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mondo granata
di Fabiola Luciani
Il gesto più onesto nei nostri campionati era il lancio della monetina a inizio gara.E non è nemmeno detto, perché potrebbero perquisire il borsellino di Gabriele Gava e trovarvi monete con la stessa faccia ... di bronzo.Il fischietto veneto non ha avuto sicuramente un'infanzia serena. Nel quartiere di Conegliano, dove viveva, nessuno voleva giocare con lui a figurine perché se le fregava tutte; ma non con colpi eclatanti, bensì una ad una, profittando delle situazioni, e le vittime se ne rendevano conto solo quando tornavano a casa con le tasche vuote. In seguito fu indeciso se scegliere la via della politica o del commercio, e allora pensò bene di diventare arbitro, che in un certo senso le comprende entrambe.Merita una riflessione l’arbitraggio irritante di Gava, il cui fischio di fine gara è stata forse l'unica decisione corretta. Ha diretto una gara in malo modo, ergendosi a protagonista assoluto. Ha preso decisioni avventate e ha fischiato a semplice richiesta degli avversari, un po' come fa l'autista di un bus ligio alle fermate prenotate, e l'unico disguido è stata l'avventata ammonizione a Zarate, ma un colpo involontario può scappare anche al mitico Tex Willer. Solo che Gava non era affatto Tex, ma uno sceriffo di quart'ordine che arresta chiunque disturbi i ladri di cavalli e i bari del saloon, il tutto con l'assenso del sindaco e nel disinteresse della città.Dunque, al terzo incrocio casalingo di campionato, quello tra Via Lazio e Via Gava, il gattino granata è stato spiaccicato sull'asfalto ancora caldo. Molti i curiosi che si fermano a guardarlo. Bisogna invece tirare avanti. Di incroci ce ne sono ancora molti, e questo “KO” sta nella statistica degli eventi, che può avere mille spiegazioni, ma non può far trarre giudizi definitivi.La giovane età del gattino può aver sicuramente contribuito. La spregiudicatezza di attraversare la strada senza guardare significa che c'era troppa sicurezza in sé stessi. Errori come quelli commessi contro i laziali sono da evitare assolutamente in futuro, ma non è giusto stare a guardare il gattino giacente sulla strada, curiosando con avidità, e magari pensando compiaciuti che lo si sospettava. Perché se si vuole che non risucceda bisogna guardare avanti tutti quanti.La squadra c'è stata fino al secondo goal, ovvero per sessanta minuti, poi è crollata tutta insieme, non per colpa di un singolo specifico. Anzi i vari giocatori fino alla fine hanno cercato di mantenere ( anche in modo surreale sul 0-3 ) le proprie posizioni. Solo che la tattica senza mordente è come una torta Sacher senza panna montata.Perché è mancato allora il mordente? Troppi elogi forse hanno sicuramente contribuito in modo negativo. Ha contribuito il fatto che quando si è così giovani non si è riusciti ancora a produrre un leader capace di trascinare i compagni. Rosina serve anche a questo; attendiamo quindi il suo ritorno sperando che possa prendere per mano la squadra, ma dopo l'infortunio, per lui non è ancora il momento.Non bisogna puntare l'indice contro GDB, anche se certe scelte sono sembrate discutibili. Ma lo sono sembrate a posteriori, per cui è facile analizzarle dopo piuttosto che prima. Abate è in gran forma e forse avrebbe fatto comodo tenerlo fino alla fine. Però anche questo discorso è relativo: perché attacco e difesa hanno patito la mancanza di una cerniera nel mezzo che sapesse fare da filtro e dare una mano concreta in avanti. I centrocampisti ieri non sono mai andati al tiro, così come non hanno saputo fare falli tattici che avrebbero interrotto la velocità di Pandev e Zarate.In attacco Abbruscato non è dispiaciuto affatto: ovviamente non può reggere il peso dell’attacco da solo, ma ieri è quello che si è sacrificato maggiormente. E' tornato spesso sulla mediana a cercare il pallone ed è stato l'unico a provarci da più parti. Se le decisioni arbitrali e le conclusioni in porta avessero avuto maggior fortuna, il gattino forse avrebbe attraversato la strada. Li chiamano episodi. Contro la Lazio sono stati tutti negativi: questo è indubbio.Il modulo: GDB ha continuato a puntare sempre sul 4-3-2-1. Non credo sia stato il modulo a contribuire maggiormente all'incidente, ma come è stato interpretato e per alcuni casi anche da chi lo ha interpretato. Dzemaili è apparso ordinato ma lento e "leggero" per poter contribuire in modo determinante. Corini e Saumel sono sembrati in alcuni frangenti spaesati. Il solo Abate aveva una marcia in più.Infine la difesa: fragile, lenta e a tratti anche deconcentrata. Nel marasma si salva solo il giovane Rubin. Domenica prossima con le assenze certe di Sereni e Pratali dobbiamo registrare i meccanismi di una difesa rivoluzionata.Il gattino dunque è lì, giacente sull'asfalto: guai a dire “l'avevo detto io”. Da queste parti è una frase anche fin troppo abusata. Fa impressione guardarlo, perché è stato schiacciato brutalmente. Ma i curiosi e soprattutto avidi di critiche in questo momento non possono cambiare la situazione. Serve solo proseguire, perché la strada è ancora ( per fortuna ) lunghissima. E le critiche spietate servono a poco in questo momento. Infondo per non soffermarsi troppo a lungo davanti a questa scena pietosa, basta guardare avanti.Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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