E' di qualche giorno fa la notizia dell'interdizione antimafia fatta pervenire alla Smr Costruzioni, una delle ditte subappaltrici del Filadelfia. Secondo l'ipotesi d'accusa, la società avrebbe legami con l'ndrangheta, e avrebbe messo in piedi un sistema di riciclaggio di denaro grazie all'appalto dello stadio granata. Ovviamente, né il Torino FC, né la Fondazione e né la Città di Torino sono coinvolte in questo caso, che riguarda solo esclusivamente questa ditta subappaltante. Per chiarire molti punti chiave della vicenda, il deputato del PD Stefano Esposito, membro della commissione Antimafia, è intervenuto ai microfoni di "Dalla Parte del Toro", la trasmissione condotta da Gianni Carzino e dal "nostro" Marco Parella, in onda su Radio Flash: "Da molti mesi seguo questa cosa, che ruota intorno ad un subappalto di 1.5 milioni dato alla Smr Costruzioni : l’ad della azienda, Mario Stumbo, è stato già attenzionato da me durante le vicende legate alle Olimpiadi. Il signor Stumpo mi è fin da subito parso come un prestanome di questo Ilario D'Agostino, un personaggio legato all'ndrangheta, già condannato in primo grado per riciclaggio, e lavorando su delle carte ho scoperto che anche lui lavorava nel cantiere".
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Filadelfia, dall’antimafia Esposito fa chiarezza: “Nessun problema per Toro e Fondazione”
Tutte le procedure, però, assicura Esposito, sono state avviate con i tempi giusti:" SCR, la società appaltante che fa riferimento alla Regione, quando gli è stato comunicato il fatto ha fatto partire immediatamente tutti i procedimenti corretti per ottenere il certificato antimafia. Purtroppo, però, sappiamo che c’è un limite burocratico, non per la prefettura, ma nella procedura stessa. Ci vogliono molti mesi purtroppo per tutto l’iter. Se si fosse arrivati prima, si sarebbe potuto anche procedere con la chiusura del cantiere, se si fossero accertate tutte le accuse". Tuttavia, sul piano penale, la procedura non ha ancora niente di concreto, almeno a quanto risulta alla commissione antimafia: "Ancora non c'è niente, ma mi pare sicuramente anomalo che questo signor D’Agostino, con una condanna sulle spalle, lavori nell'azienda del signor Stumbo, il quale nel 2006 - di fronte alla confisca penale a D’Agostino - prende tutti i suoi lavori, al posto suo. Risulta quantomeno strano che D'Agostino si metta a lavorare in quel cantiere con una condanna sul groppone: purtroppo però ora è tardi, dobbiamo cercare di ridurre il tempo dell’iter"
Sul prosieguo dei lavori, però, Esposito rassicura: "Il proseguimento dei lavori non è messo in dubbio, il cantiere è oltre il 90%, e quando si è oltre a quella soglia il cantiere può terminare. Non c’è pericolo da quel punto di vista". In ottica futura, proprio la commissione antimafia sta lavorando per cercare di rendere evitabili questo tipo di situazioni: "La soluzione noi l’abbiamo trovata, con una nuova norma per prevenire questi casi, velocizzando ed agendo preventivamente. Però è una norma molto contestata dai costruttori, ma secondo me le aziende sane dovrebbero tutte essere d’accordo, perché l’ndrangheta è un problema molto serio e danneggia prima di tutto loro".
Infine, una precisazione sui coinvolti, realmente, in questa brutta storia: "Né la Fondazione, né il Toro e né la città devono sentirsi macchiati: non c’è nulla da parte loro, il problema sono i legislatori: chi sta a monte, non a valle. Il fatto di averlo individuato e aver fatto partire tutti i procedimento premia con una simbolica medaglia questo cantiere, perché si è fatto tutto il procedimento nella maniera corretta, fino alla fine".
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