mondo granata

Forza ragazzi, non vi lasceremo mais

Redazione Toro News
di Mauro Saglietti

Premessa: per i contenuti e il linguaggio usato in questo articolo, si fa presente che esso è destinato ad un pubblico adulto.La lettura da parte di un pubblico molto giovane è da considerarsi fattibile soltanto in caso di presenza di una persona adulta nei pressi, possibilmente non cieca.Amen.Per proteggere questa fascia di lettura protetta, verrà fatto uso del caratteristico BIP in occasione di passaggi di testo particolarmente scabrosi.Amen, così sia.

 Quanti e quali sono i cori più importanti della nostra storia di tifosi?Questa breve guida si propone il compito di ricordarne alcuni, raggruppandoli per argomenti e scuole di pensiero, tentando, ove possibile, di fornire una interpretazione socio filologica dei medesimi.

 

SCUSA BIP SE TI CHIAMO JUVECerto, uno dei capitoli più consistenti della nostra vita da tifosi, più o meno incalliti, è stata trascorsa a parlare di una certa sostanza organica, sublimatasi, come  concetto, personificazione fisica nonché odorifica, in una squadra di calcio a noi rivale.Come dunque non tentare di analizzare alcuni degli aspetti più caratteristici di questi cori?

 

Oh che carino, oh che bella cosa, entrare in campo con la maglia rosa, oh juventino, ciucciaBIPPELLI, di tutta quanta la famiglia BIP! E juve BIP, e juve juve BIP… (sfumando)

Tutti conoscono questo coro longevo e attualissimo, del resto i gobbi hanno ripreso la terrificante abitudine di indossare spesso la seconda tenuta stile Hello Kitty, andando contro gli attributi di virilità, che noi del resto gli abbiamo sempre contestato.E tutti inoltre ormai sanno che il primo colore delle loro maglie fu il candido rosa, poi per errore diventato nero e bianco.Ma chi ricorda quale fu la genesi di questo coro, e all‘episodio a cui si riferisce?Presto detto. Nell’annata 1987-1988 molti di noi ignoravano totalmente le loro candide origini. In occasione però del loro ottantesimo compleanno (la vecchia signora è sempre stata troppo vecchia, e mai abbastanza signora), la dirigenza decise di celebrare l’avvenimento indossando una maglia rosa in una gara interna, poi vinta 3-1.Doveva essere il novembre del 1987, fatto sta che nel febbraio del 1988 questo coro, autentico e geniale colpo da maestro, fuoriuscito dall’ironia di qualche eroe, era già cosa fatta.Sociologi e linguistici si sono scatenati nell’analizzare i passi di tale poesia.Notare ad esempio la sua completezza, abbracciata a filo doppio alla metrica.Sì, si dice che il malcapitato gobbo è il ciucciaBIPPELLI di una certa famiglia (purtroppo le fonti non sono giunte ai nostri giorni complete, e possiamo solo formulare delle ipotesi assai dubitative sulla Casata messa alla berlina indiretta da questi versi). Dunque sì, ciucciaBIPPELLI. Ma quanto sarebbe stato più facile indicare soltanto un rappresentante di essa, come destinatario dell’atto servile. Invece no. L’autore va oltre, ed abbraccia la complessità del sentire.Di tutta quanta, proprio a indicare l’irrimediabile completezza del gesto, senza che vi sia una sorta di possibile salvezza per il malcapitato di rosa e vestito. Vale a dire, questo è il vostro destino, e tale resterà.Inoltre, forse non tutti sanno che la musica sulla quale tale genialata è stata imbastita, è quella di una canzone popolare, E quant’è bella l’uva fogarina

E com'è bella l'uva fogarina e come è bella saperla vendemmiar a far l'amor con la mia bella a far l'amore in mezzo al prà.

 

Due considerazioni.Notare la sarcastica ironia di chi ha scelto proprio questa musica per impostarvi tale testo.Infatti non potrebbe esistere concetto più distante dai gobbi stessi, quasi una sorta di beffardo contrasto.Nella canzone originale si parla di a far l’amor con la mia bella, concetto che stride drammaticamente con le tendenze gobbe, esplicitate nel loro vestirsi di rosa.Fonti autorevoli però affermano che già nella prima stesura del testo originale, la felicità per la vendemmia, che sottintendeva la trombata, venisse sublimata nel coro e juve BIP, e juve juve BIP.Purtroppo le fonti non concordano. Forse solo lo studio approfondito dei manoscritti del Mar Morto potrà far luce su di un disprezzo che si perde nella notte dei tempi.

 

Il coro del 1988 ad ogni modo, generò una serie di spin-off

E ci rompete, ancor di più le palle, entrando in campo con le maglie gialle…Oh juventino (etc, come sopra).

riconducibile probabilmente a una o due annate seguenti, è un coro goliardico che forse non ebbe diffusione, se non in piccoli circoli di amici granata.La gobba, nei suoi perenni e sconsolati tentativi di identificarsi con una città a Nord di Trapani, indossava da parecchi anni il completo giallo-blù (maglia-pantaloncini) in presunto onore alla città di Torino.Ecco dunque spiegato il motivo di tale coretto, una sorta di Part II o di reprise del coro originale, che nella seconda strofa riprende ovviamente il leit-motiv del primo.

 

Della stessa famiglia fu:

Oh che vergogna, svegliarsi una mattina, trovarsi al collo la sciarpa juventina, Oh juventino (idem)…

Questo sottocoro non venne mai cantato allo stadio ed ebbe una diffusione di nicchia, in una cerchia di tifosi che, comunque, si nutrivano dell’ironia degli anni ‘80, sulla quale, assieme alla passione, era fondata gran parte del nostro tifo.

 

Facendo un salto più avanti, arriviamo al settembre del 1990.La musica è la stessa dei temi precedenti, quella dell’Uva Fogarina ed il refrain  identico.Ma bastano poche variazioni alla prima strofa per farne una sferzante e rabbiosa presa di posizione.Non so quanti la ricorderanno.

E l’operaio in cassa integrazione, deve pagare, la BIP del Padrone, Oh juventino (a ridaje)…

Sono stato molto generoso nel mettere un BIP, ma tenete presente che stiamo parlando di persone che non ci sono più, quindi lasciamo spazio al mero resoconto dei fatti, abbandonando per un attimo sarcasmo e ironia.L’antefatto, che rende spiegabile questa frase, altrimenti oscura, va fatto risalire all’arresto del figlio di un noto industriale, avvenuto in un paese africano, in seguito al presunto possesso di stupefacenti per uso personale. Ovviamente vi fu una grande discrepanza tra quella che fu la prima notizia e la versione ufficiale che smentì il tutto, ma non è questo ad avere importanza.Una tale notizia colpì lo spirito rabbioso della tifoseria che, in occasione della gara di ritorno contro il Verona, una delle prime al Delle Alpi, persa per 1-0 con gol su punizione di Pietro Fanna, dopo che all’andata si era vinto per 4-0, si scatenò.La cosa sarebbe probabilmente morta lì, invece la reazione del presidente Gian Mauro Borsano colse tutti di sorpresa.Il tifo, disse Borsano, forse timoroso poichè era stato toccato un personaggio importante, non doveva essere indirizzato contro delle persone, ma a favore della squadra.Borsano era all’apice della popolarità all’epoca e, se vogliamo cercare il momento nel quale ci fu una prima leggera incrinatura nel rapporto con la tifoseria, non dobbiamo andare tanto lontano.I tifosi se la legarono al dito e risposero che Borsano non doveva certo insegnar loro come si tifasse.Fateci caso. Da allora, per tutta la durata delle passeggiate domenicali del presidente sotto la Curva, egli venne accolto da un “Chi non salta è un bianconero”, che la diceva lunga sulla riposta del tifo e sulla scala di valori e gerarchie, che non potevano certo essere messi da parte.

 

Marchesi resta a Torino!Maifredi resta a Torino!

Tra i vari cori sublimamente sarcastici che colpirono la controparte gobba, ve ne propongo due che, sebbene distanti tre anni nel tempo, furono composti con lo stesso spirito.Nella stagione 1987-1988 la juve di Rino Marchesi riuscì a qualificarsi in UEFA soltanto allo spareggio e pure ai rigori. Contro un Toro provato per la rabbiosa sconfitta maturata nel doppio confronto di finale Coppa Italia contro la Samp, avvenuto pochi giorni prima.Quell’anno la gobba inanellò una serie di brutte figure impressionanti.Così come nel campionato 1990-1991, quando il calcio champagne del sempre simpatico Maifredi terminò la sua corsa contro le bordate di Branco a Marassi all’ultima giornata, dove la vecchia signora si ritrovò fuori dall’Europa dopo tantissimi anni.In un caso e nell’altro l’ironia dei tifosi si abbatté inesorabile contro i due allenatori, supplicandoli di rimanere il più possibile sulla panchina dei cuginastri.Dimenticavo: la musica naturalmente è quella di Guantanamera.

 

Vai con l’Alpitour! Vai con l’Alpitour!In Europa vai con l’Alpitour!

Abbiamo parlato della deliziosa annata Maifredi non a caso.Mentre la gobba si giocava (male) le sue ultime speranze a Marassi, il Toro, impattando in casa per 0-0 contro l’Atalanta, si piazzava quarto e conquistava la UEFA da neopromossa.Questo coro nacque (o comunque ebbe la sua genesi) quel giorno. Messaggio sottinteso era che l’unico modo per visitare l’Europa, per i bianconeri, sarebbe stato recarsi da un tour operator.

 

Caro il mio gobbo BIPPONE, guarda la televisione!Seduto lì in poltrona, guarda la Maratona!

Allo stesso modo, questo coro imperversò per tutta l’annata 1991-1992, quella della cavalcata europea, infrantasi sui legni difesi da Stanley Menzo.Era un tifo pienamente ironico, gaudente come non mai.Unico dubbio riguardava il testo corretto.Si doveva cantare “lì” in poltrona?Oppure “là” in poltrona?Molti andarono in confusione, come il mio amico Enzino, che si ostinava a cantareSeduto la poltrona- Enzino, ma che cavolo vuol dire “Seduto la poltrona”?- Ah, sì, non ci ho fatto caso.Non ci faceva mai caso. E di certo non fece molto per uscire da questo dubbio filologico, confuso com’era da tutti gli altri.

 

Se Boniperti dà le dimissioni, chi viene a fare il capo dei BIPPONI? E viene uno, che si chiama Luca… E viene in Curva e a tutti ce lo BIPPUCA!E juve BIP, e juve juve BIP…

Piatto forte, coro storico, epocale, indimenticabile.Ancora una volta l’Uva fogarina a prestare le sue note.Ma qui non si tratta più di gobbi ciucciaBIP, no.Qui il riferimento è preciso, circostanziato, diretto.Peccato purtroppo che questo coro sia giunto ai giorni nostri così monco, mancante delle parti che altrimenti lo avrebbero esplicitato.La stagione comunque è quella del 1989-1990, durante la nostra peraltro divertente cavalcata in B.Boniperti, non si sa quanto di propria volontà, decise di dare le dimissioni dalla carica di massimo dirigente bianconero.E qui si ferma la nostra ricostruzione, in quanto un non meglio precisato personaggio, si sarebbe forse fatto avanti per assurgere a corte.Lo stesso individuo veniva però previamente invitato a sondare le opinioni sul suo arrivo in Maratona, ove avrebbe trovato pane per i suoi denti.Bè, proprio pane no…

 

Cara BIP, vieni a BIPPARE con noi,Cara BIP, noi ti faremo goder,Al tuo BIP, ormai non gli BIPPA più,BIPPA il BIP al SUPERBIP,E a rimetterci sei tu-u-u!

Indubbi riferimenti sessuali in questi versi giunti ahimé privi del loro 50% ai giorni nostri.Posizionato temporalmente sempre a cavallo dell’annata 1989-1990, si gioca sulle note di Rosamunda, che quell’anno ebbe un successo strepitoso in Curva.L’invenzione di questo coro, come probabilmente anche del precedente, è da attribuire al carismatico tifoso di nome Ciro, del quale si persero dopo poco le tracce, ma questa è un’altra storia.Proprio la Curva, viene qui evocata in tutta la sua potenza sessuale consolatoria nei confronti dell’ignota protagonista femminile di questa storia, trascurata probabilmente dal proprio partner, ivi intento probabilmente ad eseguire la fellatio ad un terzo personaggio.Boh, troppo pochi gli elementi per poter risalire a quella che fu la storia.

 

IL PADRINO, PARTE I, II e IIIIstantanee ha già analizzato in profondità, nel corso degli anni, la saga di Schillaci e del suo turbinoso rapporto con i copertoni, pertanto credo sia il caso di analizzare l’argomento soltanto di sfuggita.Tutto nacque da un episodio, vero o presunto, riguardante un familiare di Totò, pescato con le mani su dadi e crick.Ai primi cori delle curve, il povero centravanti replicò - Non ho bisogno di rubare le gomme per vivere.Ahi ahi ahi ahi ahi.Questo scatenò come sappiamo la fantasia delle Curve, la nostra manco a dirlo in prima fila.La prima gomma non si scorda mai, era il titolo del foglietto ciclostilato, che conteneva i testi delle canzoni che, in quella primavera 1990 si cantavano a squarciagola in Curva.Come non ricordare L’Italiano (Lasciatemi rubare… ho già le gomme in mano…), o Pensiero (..hanno preso già i tuoi… fratelli. Li hanno presi con delle.. Pirellli), Piemontesina bella (Ricordi quelle gomme, rubate al Valentino, al Transit e al Fiorino…) Oh mamma, mamma ,mamma e tanti altri.

 

La saga andò oltre il foglietto La prima gomma non si scorda mai.A breve giro di partite, vennero generati interessanti spin off, tra cui questo passo, verseggiato sulle note di Piccola Katy dei Pooh

Totò Schillaci, stanotte hai rubato,Tutte le gomme dell’Avvocato…

 

Ed il celeberrimo

Schillaci picchia la BIPPA

Sempre sulle note del Ruba le gomme - Guantanamera.Qui i critici si dividono. L’irriverente ritornello si riferiva ad episodi realmente accaduti? E se veri, erano motivati?Il tempo avrebbe risposto.Passarono infatti tre anni prima che la saga avesse termine.E qui, perdonatemi, ma i BIP si sprecano.Usate fantasia e intuito per interpretare questi versi.

Finalmente si è saputo che Schillaci era un BIP.Che sua BIPPA fa i BIPPINI a quel BIPPARDO di BIP.

 

Ci sono troppi BIP.Asor Rosa, nel suo interessante saggio sull’argomento, ipotizza l’esistenza di una terza persona in questa tresca che ricorda molto L’amaro caso della Baronessa di Carini, con un finale meno tragico.Certo è che il ti faccio sparare, brontolato dall’attaccante all’indirizzo del bolognese Poli, non fece molto per allontanarlo da un certo tipo di clichet.

A distanza di anni dobbiamo ammettere e riconoscere che Schillaci fu sportivo e sopportò il tutto.Del resto diventò simpatico non appena se ne andò dalla gobba.

 

HIT PARADE!

Non c’è più la vela bianca,e d’inverno c’è il gabbiano…

Quante!Quante volte la Maratona si è basata su canzoni famose, per comporre i propri cori.Ovviamente tutto era più facile in anni nei quali le classifiche sfornavano 45 giri a ritmo continuo.Per dirla tutta, senza fare il solito discorso sul passato comunque bucolico, era molto più facile che Donna Felicità dei Nuovi Angeli colpisse l’immaginazione, o venisse addirittura ripresa dopo molti anni, piuttosto che oggi un motivo di Noemi, Alessandra Amoroso o Tiziano Ferro, risulti utile allo scopo.

Ma vediamole assieme, passandone in rassegna qualcuna.

 

Ciao Mare, Raoul Casadei, 1973.Esempio di canzone che fu adottata nei nostri cori a ben 20 anni dalla sua uscita.Fu infatti all’inizio degli anni ’90 che si pensò cosa buona, accompagnare all’uscita le tifoserie sconfitte, con un canto di buon viaggio e altrettanto buona destinazione.

Ciao, ciao, ciao, ciao,juve,vattelo a BIPPAR nel BIP,vattelo a BIPPAR nel BIP.

 

Ho scelto la juve a caso, perché tal nome si adatta benissimo alla metrica della canzone.Sovente sono sorti problemi invece con le squadre trisillabiche (Es: Verona), in quanto la tifoseria ha spesso scelto un’accelerazione per raggruppare le sillabe sull’ultima battuta

Ciao, ciao, ciao, ciao Verona.

Anziché il più corretto e scandito.

Ciao, ciao, ciao Ve – rona!

Ma questi sono dettagli. Il coro ancora oggi è in voga, quest’anno in maniera particolare.

 

Donna Felicità, Nuovi Angeli, 1971Vale lo stesso discorso fatto per Ciao Mare.La canzone entrò a far parte del repertorio curvatolo con ritardo trentennale, rispetto alla sua uscita.Fece la sua comparsa nell’annata 2003-2004 ed è in playlist ancora oggi.

Forza Toro alè, alè granata,sempre insieme a te, comunque vada…

Questa ripresa comunque non chiarisce uno degli enigmi storici della storia recente italiana, ovvero che cosa intendessero i Nuovi Angeli con il gioco delle noci (o voci ?) intorno al fuoco.Attendendo una puntata speciale di Blu Notte, andiamo avanti.

 

Amico è, Dario Baldan Bembo, Caterina Caselli, 1983.Canzone perfetta per lo stadio, fu un successo immediato, sigla di Superflash, trasmissione televisiva del giovedì, trasmessa da Canale 5.Se la memoria non mi inganna, i primi ad intonarla furono i tifosi del Pisa, in un Torino-Pisa 0-2, ma presto la moda dilagò.Era un coro sul quale si era soliti sventolare le sciarpe a mo’ di lazo, mentre la musica veniva intonata senza parole.Oggi ne sopravvivono due versioni: la prima vede l’intercalare della parola TO-RI-NO al termine delle battute. La seconda, purtroppo, è diventata un coro contro le Forze dell’ordine.

 

Ufo Robot, Actarus, 1978Brano popolarissimo, che riprende la sigla della fortunata serie di cartoni animati giapponesi, che peraltro ho sempre detestato.Ne ignoro la data di creazione, era già ben presente alla metà degli anni ’80, quando iniziai a frequentare la Curva.Formidabile il testo, che ripercorreva la traccia musicale.

Na na na-na na-na-na-na-na-na, na na na-na na-na-na-na-na-na, Na na na na-na-na na!

Il Ma chi è della versione originale, venne rimpiazzato dal metricamente perfetto Toro alè.Si dice che l’impossibilità di scrivere un testo di una profondità simile sia stato alla base della separazione dei Led Zeppelin, messi di fronte alla propria inadeguatezza, anche musicale.

 

Rivers of Babylon, Boney M. 1978Coro che ha goduto di popolarità altalenante, che riprendeva il ritornello principale della canzone.Se il motivo dei Boney M era una sorta di calco su di un passo della Waste Land di T.S Eliot, e a sua volta su di un salmo biblico, molto meno pretenziosamente, il testo elaborato dalla curva si basava su una serie di “na na na” e di “o-o-o”, che creavano comunque un’atmosfera di felicità ed incoraggiamento

 

E la vita, la vita, Cochi e Renato, 1974Sigla dell’ultima Canzonissima, questa canzone ha aspettato, come Donna Felicità, 30 anni buoni per essere elaborata dall’immaginario collettivo della tifoseria.Va ad inserirsi in anni, nei quali l’elaborazione dei cori aveva perso un tocco di magia per affidarsi totalmente alla fede nei colori della maglia, perdendosi un po’ nella retorica.Non so dirvi se sia stato un bene o un male, semplicemente gusti diversi.Il fatto comunque di dover andare a recuperare il passato per ottenerne ispirazione, potrebbe aprire benissimo una ricerca sociologica che andrebbe ben al di là del puro aspetto sportivo.

Ed il Toro, il Toro,ed il toro è (che) bello, è (che) bello

 

Yellow submarine, Beatles, 1966Un classico, presente da generazioni, che in altre tifoserie ha assunto varianti particolari.Da noi è stato sviluppato il ritornello, a partire da epoche lontane.

Forza-Toro- Alè-alè-alè, alè alè alè, alè alè alè.We-all-live-in-a-yellow submarine, yellow submarine, yellow submarine.

Ma la canzone si è anche sviluppata su un coro completamente diverso, forse ispirato da Gandhi

Bombe, sangue, saluto degli Ultrà, saluto degli Ultrà, saluto degli Ultrà…

Resta da stabilire  se il coro, come mi sembra di ricordare, al principio degli anni ’80 menzionasse anche una certa violenza a volontà, oppure se si trattasse di una parodia del medesimo

 

Go West, Pet shop boys, 1993, Village People 1979Deve il suo successo alla cover dei Pet shop boys, ed ebbe la sua esplosione in curva durante la stagione 1994-1995, quando sulle sue note venne intonato

Alè, Abedì Pelè, alè, Abedi Pelè…

Poi rimodellata dopo l’addio di quest’ultimo in un più classico

Alè, forza Toro, alé, alè, forza Toro alè, alé, forza Toro, alé..Tutti insieme, Forza Toro alè.

 

Na na na na, hey hey, kiss him goodbye, Steam, 1971Coro molto in voga tra gli anni ’70 e gli ’80 (spesso erano i Korps a lanciarlo), ripercorreva il tema allitterativo e cacofonico dell’originale.

Na na na na na na, hey hey hey, na na na na

Per chi avesse ancora dei dubbi, il brano è tornato in auge grazie ad una pubblicità di biscotti che vede Kaka come protagonista.

 

Vamos a la playa, Righiera, 1983Coro saltuario, che ben si adattava allo spirito antigobbo

Bippardo bianconero oh, o-oh, o-oh

In occasione di Torino-Messina, 1990, ultima gara ufficiale disputata al Comunale, la Maratona accompagnò il solo Michael Righeira (lui granata, a differenza di Johnson) nella canzone, intonata sulla pista di atletica.

 

Do they know it’s Christmas?, Band aid, 1984Forse pochi ricordano che il passaggio

Eh-eh, oh, oh, Forza Toro alè granata

È in realtà il ritornello di Do they know it’s Christmas, brano a scopo benefico registrato dal supergruppo dei Band aid nel lontano 1984

Feed the world, let them know it’s Christmas time…

 

La Stangata (The entertainer), Scott Jopin, 1902Famosissimo pezzo, non proprio da Hit Parade, che risale al 1992-1993.Ancora oggi in voga, diventò famoso quando accompagnò la nostra rimonta casalinga contro l’Aberdeen, in una serata di tifo fantastica.

Foza Toro, granata olè, forza-Toro-Gramata-o-lè.Forza Toro granata. forza Toro granata, forza Toro granata olè.

 

Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione Cattolica, Zucchero, 1987Come da titolo.Il mitico Fracchia, durante la prima parte del campionato 1987-1988, si elevava sulla barricca (una transenna del vecchio Comunale) e cominciava a gridare con occhi spiritati:

SO…! SO…! SO…!

Fin quando il coro partiva, col ritornello intonato da tutta la Curva, che si concludeva con un TO-RO sublimante e liberatorio

 

Per finire questa rapida e incompleta carrellata, forse non tutti sanno che alcuni cori storici della Maratona si basano su brani che decisamente non provengono dalla musica leggera.

Canteremo fino alla morte, innalzando i nostri color…

È in realtà una canzone riveduta e corretta della Marsigliese. E potete immaginare l’orrore di alcuni tifosi quando venne cantata da tifosi ignari, nella gara interna contro il Nantes, quasi si trattasse di un gemellaggio.Così come il famoso e cantilenato

Alè, granata, alè…

Da sempre associato alle sciarpate, è in realtà basato sulla musica di God save the Queen, inno inglese. Anche lì, vallo a spiegare a Toro-Arsenal, che non era il caso di farlo.

 

Nella prima metà degli anni ’90, il classico Chi non salta è un bianconero, venne intonato sulle note della canzone partigiana Bella Ciao. Non era inusuale vedere i Granata Korps astenersi dal partecipare a tale coro, per motivi politici.La stessa musica è stata rielaborata, durante Torino-Siena della scorsa stagione, in modo originale ed elaborato

Antonio Conte… tu sei pelato…o-o-o-oh. o-o-oh…

 

E che dire poi dei cori tratti dalla colonna sonora dei film?Ad esempio

Lentini, là là là là là làLentini, là là là là là làLentini, vai sulla fascia, al centro crossa, e Giorgio fa gol!

Il Giorgio di turno era Bresciani, ed il coro fu inventato nel 1991.Fu accantonato quando Bresciani smise di segnare, l’anno seguente, ma non è tanto la durata del coro che ci deve interessare.Quanto il fatto che esso fosse una trasposizione della tema principale del Ponte sul fiume Kway, film del 1957 di David Lean.

 

Rosamunda, ebbe il suo apice nel creativissimo campionato di B 1989-1990, quando le 14000 persone della Curva riuscivano ad intonarla anche per sette-otto minuti, in un crescendo difficilmente ripetibile, facendo roteare le sciarpe.

Forza Toro… forza granata alè…

 

Altri brani come Fra’ Martino campanaro hanno ispirato incoraggiamenti a giocatori, affinché non esitassero nella loro meta.

Tony Polster, Tony Polster, facci un gol! Facci un gol

Una curiosità: ma era Tira giù la porta o Tiraci una bomba?Boh le fonti non concordano.

 

Per concludere la carrellata sui cori tratti dalle canzoni, va ammesso che la specialità gobba, pur nel loro grigiore, era We will rock you dei Queen, ritmato con mani e tamburi.Questo è un piccolo aneddoto, ma negli anni ’80, il gruppo FDT, sconosciuto ai più, aveva preso a farne una divertente parodia in Maratona.Mentre una ventina di tifosi battevano le mani a ritmo, il solista si esibiva su

Tua madre è una BIPPOIATua moglie una BIPPANA,tuo fratello un BIPPARDOe tu sei un BIPPULOcoro: juve juve BIPPERDA

 

PUBBLICITA’Allo stesso modo prese il calice.No, questo non c’entra niente.Dicevo, allo stesso modo il discorso è valido per i cori tratti dalla pubblicità.

Se la juve è magica, Cicciolina è vergine.Non fa una grinza, così come non la faceva la pasta della pubblicità, che si basava su Hymn di VangelisQuasi fosse la frase finale di un sillogismo, veniva intonata dopo il 1983, disponendo le dita in modo tale da… bè, la prossima volta facciamo un disegnino.Dopo breve, i tifosi genoani clonarono la nostra canzone in un lunghissimo striscione, esposto in un derby:

Se Sampierdarena è blucerchiata, Moana Pozzi è illibata.E qui il pensiero va alla bella Moana, e al suo tragico destino.

 

Vorrei cantare insieme a voi, di magica armonia…Era una pubblicità degli anni ’80, di una bevanda con le bollicine, alla quale certo non può importare la mia pubblicità.Il coro che ne uscì, è ancora popolare ai giorni nostri.

Alè granata, alè alè, alè granata alè…

 

GIOCATORI NEL MIRINONon soltanto giocatori, a dire la verità.Spesso allenatori e presidenti.Se per i presidenti però l’ironia è stata spesso messa da parte, sostituita dal classico ed esasperato Vaffa, dietro i cori rivolti ad alcuni giocatori, si celano storie che vale la pena di raccontare.

Come quella della cessione di Serena ad esempio. Più volte menzionata, fu una storia segnata dall’inizio e dal prestito del giocatore da parte dell’Inter di Pellegrini, che a fine stagione lo girò alla gobba in cambio di un Tardelli a fine carriera.Serena aveva professato amore eterno per la maglia granata. Una volta diventato gobbo però, non esitò a dichiarare che la maglia a strisce era sempre stato il suo sogno.Non gliela perdonammo e lo aspettammo al varco.Lo reincontrammo in occasione del derby di andata della stagione 1985-1986, quando deviò in porta con la pancia una punizione di Cabrini, dopo soli quattro minuti.Fu il destino di quel derby storto, durante il quale però non gli furono risparmiati cori che all’epoca ripetevano anche i muri,

Serena, BIPPANA, l’hai fatto per la grana!

Questo grido fu rabbioso come tutti i cori disperati e gridava impotenza e odio allo stesso tempo, come dato di fatto, il disprezzo ferito baluardo del proprio orgoglio, scandito sulla ritmica degli slogan di piazza anni ‘70.

 

Ben più beffardo e cantilenante fu, nel corso dello stesso derby

Oillallà Serena, Oilallà Serena, la BIPPANA bianconera…

In pochi ricordano però che i giocatori, al momento del loro arrivo allo stadio, erano soliti fare il loro ingresso sul terreno di gioco per sondare gli umori della tifoseria.Idem dicasi per gli avversari.Qui i miei ricordi potrebbero vacillare, ma ricordo la Maratona aspettarlo al varco quel giorno.Serena non si presentò e la Curva non tardò a far sentire il proprio spirito filo-animalista

Aldo coniglio

 

Allo stesso modo però rammento un altro episodio, che lo stesso Serena ha recentemente ricordato.Egli lo fa risalire al pre-partita di quel derby, ma giurerei che si sia trattato del seguente, quello pareggiato in extremis da Zaccarelli.Serena uscì a muso duro sulla pista, con sguardo strafottente. Ma, ahilui, mentre tornava verso gli spogliatoi, inciampò e si infilò nel tunnel (che era, ricordiamo sotto la Maratona) di faccia, tra le risate generali.

Quell’episodio è stato la scuola che ha forgiato le generazioni successive, pronte ad accogliere Balzaretti con tutti gli onori, e lo stesso Rolando Bianchi versione laziale, dopo il gran rifiuto di pochi giorni prima.Acqua passata.

 

Se Oillallà Serena era un coro ampiamente giustificato da quanto successo, non ho mai compreso per quale motivo il povero Terraneo fece le spese di un nostro coro, quando si trovava a difendere la porta del Milan.Si era nello stesso campionata, gara di ritorno e, nei minuti finali, il Toro era in tranquillo vantaggio per 2-0.Avete letto bene. Tranquillo vantaggio per 2-0 contro il Milan.

Oilallà Giuliano, oilallà Giuliano, la BIPPANA di Milano

Non ho davvero mai capito il motivo di quel coro.Terraneo era stato con noi a lungo, per poi trasferirsi alla corte rossonera nel 1984-1985, ed ignoro se per caso ci fossero stati attriti con la tifoseria.

 

Di tutt’altro spessore ironico il coro

Attlio Lombardo, pelato BIPPARDO

Ode che arriva da anni nei quali l’ironia stava scemando, ma si riusciva comunque a mettere alla berlina un giocatore (che peraltro non ci aveva fatto nulla, benché sampdoriano) approfittando di una non proprio fortunata caratteristica fisica.Quando Lombardo passò alla gobba, capimmo che forse eravamo stati fin troppo generosi.

Modi comunque diversi di intendere il tifo.Nel 1998, in piena bagarre promozione, l’ironia era stata già abbandonata per far spazio a un’espressione più diretta, feroce nei confronti della mamma di Gaucci.Chi è stato a Reggio ricorderà quel giorno, eroico e drammatico ed i cori sul simpaticissimo presidente perugino.Che qualcuno ebbe anche la fortuna di incontrare in autostrada.

 

Luca Vialli, soffio (colpo) al cuore, Casiraghi ti venisse un BIPPer questo coro, cattivo cattivo cattivo, si scomodò addirittura la Carrà.L’anno solare è quello del 1992. Casiraghi, attaccante bianconero, autentico mister simpatia, dall’equilibrio assai instabile in area avversaria, è presente nella camera di ogni cuore granata che si rispetti. Sotto forma di poster al quale vengono scagliate freccette, in una sorta di tentativo Vodooo.Vialli invece è passato dalla Sampdoria alla gobba. Sono gli anni dell’ingrossamento muscolare dei gobbi, frutto di una dieta sana ed equilibrata e di un potenziamento fisico mirato.Vialli, ahimé, non ci è mai stato particolarmente amico.Ecco dunque lo strale che poggia le sue basi su “Rumore” di Raffaella Carrà.Coro peraltro esecrabile.Ma questa è soltanto la cronaca di alcuni cori, non la loro esaltazione.Rimane il dubbio sull’evento cardiaco, ancora oggi non chiaro.

 

Il ruolo del portiere è sempre stato particolarmente esposto alla rabbia avversaria.Così, ricordo un coro epocale, quasi un rabbioso gospel il giorno in cui Peruzzi, ex gobbo, nel 1999 estremo difensore dell’Inter, si schierò sotto la Maratona.Raramente ho mi è capitato di sentire un tale unisono di voci all’indirizzo di qualche giocatore

Gobbo di BIP, sei solo un gobbo di BIP!

Peccato che il gobbo di BIP in quell’occasione avrebbe poi parato un rigore a Ferrante, ma sorvoliamo sui dettagli spiccioli.

 

Non solo i portieri avversari sono entrati nell’occhio del ciclone.Come dimenticare la terribile annata 1995-1996, la seconda del’era Calleri, quella dei tre portieri che non ne facevano uno?

Biato, Caniato, ci avete rovinato!

Tuonava la scarna Maratona di Toro-Milan, 1-1, primavera 1996, retrocessione ormai dietro l’angolo.Enzo Biato, ex pugile, per tutta risposta si abbassò i pantaloncini e ci fece vedere il deretano.Storie tristi.Dal coro venne risparmiato il terzo incomodo, il giovane Doardo, eletto titolare dopo una mezza gara giocata bene contro il Napoli in casa. Nella partita seguente si trovò a dover difendere la nostra porta nel derby.Credo che Vialli stia ancora ridendo.

 

Abbiamo visto come con gli anni, il senso dell’ironia sia andato perso e, quandanche mantenuto, si sia in un certo modo ingrezzito.Non è colpa di nessuno, se non del trascorrere del tempo, e del cambiare dei costumi, ad ogni carnevale.Così, il 13 settembre 1998 in Torino-Milan 2-0 di Coppa Italia si cantava

Ibrahim Ba, Ibrahim Ba,vendeva le banane sotto casa di Weah

Coro abbastanza imbarazzante, a causa del suo nonsense, ma che suscitò una discreta ilarità nei convenuti all’evento.

 

MOGLI INAFFIDABILIWalter Zenga è sempre stato un giocatore simpatico alla Maratona e spesso ha avuto parole di ammirazione per il tifo granata, soprattutto prima di un Torino-Inter, stagione 19899-1989, nella quale la nostra vittoria fu comunque preludio dell’amara trasferta a Lecce, la domenica seguente.Tuttavia ciò non gli evitò di essere, in un’occasione, vittima degli sfottò un po’ casuali della tifoseria.

Zenga, tua moglie sta BIPPANDO

Ora, se non ricordo male, il buon Zenga si era sempre disimpegnato bene con le donne, disimpegnandosi tra le varie Miss Marche, Roberta Termali e Hoara Borselli.Beato lui, dunque. Il fatto che le suddette compagne, durante la sua partita, fossero impegnate in esercizi di altro tipo, è comunque da comprovare (e con chi poi? Sempre con il “terzo individuo” di cui parlava Asor Rosa?), e possiamo tranquillamente vivere tranquilli nel dubbio.

 

Discorso diverso per Gianluca Pagliuca, estremo difensore della Sampdoria (elemento stonato che ricorre), che non sempre si distinse per atteggiamenti simpatici.

Pagliuca, tua moglie ce lo BIPPUCA

È il mesto ritornello che gli venne sovente intonato.Il noi sottinteso è quello della Curva, ovviamente, e, benché la fonte si sia ormai persa nel corso degli anni, non è difficile immaginare quelle a cui si sarebbe abbeverata, secondo la canzone, la signora in esame.

 

Sempre a proposito di portieri, va ricordato il ruolo ambiguo di Angelo Pagotto nei confronti della tifoseria granata.Pagotto fu messo sotto contratto dal Torino FC dei Lodisti, prima che Cairo-Salvatori-De Biasi optassero per l’acquisto di Taibi.Fu il nostro numero 12, ma non giocò neanche un minuto in quella stagione.Prima di essere legato indirettamente a quella gloriosa annata, va ricordato che fu il portiere dell’incriminato Perugia di Gaucci, che ci soffiò, Dio solo sa come (anzi, noi lo sappiamo benissimo, senza essere Divinità), la promozione in serie A nel 1998.Durante il drammatico spareggio di Perugia, si schierò sotto la fantastica Maratona itinerante di quel giorno (eravamo in 10000 tra Curva e Distinti), venendone accolto in maniera non proprio entusiasta.A dirla sincera, volò di tutto. La gente era incavolata nera per l’evidente complotto che si stava verificando sotto i propri occhi.Pagotto prese un pezzo di asta di una bandiera e la riscagliò contro la Curva, amplificando così le osservazioni sul suo parentado.Il Perugia vinse ai rigori, come purtroppo sappiamo, benché fosse stato il palo, e non Pagotto, a respingere il penalty di Dorigo.Essendocela legata al dito, lo rincontrammo l’anno passato, sempre in B.Ceduto dal Perugia alla Reggiana, poi ultimissima, si trovò a fronteggiare la Maratona a distanza di un solo anno.

Pagotto va in serie C…Pagotto va in serie C!

 

Fu il coro a noi tramandato sulle note di Popeye.Molto meno tramandabile fu il secondo, che non mi sento proprio di riportare se non in modo frammentario, e che aveva per oggetto la moglie del malcapitato.

La moglie di Pagotto ha il BIP BIP

Poi, come detto, Pagotto passò al Toro e tutto fu dimenticato.Odio e amore, dunque. Come dire, Pagotto e contropagotto.

 

SQUADRE NEL MIRINOTerminiamo questa nostra per forza di cose incompleta rassegna, concentrandoci su alcuni cori curiosi, rivolti alle altre squadre, che non devono per forza essere i gobbi.La Sampdoria, per esempio!E’ più stata bersagliata di altre, come possiamo constatare.Sulle note di

Tutti mi chiamano biondama bionda io non sono!Porto i capelli neri!

canzone per la quale Elvis e Jim Morrison preferirono scomparire dalla ribalta, inscenando la propria morte, non essendo in grado di scrivere qualcosa di così elevato, la nostra tifoseria sviluppò un paio di coretti graziosi:

Si sente puzza di pesceE avete il mare inquinato,BIPPARDO blucerchiato

 

Ma non solo. Sulle stesse note, non possiamo dimenticarci di

C’è chi le chiama BIPGNOTTEC’è chi le chiama BIPPANE,noi le chiamiam doriane…

 

In occasione di un Toro-Doria di Coppa Italia del 1986, gara poi sospesa per diluvio universale, ebbe inizio la moda di ripetere in coro (esperienza che avrebbe poi portato a La Gente), le parole gridate da un capo tifoso.

E sono un doriano!(e sono un doriano)Oh che gioia, oh che gioia!E sono un BIPPIGLIO di BIPPOIAC’ho la mamma dorianaChe fa la BIPPANAE perciò grideremoDoria-Doria… immaginate cosa.

 

Sempre sulle note del Fiume Kwai si basa invece questa interessante riflessione sulla città di Piacenza e sulle sue ciminiere.

Piacenza, che BIPPAZZO di città!Piacenza, che BIPPAZZO di città,Piacenza, città di BIPPERDA, di questa BIPPERDA, voi siete gli Ultrà.

Nessuno si offenda, la cronaca goliardica è questa.

 

Per finire, due aneddoti sul Milan.Nel 1993, a pochi minuti dalla fine di un Marsiglia-Milan che li vedeva soccombere per 1-0 grazie al gol di Bolì, Galliani ritirò la squadra dal campo in seguito allo spegnimento di un riflettore.Il Milan rimediò una squalifica per un anno da tutte le competizioni UEFA e fece una figuraccia.L’anno seguente, in occasione di Toro-Milan, non mancarono gli sfottò, sempre sulle note di Entertainer

Ha segnato Bolì, ha segnato Bolì, vi hanno fatto un BIPPULO così!

 

La canzoncina è anche conosciuta con una prima strofa differente

Ha crossato Pelè, ha segnato Bolì, vi hanno fatto un BIPPULO così!

 

E si riferisce ovviamente ad Abedì Pelè, autore del traversone poi deviato in porta da Boli.

Ma la cosa non finì qui. Sempre sulle note di Tutti mi chiamano bionda, ci esibimmo in un coro di altra raffinatezza ironica.

Siete i tifosi del Milan… e avete un sogno nel cuore…Spegnere il riflettore!

 

Bene amici, qui termina il nostro viaggio vocale nel mondo granata, che spero sia stato gradito.Molti, tanti cori sono rimasti fuori.Vedremo se organizzare una seconda puntata.Un abbraccio a tutti. Mauro Saglietti