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Farli crescere granata

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di Silvia Lachello Lunedì 20 agosto 2007Caro Diario,oggi primo giorno di lavoro dopo le vacanze.Ieri non ero per nulla felice al pensiero di tornare in ufficio ma a volte, con un pizzico di fantasia ed una pennellata di follia, la...
Redazione Toro News

di Silvia Lachello

 

Lunedì 20 agosto 2007

Caro Diario,oggi primo giorno di lavoro dopo le vacanze.Ieri non ero per nulla felice al pensiero di tornare in ufficio ma a volte, con un pizzico di fantasia ed una pennellata di follia, la giornata può diventare una pietra miliare.Eravamo in autostrada diretti a Torino per riprendere il possesso della nostra routine quando ho dato voce (bassa) ad un pensiero: “Vorrei andare a vedere Toro-Peñarol...”“Vai”, ha risposto Claudio. E dopo i miei soliti “Ma no, non importa, ma figurati, da sola poi...” ho capito che avrei potuto inventare una cosa bella.Mi sono voltata verso Davide e gli ho detto: “Vieni a vedere il Toro con me questa sera?”“Sììììììììììììììììììììììììì!!!!”Le guance, sue e mie, si sono fatte di marmo, rotonde e pericolosamente alte.E gongolavo al pensiero di andare allo stadio con mio figlio. Con mio figlio!Arrivati a casa abbiamo scaricato le valigie, indossato in fretta e furia le nostre magliette granata e tentato di sgattaiolare via senza farci vedere dalla piccola Giulia.Lei era il più grande ostacolo. Da qualche mese ripete ossessivamente di voler andare allo stadio a vedere il Toro. Lei sa che cos'è il Toro. Quanto meno: quando vede qualche cosa di granata alza le braccia ed esclama “Il Toro... olllllléééééé!!!”. Ma è piccola, non ancora compiuto tre anni...Niente da fare: ci ha sgamati.“Dove andate?”“A fare un giro...”“Andate allo stadio?”“Be', sì, andiamo allo stadio...”“Voglio venire anche ioooooooo!!! Mwaaaaaaaa!!!!”A quel punto Claudio ci ha fatto segno di andare via in fretta, avrebbe pensato lui a consolare la piccola.Quanta gratitudine per 'sto milanista, quanta!!!Bene. Era fatta.Come due spie nella notte ci siamo diretti verso il Fila per parcheggiare e poi di corsa verso le biglietterie: era passata appena un'ora da quando si era deciso di andare a vedere il Toro.E' stato bello scrutare il suo stupore nel vedere così tante maglie granata... stupore che non è scemato nonostante la coda lunga e lenta per l'acquisto del biglietto.Quando è arrivato il nostro turno gli ho chiesto se fosse proprio sicuro: “Allora: andiamo in Maratona?” “Sììììììììììììììììììììììììì!”.Con i biglietti in mano, una corsa a perdifiato verso i cancelli: lo speaker era già in marcia. Più veloci, ancora più veloci su per gli scalini.Sembrava quasi impossibile fermarsi ma lui, improvvisamente, si è bloccato.L'ho guardato, ho guardato quegli enormi occhi azzurri, ho guardato che cosa stavano vedendo: il campo.Fa sempre quell'effetto lì: sbalordisce.“Che graaaaandeeeeeee, che beeeeeeelloooooo!!!”, ha esclamato.Così come avevo fatto io più o meno alla sua età, così come faccio io più o meno alla mia età.Poi ci siamo seduti ed abbiamo condiviso una delle partite più noiose della storia del Toro.Ma una delle partite più belle della MIA storia del Toro.Io. Io lì con MIO figlio.Ci sono momenti in cui l'esistenza intera si ripiega docilmente su se stessa ed ammorbidisce spigoli ed indurimenti degli anni.Quello è stato uno di quei momenti.Durante l'intervallo, poi, ha voluto avventurarsi a vedere i bandieroni dal basso. Si è perfino avvolto in uno di essi. Ed il cellulare è stato il mezzo per immortalarlo così: due piedi che spuntano da sotto una bandiera. Una metafora per quello che siamo: un Popolo sempre in cammino.E poi la fine della partita, la vittoria, la fuga dallo stadio, un hot dog mangiato camminando fianco a fianco, il ritorno a casa, una notte serena.Sogni granata, piccolo mio... domani sarà sicuramente una bellissima giornata, gli ho detto prima che si addormentasse. Ed è stato così.

 

Lunedì 7 aprile 2008

Caro Diario,ieri sono andata a vedere Toro-Empoli con Davide. C'erano anche i nonni in curva.La felicità negli occhi di un bambino è uno degli scopi della vita.La felicità... sì, parliamone adesso perché dopo sarebbe problematico.Ti spiego: Davide ha una sorta di venerazione per Sereni, è qualcosa che è nato e cresciuto vigorosamente negli ultimi mesi... la partita con i Peñarol era stato il suo battesimo da stadio, questa era una vera partita.Una vera partita.... se l'avessi saputo prima...E' stato divertente vederlo disinvolto al tornello, come se non avesse fatto altro un tutta la ottenne vita.E' stato bello vedere la sua faccia quando, passando davanti ai poliziotti, gli ho chiesto: “La bomba a mano l'hai ben nascosta in tasca, vero?”... “Ma io non ho bombe a manooooo!!! Che figura mi fai fareeeeeeeee???”E' stato commovente vedere il suo sorriso crescere come Mezza Luna improvvisa nel cielo quando ha visto che in curva erano arrivati anche i nonni.Si è accomodato in mezzo a loro, felice. Felice di essere lì, felice di essere con noi, felice di essere granata.Teneva la bandiera intorno al collo e cantava cantava cantava.Ogni tanto, durante la partita, lo guardavo, guardavo il suo profilo, guardavo il suo sguardo attento (io lo guardo sempre).Tanto in campo non è che ci fosse molto da guardare...Ma era bello essere lì.Esserci.Una delle prime cose belle che ho imparato dell'essere del Toro è poter dire IO C'ERO.In quella manciata di lettere c'è una parte importante dell'Essenza Granata.Ho imparato anche che l'essenza ti accompagna sempre anche quando sei così scoglionato da dire che quella è l'ultima partita che vedi.E' quella voce che si insinua subdola nel momento più nero e ti ingranatisce di granata fino a farti urlare a piena voce: IO C'ERO E CI SARO' SEMPRE, eccheccazzo!E meno male che quella voce c'è sempre perché... perché. Provo a spiegartelo.Tu immagina di essere un bambino di poco più di otto anni: grandi occhi, grandi aspettative.Hai un mito: Sereni. E' a pochi metri da te. Lo vedi come un gigante che vola, afferra, protegge.Pensi che Sereni sia come la Donna Invisibile: estende campi di forza davanti alla porta e soprattutto, come Superman, sa volare!Guardi il tuo mito volare ed all'imrpovviso lo vedi cadere.Criptonite. Un maledetto pezzo di criptonite lo abbatte al suolo. E tutto diventa gelo.Sì, Davide è diventato un blocco di ghiaccio quando, a due minuti dal termine della partita, la palla è finita alle spalle di Sereni.Siamo rimasti come due allocchi a guardare la rete ancora scossa dal tiro di Vannucchi. Sembravano le onde di uno strano oceano a quadretti. E poi ha parlato. “Che cos'è successo?”, ha detto.Eeeeeh, che cos'è successo... è successo, succede che anche i miti abbiano un punto debole: non sono invincibili, piccolo mio.Quindi è finito tutto, siamo tornati mestamente verso l'auto per tornare a casa.Mentre cercavo le giuste parole per rinfrancarlo ho visto che si era addormentato.Tenendo la bandiera fra le mani.In cortile l'ho svegliato delicatamente e con le mani si è subito assicurato di avere ancora la bandiera fra le dita.Ci siamo avviati verso il portone tenendoci per mano e ci siamo detti, senza aprire bocca, tanto amore e tanto Toro.Bene.Male.Non lo so.Forza Toro.Sempre forza Toro.Adesso gli deve passare.Farli crescere granata è difficile.La Stefi dice che bisogna avere due coglioni grandi così. Speriamo di averceliQuindi... poi ti devo raccontare per filo e per segno di come si fa a farli crescere granata, mi sa, ma non adesso, non adesso...

(1 - continua)