di Silvia Lachello
mondo granata
E io taglio…
Giovedì 13 ottobre 2011Caro Diario,quando ero piccola mi raccontava che, una volta, prese la bicicletta per andare a vedere il Toro, anzi: il Grande Torino, e fece tanta tanta tanta strada.Me lo raccontava di quando in quando, magari durante un temporale, forse per stemperare la paura dei tuoni: anche lei, come me, amava i fulmini e temeva i tuoni.Mi raccontava della gioia di quella vittoria di cui fu spettatrice, mai della fatica di tutto il suo pedalare: sapeva sempre trovare il meglio in qualsiasi situazione.Forse ho ereditato anche questa parte del suo DNA... chissà se i cromosomi contengono anche singhiozzi d’anima... boh, non lo so.Però so che anche lei ha fatto in modo che io non potessi essere altro che Granata e oggi, si proprio oggi, compirebbe gli anni. Che non lo faccia più da qualche anno per incompatibilità con il mio piano di esistenza è tutto un altro discorso.Ciao, Nonna, dovunque tu sia, sei ovunque.Venerdì 14 ottobre 2011Caro Diario,sai che cos’è l’entropia? È la misura del disordine di un sistema.Il disordine è vitale per l’esistenza... senza disordine non ci sarebbe tutto e il contrario di tutto. Senza disordine non ci sarebbero il bianco e il nero, per esempio... ops, brutto esempio, cattivo esempio, cuccia esempio! Vabbe’, facciamo finta che il bianco e il nero siano l’eccezione che conferma la regola... facciamo finta... no, aspetta: mi sto incartando. Il bianco e il nero SONO l’eccezione che conferma la regola!Sto divagando (ma va là?).Senza disordine non ci sarebbero quelli che pareggiare contro il Cittadella è stata un’onta!, non ci sarebbero i medesimi che ora pareggiare contro il Cittadella è stato un incidente di percorso!, non ci sarebbero sempre gli stessi (ma che mania di protagonismo...) che tanto non dura, siamo sfigati, troveranno il modo per farci cadere, la vita è una valle di lacrime, essere del Toro significa scegliere di tuffarsi in acqua senza sapere nuotare...Essi fan parte della normale entropia Granata, meno male che essi ci sono altrimenti non vi sarebbe quasi nulla di cui discutere. Essi, però, potrebbero carpediemare di quando in quando e non rompere i maroni a chi sa di felicità esser felice.Sabato 15 ottobre 2011, notte, Torino-giuve Stabia 1-0 (*)Caro Diario,che partita brutta. Quasi quasi mi sento in colpa per avere vinto.Quasi quasi non mi sento affatto in colpa.Quasi quasi non so perché ogni tanto ho dei rigurgiti di Penitenziagite.Fai la penitenza, fai la riverenza, guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu.Il Toro ha vinto e, alla seconda in classifica, io dico cucù.Tra l’altro... che gol ha fatto? Che goal ha fatto??? Adoro quell’Uomo...Domenica 16 ottobre 2011Caro Diario,messaggio subliminale: lo sai che è impossibile tenere gli occhi aperti mentre si starnutisce o si sbadiglia? Quindi, quando si FINGE di sbadigliare... ricordarsi SEMPRE di chiudere gli occhi! Oppure, molto più semplicemente, comunicare la propria noia e la propria indifferenza dicendolo a chiare parole. Fine del messaggio subliminale. Chi vuole intendere, intenda.Yawn (ho gli occhi chiusi e scrivo: sono troppo multitasking...).Ma che bella giornata d’autunno, eh? Freddo pungente, freddo da naso rosso, freddo da foto: si va.Lunedì 17 ottobre 2011Caro Diario,che notte infame.Ho sognato di essere DENTRO ad un server e di dover essere parte attiva nell’uscita delle emails. Contestualmente ero FUORI, davanti al monitor del mio PC, e vedevo aumentare vertiginosamente le emails in arrivo.Come il Bianconiglio, dicevo a voce alta: "Sono in ritardo! In arciritardissimo!" e, mentre la mole di materiale da leggere aumentava, mi cadevano fisicamente le braccia.Ne ero sollevata: senza braccia non avrei avuto mani con cui picchiettare sulla tastiera eventuali risposte.Non avevo preso in considerazione il cellulare: SMS. In continuazione.Non so come - non avevo più le braccia... - riuscivo a leggerne qualcuno: erano tutti uguali, tutti tutti tutti, e dicevano: "Ti ho mandato una email: l’hai letta?""Capitan Valentino, aiutami tu...", mormoravo con voce soffocata e, come per incanto, mi ritrovavo al Comunale ed ero di nuovo bambina e non sapevo se guardare verso il campo o verso la Maratona ed ero proprio contenta.Ci sono momenti di indecisione che hanno il loro gran bel perché.Morale della favola: è bello vivere questa stagione in cui il Toro è l’ultima delle mie preoccupazioni, in cui la sua salvezza non mi preoccupa, in cui il Toro è la mia salvezza.Però... che Razzo di sogno...Martedì 18 ottobre 2011Caro Diario,sai, negli anni passati ho sempre avuto l’impressione che i Ragazzi avessero paura, paura di diventare migliori.Oh be’, alcuni non avrebbero potuto neppure diventare discreti, ma altri avrebbero potuto diventare migliori, se non avessero avuto paura.E mentre li guardavo arrabattarsi per il campo pensavo che forse l’errore di base era che loro pensavano di dover diventare I migliori quando, appunto, bastava modificare l’obiettivo e puntare al miglioramento puro e semplice.Vabbe’... sto filosofeggiando troppo e, così facendo, divago.Non ti è mai accaduto di fare di tutto per perdere i punti di riferimento per il puro gusto di ritrovare la strada con l’intuizione e, why not?, una bella dose di fortuna? Io lo faccio in continuazione e... mi piace.Tanto so, che ovunque io vada, non posso fare a meno, per libero arbitrio o predestinazione, di tornare lì, dove c’è il Toro.Poi ti devo raccontare che sabato, allo stadio, ho visto alcune cose che mi sono piaciute in modo particolare: tanti bambini, anziani con gli occhi accesi dalla speranza, giovani entusiasti, donne di mezza età (la sottoscritta) che avevano tanta voglia di ridere e sentivano di aver fatto bene ad insistere in certi momenti in cui... oh be’, in certi momenti che ti racconterò, ma non adesso, non adesso...(*) Mi è stato giustamente fatto notare che il mio vezzo di scrivere il nome delle squadre avversarie con l’iniziale minuscola è sintomo di mancanza di rispetto. Ci ho ragionato sopra e sono giunta alla conclusione che... sì: sono molto irrispettosa. Al tempo stesso non mi piace provocar 'fastidio' e quindi, per tagliare la testa alla zebra (**), rinuncerò al mio vezzo. Tranne che in un caso. Se vi fate domande in merito, siete gobbi. Con la g minuscolissima.(**) Nessun animale è stato maltrattato, se non metaforicamente, durante la stesura di codesto scritto.silviatoronews@gmail.com
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