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Guardare al futuro per uscire da questo oblio

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"Pietas granata" è uno spazio ospitato sulle pagine di TN e realizzato da tifosi facenti parte del direttivo del Centro Coordinamento Toro Clubs, aperto con l'obiettivo di creare un confronto tra chi scrive e tutti gli altri tifosi che...
Redazione Toro News

"Pietas granata" è uno spazio ospitato sulle pagine di TN e realizzato da tifosi facenti parte del direttivo del Centro Coordinamento Toro Clubs, aperto con l'obiettivo di creare un confronto tra chi scrive e tutti gli altri tifosi che leggessero. Gi autori si offrono infatti di condurre un dialogo aperto anche attraverso i commenti a pié di pagina; sarà pertanto possibile chiedere, osservare, affermare e anche criticare. Senza offese, illazioni e post incivili in generale, naturalmente.

 

In questi ultimi tre anni, la nostra posizione riguardo la dirigenza di ciò che resta del nostro Toro, ridotto a miserrima cairese, è stata espressa in modo chiaro e inequivocabile. Purtroppo tutto quanto denunciato si è puntualmente verificato e ciò che resta del Toro vede sempre più dilapidati i suoi attributi.Le sensazioni vissute in questi anni da molti tifosi granata sono passate dal timore di vedersi ripetere un declino che si sperava superato, alla rabbia nella consapevolezza che colui che dovrebbe opporsi al declino ne è in realtà la causa. Poi lo sconforto causato falso e sprezzante comportamento di cairo contro il Toro e i suoi tifosi. Fino al distacco non riconoscendosi più in questa “cosa” che nulla ha a che vedere con il Toro che da sempre abbiamo amato profondamente.

La delusione, purtroppo, non deriva soltanto dalla sciagurata presidenza di cairo, da alcuni dirigenti e giocatori. Molta amarezza deriva dal vedere come molti di noi tifosi sembrano aver perso la dignità, da sempre motivo di orgoglio. Dignità spazzata via dalle terroristiche e mendaci dichiarazioni di cairo, l’infinito “dietro di me il nulla”, che porta molti granata a rassegnarsi a questo scempio. Dove sono i 70.000 di Toro – Real; dove sono i 60.000 di Toro – Mantova; dove sono i 50.000 della Marcia?Ciascuno di coloro che era presente in queste occasioni, noi compresi, è colpevole! E’ colpevole di vedere cairo uccidere il Toro e di non fare nulla per opporsi a questo assassinio.Per una contestazione seria a questa fallimentare presidenza ci vogliono dei numeri, chi non prende una posizione netta contro cairo ne è complice nell’assassinio del Toro.Ci domandiamo, in particolare, dove siano tutti i tifosi “pseudo” eccellenti, dei quali l’unica cosa che risuona altissima è il silenzio. In particolare quelli, parecchi e noti, che ancora oggi si rapportano strettamente con cairo pronti a sostenerlo, anche economicamente, con operazioni almeno dubbie.Ci domandiamo dove siano poi le vecchie glorie, che tanto hanno dato e infinitamente di più hanno avuto dalla maglia granata e oggi assistono passivi e silenti alle azioni di questa scellerata gestione.Per un’ultima volta ci chiediamo in quale recondito andito di loro stessi, tutti costoro abbiano imprigionato la loro coscienza, per riuscire ad accettare tutto ciò.

Il problema, già detto ma giova ripeterlo, non è tanto sportivo. Non è essere inferiori a squadre che per potenzialità economiche e politiche primeggiano a loro piacimento. Il problema è vedere un Toro sempre più umiliato e deriso oltre che per i risultati, anche e soprattutto per parole e opere di un presidente ormai distaccato dalla realtà, attento a raschiare ogni vantaggio dalla sua azione di disfacimento del Toro, eccellentemente assistito dalla sua anima nera, unico dirigente capace di metterne in pratica i dettami con scientificità sinora mai espressa.Ciò che non si può accettare è la riduzione della nostra passione ad un simulacro di società e squadra che è offensivo chiamare Toro. Meglio cairese o semplicemente “cosa”. Un Toro buono, al massimo, per essere esposto nel Museo delle Cere del calcio mondiale.

In questi anni ci siamo confrontati con innumerevoli persone, a Torino e per l’Italia. Molte di loro hanno appoggiano le nostre idee, altre hanno posizioni più o meno differenti, talvolta lontane dalle nostre. Di certo su cairo il tifo granata è diviso, ma a differenza di quanto millanti, pur su posizioni diverse, è ormai evidente che il consenso di cairo sia paragonabile alla sua credibilità, cioè prossimo allo zero.

In questi mesi ci siamo convinti che continuare a seguire la squadra dia forza a cairo, che con scaltrezza strumentalizza il nostro amore per il Toro a suo uso e consumo. Per essere coerenti con le nostre convinzioni, pur mettendoci ogni giorno in discussione, non volendo diventare ripetitivi e patetici, abbiamo preso l’unica decisione possibile. Non avendo senso seguire qualcosa nella quale non ci riconosciamo, da oggi e fino a quando cairo continuerà a tenere ciò che resta del Toro in ostaggio, non andremo più allo stadio, interrompendo ogni commento o presa di posizione in merito a quanto concerne la gestione sportiva della società di cairo.Però, sia chiaro, come tifosi del Toro non intendiamo assolutamente permettere, a cairo o ad altri, di privarci dei valori che contraddistinguono la nostra tifoseria. Valori ormai totalmente eradicati dal simulacro cairese.Insieme a tutte le persone che già ci hanno espresso la loro partecipazione e a tutte coloro che vorranno condividere con noi questo cammino, da questo momento ci dedicheremo con tutte le nostre energie a sostenere e preservare questi valori.Confermato il proseguire, con le altre associazioni in Fondazione, il lavoro per la ricostruzione del Filadelfia. Il nostro obiettivo diventa l’impegno di far conoscere al maggior numero di bambini i valori nei quali, come tifoseria, crediamo. Perchè questi valori possano radicarsi in quella che sarà la prossima generazione di tifosi granata possibilmente libera per sempre dalla piaga cairota.Il principio cardine di questa scelta è concentrarci sul futuro, massimamente in questo momento in cui il presente è tanto fosco da non lasciare presupporre nulla di buono all’orizzonte. Il futuro sono i bambini, potenziali tifosi granata, ai quali far conoscere il rispetto di loro stessi, la dignità di esistere come gruppo e come squadra. La solidarietà, il rispetto degli altri, delle regole e dell’etica. L’importanza di progettare il proprio futuro e costruire un cammino che abbia una speranza di luce al suo compimento. Cessando di aggirarci nei limbo, perennemente orientato verso l’oblio, nel quale cairo deliberatamente ci sta portando.

Crediamo fortemente che solo questo possa ancora essere il Toro, ciò che resta di cairo e con cairo, non può essere altro che la cairese e la pletora di tutti coloro che con lui vogliono vedere la fine del Toro.

Molti amici, che ringraziamo, hanno elaborato con noi questo sogno, saremo chiaramente felicissimi di condividere questa sfida con tutti coloro che vorranno unirsi a giocarla con noi.

 

Direttivo Centro Coordinamento Toro Clubs