di Stefano e Valentino Della Casa
mondo granata
Fratelli di un altro pianeta
SON: Da un po’ di tempo a questa parte i gemellaggi granata, in particolare quello con i rossoblù genoani, sono stati messi a dura prova: non credo che nessuno si sia dimenticato la polemica dovuta allo scandalo di Preziosi, accusato di aver comprato le partite. Ebbene, la società accusò la nostra cimminelliana del Toro di aver dato premi a vincere ai giocatori avversari del Genoa, cosa che di certo non può non aver messo ai ferri corti le due extrastoriche tifoserie. Anche qualche fischio a qualche nostro giocatore e qualche insulto di troppo a dei nostri allenatori non sono di certo passati inosservati, ma la volontà di mantenere saldo un rapporto quasi secolare c’è e deve esserci. Con i tifosi della Viola (al secolo Fiorentina), i rapporti restano invece molto saldi: gli striscioni “Cairo non mollare” in quella maledetta/benedetta estate del 2005 apparsi nella loro curva non possono che aver saldato ancora di più un legame che già era ben solido. Noi per altro abbiamo ricambiato: siamo perfino riusciti ad esultare ad un goal loro contro di noi, solo perché sono riusciti a tornare in Champion’s!Sento in giro che si cerca la famigerata “Faccia pulita del calcio”, che, a detta di molti, non sono i tifosi. Altrochè se lo sono! Il gemellaggio è forse una delle massime espressioni di fratellanza tra tifoserie, e infatti il Toro ne vanta ben due molto solidi. Se non siamo belli noi…
FATHER: Non ho mai creduto troppo ai gemellaggi, anche se la Viola mi è sempre stata simpatica soprattutto quando Antognoni faceva male alle zebre. Anche perché teoricamente sulla piazza di Milano la nostra gemella avrebbe dovuto essere il Milan. Adesso personalmente provo un enorme piacere tutte le volte che inquadrano il pelato Galliani sofferente ed amareggiato, ma anche allora devo confessare che Lodetti e Rivera non mi stavano troppo simpatici, così come Pierino Prati che qualche danno lo ha fatto anche a noi. Quanto a Maldini padre, chiuse la carriera a Torino avendo avuto la lista gratuita e a me piacque molto: un po’ meno quando dichiarò che, come il figlio, anche lui era stato rossonero a vita. Sulla piazza di Roma mi dicevano che la Lazio era gemella, ma anche questa affermazione sarebbe bene prenderla con le molle: quando Cravero passò a loro, disse che lo faceva perché il Toro era finito. Ho provato grande simpatia per la squadra sociale quando ho letto su un muro: Iuve attenzione ti aspetta il Frosinone. E mi sono sentito fratello di Riva e Boninsegna quando il loro Cagliari umiliò i gobbi. Infatti Riva era molto amico di Puliciclone: due forze della natura, due uomini veri che all’ala sinistra non guardavano in faccia nessuno.
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