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"40 anni sono passati da quel 8 novembre del 1976 che, probabilmente, ha cambiato la storia del Torino. Alla giovane e prematura età di 37 anni scompariva Giorgio Ferrini, ritiratosi da poco dalle scene calcistiche dopo una carriera a tinte granata che aveva fatto di lui il Capitano dei Capitani.
"Quando si parla di bandiere, di giocatori di altri tempi, si può e si deve far riferimento a Ferrini: dal 1959 al 1975 disputò sedici stagioni al Torino, scendendo in campo per 566 volte con la maglia del Toro addosso, diventando - con le sue 409 presenze - l'uomo ad aver totalizzato più presenze nella storia del club piemontese nella massima serie italiana.
Non solo carisma, carattere e grinta: Ferrini era un giocatore importante, votato al contenimento degli avversari a centrocampo (chiamato per questo La Diga). Al Torino lasciò moltissimo durante la sua carriera, tra cui anche 56 gol. E un mediano con le sue qualità non poteva non far comodo anche alla Nazionale italiana: giocò da protagonista gli sfortunati Mondiali del 1962 e anche gli Europei del 1968, che si conclusero con quella che è al momento l'unica vittoria italiana nel trofeo continentale.
Quando decise di smettere con il calcio giocato, Giorgio Ferrini non riuscì a staccarsi dal Toro, che aveva dato molto anche a lui: diventò, proprio nel 1975, l'allenatore in seconda di Gigi Radice, in quella stagione che portò il Torino a riprendersi lo scudetto dopo tanti anni: il traguardo che lui aveva sempre sognato e per cui aveva sempre lottato oltre ogni limite. La sua intenzione era quella di diventare allenatore, era in procinto di iniziare il corso di Coverciano: sarebbe certamente diventato il tecnico del Toro e chissà che cosa sarebbe stato in grado di fare sulla panchina granata.
"Ma poi arrivò un avversario che riuscì a sconfiggere anche il più temerario dei giocatori granata: un'emorragia cerebrale tremenda, che lo colpì due volte tra l'agosto e l'ottobre del 1976. Nonostante le cure tentate e le operazioni effettuate, Giorgio Ferrini non riuscì a guarire dal suo male, che lo strappò a questa terra esattamente 40 anni fa. Il dolore fu immenso, la perdita incommensurabile. Ma i tifosi del Torino non lo dimenticano, e anche l'attuale allenatore granata Mihajlovic ha voluto ricordarlo, pochi giorni orsono: la memoria di Ferrini è ancora viva, e per sempre lo sarà.
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