Tra il dire ed il fare ci sono di mezzo tante cose: prima fra tutte il tempo, quello che necessita a Gianni De Biasi per plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. Occorre avere pazienza perché non è un acquisto che fa grande una squadra, ma eventualmente è vero il contrario, ovvero che è la squadra a fare grande il singolo. Per cui occorre crearne una dopo la delusione, dove dallo spogliatoio dell'anno scorso sono usciti in tanti 'spogliati'. Nelle due passate stagioni, forse è stata proprio la sazietà mentale insieme alla bulimia per lidi diversi da Torino di alcuni calciatori, a creare problemi a non finire. Alla fine, se si è arrivati a repentini cambi di allenatore in corso d’opera, un problema di fondo ci sarà pur stato, e questo si può tradurre semplicemente con la mancanza di “fame”.Dopo la conquista della Serie “A”, c'è stato un imborghesimento generalizzato, e i giocatori si sono ritrovati improvvisamente a pensare che solo perché giocavano nel Toro tutto gli era dovuto: ingaggi più elevati, vittorie senza fatica e attenzioni di tutti i tipi. Non è così che funziona e GDB a differenza dei suoi predecessori deve far ritrovare umiltà e spirito di sacrificio.Ma se questo è un dato di fatto, è altrettanto vero che questa squadra deve giocarsela con tutte. Si badi bene al verbo che non è "potere". Potersi battere con chiunque, infatti, implica una sorta di arroganza implicita, quella che fa credere di essere uguali ( o anche superiore ) ad altri e da questo difetto verbale poi nascono slogan o proclami che poi portano quasi sempre risultati nefasti.Ma potersi battere con chiunque significa altresì volersi confrontare, a viso aperto, senza remore alcuna, dinanzi a chiunque. Potersi battere è la liberta che scaturisce dalla fame, dalla volontà di volersi affermare ben sapendo che ancora non si è nessuno, perché non si è vinto nulla. Per questo parlare di voler cercare di porsi un obiettivo è sinonimo di crescita, anche mentale.Ma tra il dire ed il fare per l'appunto c'è di mezzo un mare di cose da fare: dal puntellare ancora la squadra dove serve, a soprattutto il lavoro sul campo. Tanto lavoro, quello che poi deve forgiare un gruppo di singoli giocatori affamati e fortemente motivati, ma anche allo stesso tempo consapevoli che tutti sono superiori fino a che non li si è battuti sul campo. Poi naturalmente tutti non li si batterà, ma quello che importa, quello che davvero noi tifosi vorremmo vedere è quella luce negli occhi dei giocatori, che vogliono dimostrare che i titoli sui giornali non sono un regalo e soprattutto vedere quello spirito di sacrificio dove tutti si danno una mano reciprocamente. Dunque deve esserci fame. Saranno famosi? No … saranno affamati: è questa la qualità indispensabile del nuovo Toro che Gianni De Biasi dovrà per forza di cose plasmare ai giocatori; qualità imprescindibile che al di là dei vezzeggiativi tattici, è il vero movente di una squadra.Senza fame di vittoria, di affermarsi quotidianamente, di mangiare il campo, di sbranare l'avversario non c'è modulo che tenga. Un modulo è un vestito, che può essere più o meno elegante, ma l'anima deve andare al di là di questo.Nessuno pensi di aver raggiunto l'apice della carriera, e si stia anche attenti a non far credere che il Toro, come traguardo, significhi adagiarsi sugli allori. La maglia granata va meritata sul campo ed il Toro onorato giorno per giorno, con lavoro duro abbinato a una voglia pressante di emergere, di sgomitare di non sentirsi per l'appunto mai sazi.Questa è la sfida più difficile del nuovo tecnico: se saprà riportare questa cultura al Toro ( ma anche la società deve aiutarlo, non confondendola con la cultura del lavoro che deve essere assodata per un professionista ), allora le basi tecniche saranno solide e si potrà tranquillamente disquisire su cosa sia meglio, se il 4-4-2 o il 4-3-3.Ma senza anima questi numeri sono destinati a rimanere tali. Per cui se questi ragazzotti vogliono diventare famosi, grandi e meritarsi questa gloriosa maglia che ha fatto la storia del calcio, dovranno avere fame fin dal primo giorno, cominciando da Torino – Lecce.
mondo granata
Fame di Toro
Nella storia della città di Torino è sempre successo così: quando spunta il Granata, il torinese risponde, risponde la città, risponde la gente innamorata del Toro. E così, anche questa stagione va ad incominciare; eccoci pronti a partire, come una folla in delirio che segue ciecamente la bandiera, che lotta per quei traguardi troppo a lungo sognati, pronti a gettare cuore, fegato e voce nella mischia della battaglia, seguendo i nuovi ed i già noti paladini nella difesa della nostra fortezza e nell’invasione dei campi nemici, come un’antica Compagnia di ventura, pronta ad ogni scontro verso la vittoria, che seguiremo sempre e ovunque in nome di questa gloriosa maglia.Squillano le trombe, rullano i tamburi … armi in pugno ed in alto i cuori, avanti fino alla fine.Noi ci saremo perché abbiamo fame. Fame di Toro, fame di granata!Ma i nostri eroi avranno la stessa fame nostra?Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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