Nella giornata di mercoledì abbiamo pubblicato su Toro News di Luciano Cavagnero, che criticava il comportamento tenuto dal FAI Fondo Ambiente Italiano riguardo il concorso “I Luoghi del Cuore”, tenutosi nel 2010 e per il quale venne fatta anche parecchia pubblicità in televisione (magari qualcuno ricorda lo spot con protagonista Garibaldi). Parole dure quelle utilizzate per criticare il modus operandi utilizzato dai fautori del concorso, per via della poca chiarezza mostrata nel regolamento e per un conteggio voti che lascia più di una perplessità.
mondo granata
Fai, che passo falso sul Fila!
Non si è fatta attendere la replica da parte dell'organizzazione, che ha dichiarato fuorviante l'idea che l'intervento diretto da parte del FAI debba essere rilevante esclusivamente dal punto di vista economico. Viene, invece, citata la visibilità, il sostegno, la promozione di azioni e tutela promosse dal territorio che il concorso consentirebbe. Certamente aspetti importanti, tenendo anche in considerazione che un piccolo contributo non è certamente sufficiente per ridare vita al Filadelfia come, invece, può accadere per un monumento semplicemente da restaurare.
Il problema più spinoso è, però, quello dei voti. Quando nella prima parte del concorso si chiese agli utenti di votare i propri luoghi del cuore non si fece riferimento al fatto che in un secondo momento quello dei voti sarebbe stato solo uno dei criteri in base ai quali il FAI avrebbe scelto i luoghi da restaurare. Solo successivamente sul sito internet del concorso è stata chiarito il tutto, ampliando i criteri a "numero di segnalazioni ricevute dal bene, valenza storico-artistica o naturalistica del luogo, importanza per il territorio di riferimento, attivazione degli stakeholder locali, possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, anche se circoscritto". E' per questo soprattutto che in molti si sono sentiti presi in giro, perchè l'impressione è quella che si sia speculato sulla passione dei tifosi granata per il loro simbolo: il Filadelfia. E questo non avremmo mai voluto che potesse accadere.
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