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Ai microfoni della web tv ufficiale granata h,a parlato Gigi Gabetto, figlio del Barone Gabetto, la figlia di Loik Mirella, e il figlio di Aldo Ballarin Antonio: "Ho trovato l’invito qui a Lisbona una cosa meravigliosa: non avevo il coraggio di andare a Lisbona, avevo un blocco, un' esitazione. Ma l’invito di Cairo mi ha fatto muovere: è stato meraviglioso, per tutti, per il Torino e per noi. Un ricordo di papà Guglielmo? Ero piccolo, avevo 7 anni, ricordo poco. So che avevo promesso a mia mamma di laurearmi e ho cercato di fare il possibile per accontentarla"
Gabetto, continua: "A me piaceva giocare a calcio, ho provato al Torino e poi mi prese la Juve, visto che al collegio Valsalice dove ero sistemato mi aveva dato il permesso. Ho fatto fatica, ero del Toro e giocavo nella Juve: non è stato facile (sorride). Come ricorderei mio padre? Era un papà magnifico per quello che ricordo, con Ossola avevano il bar Vittoria ed era sempre pieno. Mio papà e Ossola offrivano il vino ai tifosi, era il posto più bello per far vedere che le partite si vincono anche fuori dal campo, anche con l’aiuto dei tifosi e della società. Era un Toro che perdeva poco. Poi mi stava insegnando qualche piccolo “trucco” calcistico. Di colpo, poi, il 4 maggio, i tifosi si sono radunati al bar e hanno detto a mia mamma del fattaccio"
Infine, Gabetto conclude: "Da lì iniziò il mio calvario in collegio, e quello di mia madre sola a gestire il bar, e da li iniziai a giocare nella Juve, ma il mio cuore è sempre rimasto granata, granata pieno"
Interviene anche Mirella Loik: "Iniziativa importante, si dà internazionalità al ricordo. Ringrazio molto Cairo, che ha avuto grandissima sensibilità. Da parte mia è stato un riconoscimento accettare quest'invito per Cairo, che ha vaut il coraggio di organizzare questa partita"
Un ricordo personale di Loik? Ne ho parecchi, anche se avevo 4 anni. Mi ricordo quando tornava da allenamento, che si dedicava immediatamente al gioco con gli altri bambini, prima che con me. Era un gesto bellissimo.
Anche Antonio Ballarin commenta con emozione l'evento: "E' un emozione veder lo stadio di Lisbona, dove mio papà ha solcato i suoi ultimi passi da calciatore. Voleva venire anche mia sorella, che però non vuole mettere i piedi sull'aereo dopo quel 4 maggio. La mia vita è sempre stata nel pensiero di papà, anche se ero piccolissimo. Mia madre, sino a quanto è mancata a 92 anni, ha sempre parlato di suo marito. Mio papà era un terzino vero, massiccio. Mio figlio? Si, si chiama Aldo, come il figlio di mia sorella: entrambi tifosissimi del Toro"
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