parlare degli altri: troppa tenerezza fa venire il diabete (oh be', insomma...).Ti dicevo: hai visto che roba? Hai visto com'ero arrabbiata? Amareggiata? Scazzata?Tutte balle.Era solo un esercizio di scrittura.Riuscito? I couldn't care less.
Martedì 11 maggio 2010
Caro Diario,
stavo pensando alla mia fortuna.Alla fortuna di vivere una doppia passione: quella per il Toro e quella, al rovescio, per gli altri. Non sono la prima e non sarò l'ultima a coltivare meticolosamente una passione del genere... si tratta di antisportività? Naaaaaa... solo di giustizia, giustezza e giustità (sic).Incredibilmente, mentre la passione del Toro mi è stata solo in parte insegnata dai Grandi Maestri che ho incontrato per la strada, quell'altra cosa, la passione al rovescio, è sorta spontanea e cresciuta con il concime degli anni scorsi.E' stato copioso, eh? Il concime, intendo dire... tanto tanto tanto.Non ho dovuto faticare affatto.E' il bello delle passioni al rovescio: si autoalimentano, ti ricordano ogni giorno perché esistono, senza batticuori, senza perché.
Tutt'altra cosa è questa passione Granata che ormai non so più se mi accompagni, faccia intrinsecamente parte di me, mi abbia scelta senza che potessi scegliere io stessa... a volte terribile da sopportare, ma se qualcuno tentasse di portarmela via gli farei vedere di che colore è il mio sangue. E anche il suo.C'è e non potrei esistere senza.Affonda le radici in qualcosa di talmente ineffabile da non poter essere toccato con mano.E sono radici indistruttibili.Esistono.Semplicemente esistono.Vivono.Sopravvivono.Crescono.Sono.Esse sono.Io sono.
Qualche mese fa ti raccontavo di come mi fosse accaduto di attraversare un gruppo di gobbi all'uscita dallo stadio, mentre il mio Toro era appena sceso all'inferno, ti raccontavo di quello che mi aveva detto la Stefi e concludevo così:
Perché noi torniamo sempre nei nostri luoghi.Non riusciamo proprio a starne lontani.E perché dovremmo, poi?Non fa parte, non totalmente, di una delle nostre liturgie... è che noi torniamo sempre a casa.Anche senza essercene allontanati.Semplicemente siamo lì.Semplicemente siamo.Semplicemente.
La semplicità è tutto, è la chiave.Usiamo questa chiave per tenere bene aperte le porte di tutto quello che ci fa essere così semplicemente speciali.E vada come vada: forza Toro (alé).
Poi ti devo raccontare di Paolo il Pessimista, di Ignazio l’Iracondo, di Sandro il Sereno e di Filippo il Fiducioso: non esistono quattro persone più diverse fra loro ma quando si trovano per una birra e finiscono, come sempre, a parlare di Toro… be’, ti verrebbe quasi voglia di essere il quinto per sentire anche tu quella sensazione di Casa, ma non adesso, non adesso....
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