Stefano Brugnoli ci invia i suoi 'Appunti' sulla partita giocata dal Toro con il Penarol:
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Gli ‘Appunti’ di Stefano Brugnoli
A una settimana dall’inizio del campionato proviamo a esaminare quanto ha detto l’amichevole contro gli uruguaiani del Penarol.Una lettura sommaria porterebbe a paragonarla a una partita del Toro di De Biasi dello scorso anno, buon impegno, discreta tenuta difensiva ma zero reti, invece per me le cose non stanno così perché leggendo tra le righe mi sono fatto questi appunti. La difesa ha patito in maniera diversa rispetto a Genova, se a Marassi era stata messa in difficoltà sulle fasce dalle tre punte di Gasperini, contro il Penarol ha dimostrato di patire se attaccata centralmente a palla bassa.Buona la spinta da parte degli esterni che si sono sganciati e presentati al cross diverse volte e buona è anche la tenuta della difesa sui palloni alti, due fondamentali che lo scorso anno non erano sempre sufficienti.A centrocampo si è ricorso troppo spesso al fallo per interrompere le azioni avversarie e a mio avviso c’è stato soprattutto nel primo tempo qualche lancio lungo di troppo, ancora non ci sono trame lucide costanti, solo a sprazzi il gioco scorre fluidamente però è già qualcosa rispetto allo zero assoluto dello scorso anno dove l’unica risorsa era la palla a Rosina.Rosina infatti non è costretto a giocare da solo ma cerca sempre con maggiore insistenza il dialogo con i compagni.Quando abbiamo giocato con quattro centrocampisti si sono visti parecchi cross in mezzo all’area, sta ora a Novellino cercare di fare in modo che vengano finalizzati, mentre nell’ultima mezz’ora il centrocampo a tre ha fatto più filtro e ha supportato bene le avanzate degli esterni.La differenza tecnica e fisica rispetto allo scorso anno è però evidente e anche Barone sembra lontano parente di quello visto lo scorso anno.In attacco la differenza tecnica, tattica e fisica è ancora più evidente, però difettiamo ancora di mira.Ventola si è sbattuto molto per concludere poco e ha sfiorato il gol solo su quel gran tiro da fuori area finito a lato di un niente.Nella ripresa Bjelanovic si è rivelato un maestro nel gioco di sponda, che forse cerca con troppa insistenza, anche lui ha sfiorato un gran gol peccato che sia arrivato con una frazione di secondo in anticipo che non gli ha permesso di schiacciare di testa il pallone in fondo al sacco.Di Michele invece è l’esatto opposto di Bjelanovic, in virtù della tecnica raffinata che possiede unita a una grande rapidità prova spesso l’azione personale; a Palermo dicevano “Di Michele divide, o lo ami o lo odi” noi speriamo di amarlo…Fa bene al gruppo la conclusione vittoriosa ai rigori che ha portato la firma di due giocatori spesso in ombra: Fontana e Oguro.Concludo augurando a Sereni di riprendersi per sabato, perché non può mancare la partita a Roma contro la Lazio e non solo….
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