Avrebbe potuto essere l'occasione giusta per rassicurare i tifosi, e la cittadinanza in genere, che l'iter di ricostruzione dello storico 'Stadio Filadelfia' potesse considerarsi prossimo alla conclusione... Il Consiglio aperto della Circoscrizione 9 del Comune di Torino, alla presenza del CdA della Fondazione, Assessore Gallo compreso, avrebbe potuto, ieri sera, fornire prove non equivoche dei grandi passi in avanti che il popolo granata si attende.Purtroppo così non è stato. Al di là di qualsiasi formalismo retorico, o di qualsiasi rassicurazione di circostanza provenuta ieri sera dalle Istituzioni, sarebbe veramente ingeneroso per il comprendonio delle (numerose) presenti in sala, sostenere che l'iter sia a buon punto, poiché, purtroppo, i tempi saranno ancora lunghi e, consentitemi il termine, pure un po' strazianti.Che la pazienza del popolo granata sia ai minimi storici, non soltanto per gli zoppicanti risultati sportivi, ma anche, e soprattutto, per l'indecorosa situazione che coinvolge la ricostruzione dello storico Filadelfia, chiunque di voi l'avrà potuto notare, facendosi due chiacchiere in un qualunque luogo, che sia lo Stadio Olimpico dove (ahinoi, in pochi) ci si ritrova una domenica si, una no; che sia un bar; che siano i gradoni in cemento (in affitto) della Sisport nella "ora d'aria" del martedi pomeriggio. Per chi ha il Toro nel cuore, quell'angolino di prato abbandonato tra Via Filadelfia e Via Giordano Bruno è una ferita viva, un'urgenza, una priorità. Evidentemente, altrettanto non è per coloro i quali il Toro, o sarebbe meglio dire... il Torino FC?, lo rappresentano per professione, così come per quei politici che, pur consci di disporre di un nutrito bacino d'utenza elettorale di fede granata, facendosi due calcoli, hanno, da tempo, adottato la via del muoversi "quel tanto che basta per far credere d'essersi mossi".La sensazione, ascoltando i discorsi delle parti coinvolte nella vicenda, è che tutti, forse con la sola eccezione della Regione Piemonte, rappresentata dall'ottimo Vignale che, non a caso, è dichiaratamente granata dalla nascita, la cui posizione è stata coerente fin dall'inizio, stiano cercando reciprocamente di rimbalzarsi l'avvio della fase più importante, quella dell'effettivo conferimento di fondi alla Fondazione, necessari per l'approvazione di un progetto definitivo realistico (e non di un semplice rendering preliminare che può significare tutto e niente) ed il lancio del bando, finalizzato all'assegnazione dell'appalto.Tradotto dal gergo dei lavori pubblici: per trovare effettivamente qualcuno che posi la prima pietra, servono i soldi in cassa, ed al momento l'unico ad aver messo nero su bianco l'erogazione di 3.5 milioni di Euro, tramite mutuo triennale, è la Regione Piemonte. Il Comune di Torino assicura di aver "messo a bilancio" altrettanto, suddiviso in tre esercizi, ma chiunque abbia nozioni elementari di contabilità sa che "mettere a bilancio" non significa spendere, significa... "prevedere di spendere", ma finché il denaro non sarà sul conto della Fondazione, come ieri ha ben chiaro Beccaria, parlando, col suo solito linguaggio ruspante ma irresistbile, di "enorme persa per il culo", quel denaro resterà una previsione virtuale, un segno di penna sul bilancio di Palazzo di Città, che per la Fondazione equivale, all'incirca, ad una rassicurante pacca sulla spalla e ad una stretta di mano corredata dal classico: "Le faremo sapere". Del resto, la "supercazzola" con la quale, ieri sera, Gallo ha lasciato intendere che il Comune verserà quel denaro soltanto quando sarà il momento di assegnare l'appalto lascia chiaramente intendere quanto i tempi delle casse di Piazza Palazzo di Città siano ancora piuttosto, come dire... Comodi.In tutto ciò, ancora più ambigua è la posizione del Torino FC: ho personalmente chiesto notizie al Dott. Ferrauto, rappresentante di Urbano Cairo in Fondazione, la reale causa del dietrofront relativamente all'impegno economico dei granata, dai 3.5 milioni promessi a Superga di fronte a Don Aldo, al milione attualmente destinato tramite la Fondazione dedicata alla madre del Presidente. Ho ricevuto un evasivo: "Non so, non c'ero, e non so neanche se tale promessa sia stata fatta", come risposta. Forse il Dott. Ferrauto non era a Superga lo scorso 3 maggio 2008, ma siamo pronti a scommettere che molti di voi c'erano, e potrebbero rinfrescargli la memoria. Del resto, però, zoppicanti scuse a parte, il club di Via Arcivescovado ha, spiace dirlo, anche le proprie relative ragioni: l'impianto non sarà di proprietà del Torino (altra grande anomalia tutta granata), così come non sarebbe di proprietà della società di Urbano Cairo l'eventuale Museo, che dovrebbe sorgere su Via Giordano Bruno. La forma giuridica della Fondazione, pur affascinante, ha una controndicazione enorme: quella che tutti siano costretti a versarci del denaro senza esserne, nessuno, vero e proprio proprietario. Un concetto che, purtroppo, nella nostra italietta di furbetti e di piccoli arraffoni, è difficile da comprendere, considerato che, addirittura da parte degli stessi tifosi, c'è chi accusa Beccaria di volersi "arricchire" e voler fare "speculazione" intendendo dotare l'eventuale Museo di un angolo ristorazione e di un bookshop.La situazione, insomma, non si è smossa in modo significativo: a voler essere pessimisti, anzi, diremmo che non si è proprio smossa. I tempi realistici per ottenere un progetto definitivo prevedono almeno altri 8 mesi, nei quali, si spera, dopo la prima tranche di finanziamenti tramite mutuo coperto dalla Regione Piemonte, arriveranno i, pur esigui, conferimenti del Torino FC e del Comune di Torino. Inutile sostenere che, fra tutte, sia proprio quest'ultima Istituzione quella maggiormente presa di mira dai tifosi: alla Continassa ormai da qualche settimana si lavora già a spron battuto per la cittadella della Juventus, e, del resto, lo stesso 'Stadium' (nome originale e pieno di storia, tra l'altro...) ha visto la luce in ben poco tempo. Ovviamente, se da un lato c'era un Comune pronto ad assecondare ogni richiesta, dall'altro c'era una Società calcistica pronta a spendere... E' sempre bene non dimenticarlo, persino quando, ahinoi, ci tocca osservare Fassino sventolare sorridente la bandierina bianconera in tribuna d'onore.In quei casi, meglio chiuedere gli occhi e continuare a sognare il giorno in cui saremo tutti presenti, in un modo o nell'altro, a quella che, con ogni mezzo, possibile, dovrà tornare ad essere la casa del popolo granata: il Filadelfia. Quel giorno, prima o dopo, arriverà... Smettere di crederci ora sarebbe follia. In queste circostanze è proprio il caso di dirlo: Forza Vecchio Cuore Granata, bistrattato ma sempre fiero.Diego ForneroFollow @diegofornero
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Filadelfia, se solo fosse vero…
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