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mondo granata
Lunedì 15 giugno 2009. Caro Diario, qualche giorno fa parlavo con un amico e gli raccontavo di quanto fossi felice di vivere in un'epoca in cui la comunicazione può essere veloce.Internet, telefonini, computer portatili, macchine fotografiche digitali... una vera pacchia. Tutti strumenti utili per non dimenticare per strada un'idea, un pensiero, un'emozione.Se non fosse che l'umanità tende ad abusare o ad usare male, in alcuni casi pessimamente, ciò che la tecnologia offre, sarebbe quasi un mondo ideale.Quindi un'utopia.Quindi un'insensatezza.Oh, be'... che peccato: un'altra occasione persa dalla massa.Quando ero piccola mi ricordo che la sera, nella bella stagione, era il momento di aggregazione delle persone ed il luogo d'incontro era la piazza.Era particolare il suono prodotto da tutte quelle bocche: un brusio spezzato qua e là da risate e anche da silenzi. E poi qualcuno tornava a casa salutando cordialmente anche se prima aveva discusso animatamente.Forse il confrontarsi diretto, il potersi guardare negli occhi, l'ascoltare il tono della voce altrui davano la possibilità di comprendere più globalmente che si era tutti simili, ognuno con i suoi problemi, ognuno con le sue stanchezze, ognuno con le sue speranze, ognuno con i suoi piccoli o grandi drammi irrisolti.Tutte le sfaccettature del progresso hanno una doppia valenza e mi rimarrà sempre incomprensibile come la maggioranza della gente preferisca ricorrere alla metà oscura di esse.Ci sono persone (persone?) che esistono solo ed esclusivamente in virtù del fatto di essere dotati di una tastiera, di un monitor e di un computer. Creano un nuovo sé, lo fanno crescere e lo mantengono senza preoccuparsi di crescere dentro. E combinano danni. Danni reali. Vabbe'...A proposito di danni... sabato sera ho incontrato casualmente Calimero. Sai che anche sua madre lo chiama così? Credo sia una delle poche madri al mondo che dissenta dal sacro “Ogni scarrafone è bello a mamma sua” sostituendolo con “Sei il mio scarrafone e ti voglio bene ma sei veramente pesante...”.Calimero.... è così pieno di risentimento, di livore, di odio... e cerca di farli passare per amore, per puro, limpido e cristallino amore per il Toro.Gli sono persino affezionata: mi fa tenerezza. Mi dispiace perché si copre di ridicolo, sempre convinto che l'”Esercito dei Giusti” (come lo chiama lui) finirà per schiacciare l'”Armata delle Tenebre” (sì, sempre definizione sua...). Lui, purtroppo, pensa che esistano diverse tonalità di granata e si picca di essere uno dei pochi Eletti in grado di stabilire chi sia più o meno intriso del NOSTRO colore.Ti spiego meglio.E' tifoso del Toro. Su questo non ci piove.Ammiro la sua caparbietà, la sua tenacia, il suo esserci sempre.Va allo stadio in casa e fuori casa, è sempre in prima linea.E' uno dei punti di riferimento della tifoseria.Fermi tutti: è convinto di essere uno dei punti di riferimento della tifoseria. Ma è solo uno dei tanti.Una piccola goccia nell'oceano granata.Attenzione: l'oceano granata non sarebbe così vasto se lui non ne facesse parte.Ma sarebbe opportuno, per la sua salute mentale, se si rendesse conto che la stessa cosa vale per tutte le altre minuscole gocce, se si rendesse conto che siamo proprio tutti uguali, tutti tutti tutti.Invece no.Si complica la vita raccontando di epopee vissute – dal suo punto di vista – solo da lui.I 'neofiti' si lasciano incantare dalle sue storie ed entrano nell'Esercito dei Giusti.Come il coro di una tragedia greca accompagnano i racconti delle sue gesta con esclamazioni di stupore, reverenza, talvolta contrizione, spesso ammirazione. Non mettono in dubbio le sue parole, neppure quando le spara grosse.Dice e non dice e fa sottintendere di saperla più lunga di tutti gli altri.Quelli che ne sanno un po' più di lui e glielo fanno notare in modo incontrovertibile vengono da lui bellamente ignorati. Così come dall'Esercito dei Giusti.Perché quelli che ne sanno davvero di più... be', non perdono tempo a ribattere e ad insistere di essere i detentori della Verità Assoluta come fa lui.E' un bravo affabulatore e, grazie a questa sua dote, sfodera artigli (hey, solo agli indici, li ha solo agli indici! Incredibile!) ed emette sentenze: “Tu non sai tutto quello che so io...” e marchia di infingardaggine gli sprovveduti che hanno osato – a suo parere – sfidarlo.A furia di marchiare ha delimitato in maniera precisa, scrupolosa e meticolosa la sua area di azione.E' semplicemente uno di quelli che pensano di essere del Toro più di tutti gli altri, arrivando a credere di essere una sorta di Mangiafuoco che può comandare i burattini a suo piacimento.Talvolta scivola nel patetico spinto raccontando di segreti di cui, ovviamente, non può concedere evidenza perché... “Ah, se potessi parlare, se potessi parlare... ma non posso, voi capite bene che non posso...”Anche sabato sera ha detto di sapere una quantità di cose che non potevano essere dette.Le dice sempre DOPO che sono state pubblicate da qualche giornale.Amen: è fatto così. E' un Fratello comunque.Come Luigi. Mi fa schiantare dalle risate e son risate di tenerezza. Mi dice sempre che solo io posso capire il granatismo che si agita in lui, che solo io so che cosa sia la vera sofferenza (tié, tocco ferro, legno e altro senza cadere nel triviale), che solo io sono in grado di capire che cosa voglia dire essere del Toro. Sulla base di che cosa lo sa solo lui.Luigi è un amico, un caro amico... ma sta diventando anche una piattola. Una cara piattola, ecco.Si lamenta in continuazione per il destino infausto del Toro e non c'è verso: tutto è tragedia, anche una vittoria.Crede nel karma ma solo in quello negativo, per cui se – una rara volta – ci accade di vincere lui sfodera il peggior repertorio di scenari apocalittici che sicuramente, a suo dire, ci si pareranno davanti.- Vieni con me a pulire il Fila?- Sì, ma sfigati come siamo ci faremo sicuramente male. Ma sì, andiamo.. però...- Però una cippa: anduma.- Hai visto che abbiamo vinto? Che cosa ti avevo detto?- Sì, sì, avevi ragione... ma adesso che cosa succederà?- Quel che succederà te lo dirò quando succederà: oggi abbiamo vinto!- Facciamo un salto a Superga?- Sì, andiamo, ma facciamo attenzione: c'è la strada ghiacciata, ci sono già stati troppi morti...- Uno in più non fa differenza: vieni ad immolarti, su...E nonostante il suo immobilismo interiore c'è sempre.Ha bisogno di essere trainato, tutto lì.Perdo ore ed ore a spiegargli perché bisogna godere del momento e delle piccole gioie, sono esse i veri e più resistenti mattoni con cui costruire, e – forse per sfinimento – finisce anche per pensarla come me ma poi ricade nel buco nero del suo pessimismo cosmico.E rimane lì come un merluzzo appeso a seccare: immobile perché se no chissà che cosa capita...Probabilmente è l'unico essere umano al mondo che da piccolo non sudava quando la mamma gli diceva di di non sudare (mamme di tutto il mondo, colleghe di maternità: a seguito di approfondite ricerche scientifiche posso tranquillamente affermare che i bambini che sudano giocando, così come quelli che sotto la pioggia non usano l'ombrello, NON SI SCIOLGONO: non sono fatti di zucchero... ma ne regalano tanto. Non rinunciate ad esso, via...).Luigi è un bravo ragazzo ma che fatica, che fatica, che fatica... cioè: la fatica la fa tutta lui ma con estrema disinvoltura la scaraventa addosso a chi abbia la pazienza per ascoltarlo.E chi lo ascolta rimane, almeno per qualche giorno, tramortito.Anche io sono tramortita. Dal caldo. Mica dal Toro. Figurati se ho tempo di pensare al Toro in questi giorni. Ah, sì: IO riesco anche a non pensare al Toro. Ieri non ho pensato al Toro dalle 14:16 alle 14:18, per esempio. Guardo l'orologio in continuazione: qualcosa succederà.Martedì 16 giugno 2009Caro Diario,qualcosa è successo.Qualcosa di grande: è nata la bimba di Mauro.Si chiama Anita ed è perfetta.Perfetta come solo i bimbi sanno essere. I bimbi piccoli hanno un buon profumo e stanno lì. Sono piccoli nani rugosi e sono, come dicevo prima, perfetti.C'è racchiuso tutto in quel mucchietto ancora raccolto nella posizione in cui nuotava nella pancia della mamma. C'è racchiuso tutto.C'è il passato, c'è il presente, c'è il futuro.Che tu sia felice, Anita, con un pizzico di infelicità che serve a condire il tutto: è lo stesso augurio che ho fatto ai miei figli. Oggi lo faccio a te.Benvenuta in questo mondo strano ma, tutto sommato, bello: sono sicura che avrai occhi grandi per vedere anche le piccole cose e tanti sorrisi a colorare le tue giornate.Benvenuta: un battito di ciglia e sarai anche tu allo stadio con la tua bandierina granata, a fianco di tuo padre che continuerà a sciogliersi così come ha fatto quando questa mattina mi ha detto “Sono diventato papà!”.Imparerai anche tu a dire FORZA TORO e ti auguro di vedere il Toro far impazzire di gioia il grande oceano granata: anche tu ne farai parte ed anche tu imparerai che per volare basta veramente poco.
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