E' arrivata la felicità è forse il film più famoso di Frank Capra, il re della commedia classica americana. Racconta di Gary Cooper che è un piccolo industriale (fabbrica candele), riceve all’improvviso un’eredità immensa, si trasferisce a New York, viene preso in giro dalla bella giornalista Jane Arthur della quale è innamorato, regale tutti i suoi soldi alle vittime della Grande Depressione seguita alla crisi del ’29 (il film è del 1936), viene portato in tribunale come pazzo furioso ma riuscirà a conquistare l’amata. Ebbe l’Oscar per la migliore regia. Ha delle scene divertentissime e allo stesso tempo racconta molto bene lo spirito dell’America semplice che, impegnandosi, riesce a risollevare il paese messo in ginocchio dalle speculazioni di finanzieri e banchieri.
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E’ arrivata la felicità
La felicità per noi è arrivata con la terza vittoria consecutiva. Una felicità macchiata da un problema immediato (povero Mondo, speriamo ce la faccia lo stesso) e da un tarlo più profondo: ogni volta che stiamo andando bene, ci prendiamo una nasata. Non è detto che sia così, dobbiamo tenere duro: se vinciamo con la Reggina i play off sono assicurati, e quest’anno possiamo vincerli (sempre che non annullino goals validi come hanno fatto l’anno scorso). Bisogna stare con i piedi per terra, combattere con il coltello tra i denti. Bisogna soprattutto sostenere la squadra, sempre, comunque. Fischiare non conviene (quasi) mai, si rischiano le figuracce. Pensiamo ai tifosi del Milan che hanno beccato Seedorf da un paio di anni e che se adesso possono vedere lo scudetto è proprio grazie a Clarence (che peraltro è uno dei pochi campioni veri e generosi che davvero hanno, altro che Ibra e il fidanzatino della presidentessa e il cagnaccio da guardia del padrone). E' giusto criticare, per carità. Ma in campo i nostri vanno sostenuti sino alla fine: è inutile cantare 'Siamo sempre con voi' e poi fischiare il primo passaggio sbagliato o il momentaneo svantaggio.
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