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E’ calcio di rigore

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di Guido De Luca
Redazione Toro News

Calcio di rigore, è calcio di rigore. E adesso? Sono i secondi più maceranti di un incontro di calcio, quelli che trascorrono prima che la tua squadra del cuore batta un calcio di rigore e sono mille i pensieri, soprattutto se il risultato è inchiodato sullo zero a zero e il tuo Toro ha l'occasione per battere l'Inter. Speranze e scongiuri, espressioni di giubilo e bestemmie, euforia e disperazione. Non vedi e non immagini il futuro. Sai che qualcosa sta per cambiare di quella partita, ma non sai se in bene o in male, sai solo che avverrà tra pochissimi e infiniti attimi, in cui perdi lucidità e dignità. E' troppo forte la variabile emotiva sia in un caso, sia nell'altro. La vita del tifoso è difficile e irrazionale, a volte ti chiedi se ne vale la pena.

Stadio Delle Alpi: Torino vs Inter, 26 settembre 1999.'Chi va a battere? A che minuto siamo. Se segniamo, quanto manca alla fine?' Il mio vicino di seggiolino è in balia di un esaurimento nervoso, non lo conosco nemmeno, ma ci parliamo dall'inizio della partita senza staccare un attimo gli occhi dal campo. Non so nemmeno che faccia abbia, siamo fianco a fianco.“Marco Ferrante, è lui il rigorista! Mio dio, non sbaglia un rigore da almeno due campionati.”Si girano verso di lui almeno una trentina di persone.“Dai, smettila, non dirlo nemm...”Cerco di zittirlo, ma non riesco a finire la frase che mi tocco così forte che ho paura di aver compromesso il mio apparato genitale per il resto della vita. Mi manca il fiato.“Dov’è mia cugina? Se segnamo viene travolta, ma proprio oggi doveva venire in curva?”Mi aveva appena confidato che qualche posto più in alto c’era sua cugina Erminia che era piuttosto esile e poteva essere travolta come un fuscello dalla bolgia di persone in caso di gol. “Chi se ne frega, se si fa male è per una giusta causa. Almeno capisce che…”Non termino nemmeno questa frase. Da questo momento in avanti non ho più diritto di parola, il mio vicino di seggiolino è un fiume in piena.“Se segniamo tormento quella stronza di un’interista della mia ex. Proprio ieri mi telefona dopo tre mesi che non ci sentiamo e inanella una serie di banalità sul gioco del calcio e sulla sfida tra il tremendismo granata e la classe dei nerazzurri che non mi fa pentire un attimo di non dover avere più a che fare con lei. Ma come ho fatto…???  Ma chi gliele avrà mai raccontate ‘ste balle. Sono sicuro che saranno stati i suoi nuovi amici del bar Rossini, i soliti fighetti che non capiscono niente di calcio, ma davanti ad una brunetta s’inventano esperti dei massimi sistemi. Ipocriti. Ma poi cosa vuole da me, perché mi ha chiamato? Non mi poteva lasciare tranquillo? Da quando la conosco, il Toro ha solo avuto sventure. Senti questa, mi lascia a poche partite dal termine del campionato scorso e il Toro sale in serie A. Non sarà un caso! Ma ti rendi conto che mi aveva ricattato a fine maggio? Mi dice: “O vieni al mare con me a casa della mia amica e del suo fidanzato o tra noi è finita” Ma ti rendi conto? Il Toro gioca contro il Brescia, se vinciamo siamo ad un passo dalla promozione e lei mi dice che se non vado al mare in Liguria  proprio quella domenica è finita! E’ stanca, non si sente apprezzata, poverina. Non vive più bene i fine settimana. Lei vuole andare al mare. Dice che la frase più ricorrente che si sente dire da me quando il Toro perde la domenica sera è: “beh, meno male che almeno ci sei tu…” Effettivamente è così, sono talmente a pezzi che penso che almeno non sia un male se posso abbandonarmi in stato catatonico tra le sue braccia. Vuole andare al mare? Che problema c’è? Vada! Io vado a Torino-Brescia, almeno lei è lontana e io sono tranquillo. Oh, ma mi ascolti…?” E’ un monologo, sono stordito. Ferrante ha il pallone in mano e si accinge verso il dischetto.“Vinciamo con il Brescia, la chiamo a fine partita e lei non mi risponde. Lo sai che ero sollevato? Ho subito pensato che preferivo così. Meglio che il Toro vinca! Al massimo riallaccio i rapporti a fine campionato. Che importa, domenica prossima c’è la trasferta a Benevento in campo neutro, c’è la sfida decisiva con la  Fidelis Andria. Certo che la serie B ha delle squadre di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza. Dov’ero rimasto…Ah la stronza…Mi chiama ieri pomeriggio. E’ un miracolo che io fossi a casa. Ero già in trance agonistica. Non avevo altri pensieri che la partita di oggi. Guardavo solo trasmissioni che parlassero di Torino-Inter . Rispondo, ero da solo a casa: “Pronto?” dico io e dall’altra parte della cornetta… “Ciaaaaaoooo! Chi sono?” “E questa cosa vuole?” E’ la prima cosa che penso…“Domani c’è Torino Inter” mi dice. “Lo sai che sono interista, no? I miei amici mi dicono che domani voi del Toro, che siete più scarsi, cercherete di picchiarci per non farci giocare, ma noi dell’Inter siamo più forti e vi battiamo lo stesso."E rideva in modo talmente stupido che non le rispondevo nemmeno. Poi, le do ragione, giusto per farla contenta e taglio corto.”Ecco, taglia corto…penso tra me e me. Taglia corto che l’arbitro ha fischiato.“Comunque, se vinciamo, sai come la tormento? Le telefono 10 volte al giorno, la massacro di scherzi a costo di diventare il più deficiente dei deficienti. Non ce la faccio più….”Ferrante prende la rincorsa, la porta dell’Inter è sotto l’altra curva, si vede tutto benissimo, il tempo si ferma. Ferrante calcia il pallone, cala il silenzio. Non si vede più il pallone per un attimo.'Oh, cazzo e ora?' Peruzzi si distende, para il pallone e nelle mie orecchie rimbomba un urlo che non scorderò mai più nella mia vita di tifoso: Stronzaaaaaaaa!