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Fratelli

Redazione Toro News
di Andrea Ciprandi

Sono davvero tanti i fratelli che hanno giocato a calcio, e alcuni di loro l’hanno fatto insieme. Basti pensare a Bobby e Jackie Charlton, Willy e René van de Kerkhof, Uli e Dieter Hoeness, Raì e Socrates, Diego Armando e Hugo Maradona, Gary e Phil Neville, Gabriel e Diego Milito, Rio e Anton Ferdinand, Kakà e Digão, Yaya e Kolo Touré, Jérome e Kevin-Prince Boateng, Nicolas e Guillermo Burdisso, e poi i gemelli De Boer, Barros Schelotto, Da Silva e Funes Mori. In Italia, Franco e Beppe Baresi, Giacomo e Riccardo Ferri, Filippo e Simone Inzaghi, Fabio e Paolo Cannavaro, Cristiano e Alessandro Lucarelli e i gemelli Filippini. Insomma, chi più ne ha più ne metta perché essendo innumerevoli farne un elenco è impossibile e comunque citandone alcuni si rischia di far torto a molti altri.  

Ma ci sono stati alcuni casi clamorosi, quando addirittura tre fratelli sono arrivati a vestire allo stesso tempo la medesima maglia. Oltre ai quattro fratelli honduregni Palacios, tutti internazionali e tre dei quali giocarono assieme l’ultimo Mondiale, penso ai londinesi Danny, Ray e Rod Wallace, di cui gli ultimi due sono anche gemelli, che a cavallo fra anni Ottanta e Novanta calcarono i campi inglesi e non solo. La stagione in cui giocarono assieme è quella 1988-89 e il giorno in cui per la prima volta scesero in campo contemporaneamente fu il 22 ottobre ‘88. 

Classe ’69 Ray e Rod, Danny è nato invece nel ’64 e dei tre è stato colui che più strada ha fatto, prima che la sclerosi multipla mettesse fine alla sua carriera. Ha inizato a giocare da professionista nel 1980 nel Southampton, squadra in cui era cresciuto insieme a giocatori del calibro di Matthew Le Tissier e Alan Shearer. Debuttando quando non era ancora diciassettenne all’Old Trafford, divenne il più giovane giocatore ad avere mai esordito coi Saints e il suo record durò fino al 2005, quando se ne appropriò un altro campione proveniente dal vivaio biancorosso e cioè Theo Walcott. Benché indirettamente, anche il suo primo gol col Southampton è legato a un fratello, cioè Justin Fashanu che lo era di John e che andò anch’egli in rete in quell’occasione. Dopo un’esperienza quasi decennale nel Sud dell’Inghilterra, Danny si trasferì proprio al Manchester United, squadra contro cui aveva esordito e della cui resurrezione propiziata da Alex Ferguson avrebbe partecipato vincendo FA Cup, Coppa di Lega, la Coppa delle Coppe del 1991 che segnò il trionfale rientro europeo delle inglesi dopo la squalifica post Heysel e la susseguente Supercoppa. Queste affermazioni lo ripagarono della delusione per il pur sorprendente secondo posto in campionato ottenuto col Southampton nel 1983-84, anche se certamente i suoi migliori ricordi del periodo trascorso in quel Club si legano alla stagione 1988-89, quando giocò tantissime partite assieme ai suoi due fratelli, anch’essi provenienti dalle giovanili. 

Rod e Ray giocarono coi Saints solo tre anni, dopo di che stabilirono un altro primato andando insieme al Leeds prima che il secondo prendesse una strada diversa. Dell’espolosivo Leeds dei primi anni Novanta, guidato da Howard Wilkinson, Rod finì per essere un punto fermo al fianco di Cantona, benché nell’unica stagione trascorsa dal francese a Elland Road comunque coincisa con una storica affermazione nell’ultima edizione del campionato pre Premier League per di più in volata sul Manchester United del fratello Danny. Ma giocò anche al fianco del veterano Strachan, di McAllister, dei giovani emergenti Batty e Speed, e ancora di Lee Chapman, Hodge, Sterland e Dorigo. Famoso per la sua velocità, si trasferì poi ai Rangers di Glasgow, coi quali vinse tantissimo: nelle sue prime due stagioni ad Ibrox conquistò addirittura Treble e Double aggiudicandosi anche una classifica marcatori che lo aiutò a completare la sua esperienza scozzese con la media di più di 1 gol ogni 2 partite. Finì la sua carriera ancora in Inghilterra, fra Bolton e Gillingham, ritirandosi nel 2004.

Ray, che è quello che meno ha raccolto ed è passato da una squadra all’altra per un totale di 11 casacche indossate dal 1988 al 2002, fece comunque in tempo a vincere il campionato del ’92 assieme a Rod nonostante il suo apporto fu minimo: in tre stagioni coi bianchi dello Yorkshire, infatti, collezionò appena 7 presenze.

Dei fratelli Wallace, solo Danny vestì la maglia della Nazionale maggiore inglese. Tutti però giocarono per i Tre Leoni a livello giovanile, con il solo Ray incapace di andare a segno. A propostio di gol, sempre Ray è dei tre quello che ha fatto meno gol in carriera, 15 e per di più tutti con la maglia dello Stoke City nel corso di 5 stagioni. Al contrario, Rod ne segnò 152 in meno di 500 apparizioni con squadre di Club oltre a 2 con l’Inghilterra Under 21, mentre Danny ne fece una settantina in poco più di 300 uscite e può vantarsi di averne firmato almeno uno anche con tre diverse categorie della Nazionale: Under 21, B e prima squadra. 

In definitiva, la storia dei Wallace è una di quelle capaci di arricchire lo sport al di là delle grandi imprese. Date le qualità di almeno due di questi fratelli, poi, è una vicenda ancora più insolita essendo difficile stabilire chi fra Danny e Rod fu più brillante essendo stati entrambi fortissimi. Giocarono oltretutto in un momento storico in cui il calcio inglese stava cercando di non perdere identità e di rialzarsi dopo il forzato isolamento dal mondo seguito alla tragedia dell’Heysel. E basterebbe ripercorrere le carriere dei Wallace per ricostruire gran parte di quanto accaduto Oltremanica in quegli anni.