mondo granata

Gli amici del Torino

Ermanno Eandi

Li vedi, sorridono, suonano e cantano, sono una eterogenea combriccola di amici granata, giovani e anziani, quando sono insieme hanno tutti la stessa età, la stessa voglia di vivere, di essere granata. Questo è il lo stile del...

Li vedi, sorridono, suonano e cantano, sono una eterogenea combriccola di amici granata, giovani e anziani, quando sono insieme hanno tutti la stessa età, la stessa voglia di vivere, di essere granata. Questo è il lo stile del C.A.S.T.Il segreto di questa austera sigla è presto svelato: Club Amici Sostenitori del Toro.Si ritrovano in un luogo romantico, che profuma di storia, d’antico, dentro il magico cortile della Cavallerizza Reale di Torino, nel Circolo Beni Demaniali. Quando si entra in quel luogo il tempo si ferma, ci si aspetta di trovare di sabaudi impiegati con i baffi a manubrio e la bombetta, invece come d’incanto appare la magia del C.A.S.T.‘Era novembre del 1983 – racconta Italo, il fondatore – stavamo tornando da Genova felici. La successiva trasferta era ad Ascoli e io volevo andarci, ma il presidente del Club a cui appartenevo mi disse che era troppo lontano e non si sarebbe andati’. La domenica dopo il nostro Italo andò in Maratona, ma era triste, voleva andare ad Ascoli, così gli venne una idea, si voltò e disse a quelli che cantavano con lui: ‘C’è qualcuno che vuole fondare un club, dove si va sempre a vedere il Toro in trasferta?’ Le adesioni furono copiose, la gloriosa storia del club iniziò e soprattutto andò ad Ascoli. Uno dei giovani più dinamici è Igor, occhi neri, sguardo simpatico, ha conosciuto Italo ed è stato rapito dall’armonia del C.A.S.T. : ‘Italo è un guru, ha un carisma incredibile. Testardo e buono. Lui mi ha detto che aveva bisogno di un giovane come me per perpetuare la leggenda del C.A.S.T. e io l’ho seguito incondizionatamente’Mauro, il presidente, è sempre pronto e sensibile: ‘I nostri soci devono amare profondamente il Toro, vivere da tifosi granata e seguire il Toro ovunque sia possibile, indipendentemente dai risultati, giocatori, presidenti. Noi vogliamo andare allo stadio, piantare lì la bandiera granata, sostenere la squadra e basta!’I soci sono circa un centinaio, con 85 abbonati. I nostri amici hanno un problema che accomuna tutti i tifosi del primo anello della Maratona: ‘Non vediamo quasi niente, intravediamo solo le teste dei calciatori – prosegue Mauro – i tiri rasoterra non esistono. Però siamo felici perché siamo nel luogo che amiamo di più: La Maratona. Per noi è meglio non vedere, ma tifare. Quando la Maratona fa bella figura noi abbiamo già vinto la nostra partita’‘Però anche i risultati sono importanti – aggiunge Luca, il consigliere – In questo Toro manca la concentrazione e la voglia di vincere, non ha carattere’Nell’antica locanda , si srotola una tovaglia e in un nulla arrivano le portate, oltre ai padroni di casa ci sono gli amici di curva i “Mods “guidati da Oskar degli Statuto e gli “Ultras Vecchia Maniera”Tra un bicchiere e un coro, Italo fa l’occhiolino e mi sussurra il loro motto “Soma ij mei” e continua: ‘siamo i migliori, i tifosi del Toro sono unici e meravigliosi’.Impossibile contraddirlo.