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”Guerra è sempre”

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di Walter Panero
Redazione Toro News

Preparatevi alla guerra”

“Signori: domenica preparatevi alla guerra!”. L’uomo un po’ grassottello indossa una camicia sudata sotto un giubbotto di renna marroncino. Ha un faccione rotondo e, dietro gli occhiali da sole, si intravede il viso di chi ne ha viste tante e tante ne avrebbe da raccontare.Si rivolge a noi con la sua classica parlata toscana. Noi che siamo convinti che, dopo il 7 a 0 inflitto al Pescara, nulla possa più mettere paura al nostro Toro. Almeno tra le mura amiche. Tra pochi giorni iniziano le lezioni all’Università. Alla fine ho deciso di iscrivermi ad Economia e Commercio, una facoltà che poco c’entra con la mia indole e con le mie passioni ma che, dicono, mi permetterà di trovare un lavoro sicuro quando mi sarò laureato. Ammesso che non decida di ritirarmi prima. O di cambiare facoltà. Ma oggi quello è l’ultimo dei miei pensieri. Oggi sono qui con un paio di amici. Oltre quella porta c’è lo Stadio Filadelfia. Mio padre mi ha detto che lì ci giocava il Grande Torino e che da ragazzo ci veniva a vedere le partite di serie A. Ai giorni nostri, invece, ci gioca la Primavera e ci si allena la prima squadra. In futuro chissà. Magari lo ricostruiranno e torneremo a giocare qui come ai vecchi tempi. Magari.L’allenamento si è appena concluso e i ragazzi salgono sulle loro automobili. Muller, il brasiliano che ci ha fatto tanto dannare lo scorso anno ma che in questa stagione segna a ripetizione, va verso un macchinone appoggiato al quale lo aspetta una sventola da paura che dovrebbe essere sua moglie. L’uomo dal faccione si dirige invece verso una Honda Civic. Lui è il nostro Mister. Quello che dovrà condurci verso la massima serie. E’ un grande esperto di promozioni e di salvezze miracolose. Tutti lo ricordano alla guida del Lecce portato per la prima volta nella storia in A. Inoltre, un paio di stagioni or sono, condusse ad una miracolosa salvezza la Lazio partita con nove punti di penalizzazione. Si tratta di Eugenio Fascetti. Il suo Toro, il nostro Toro, si sta rivelando una squadra dai due volti: letteralmente travolgente in casa, dove abbiamo segnato undici gol subendone uno soltanto, poco brillante e noiosa in trasferta dove abbiamo raccolto tre pareggi, di cui due a reti bianche. Domenica, al Comunale, arriverà per la prima volta nella storia il Barletta. Sulla carta dovrebbe essere un impegno facile. Ma, con quel suo “preparatevi alla guerra”, il Mister vuole semplicemente dire a tutti di ficcarsi bene in testa che in B, per il Toro, non esistono e non esisteranno mai partite facili.

La sera dopo la battaglia

E così è stato. Nel primo tempo è stata battaglia vera. I ragazzi di Albanese, tra cui militano Cardini, Pedone ed i fratelli Signorelli, si sono battuti con grandissimo impegno e la porta di Coccia è rimasta inviolata per tutto il primo tempo. Per fortuna nostra, all’inizio della ripresa, è stato il solito Muller (al quinto centro in questo campionato) a sbloccare il risultato. Poi c’è stata la doppietta di Policano che ha completato l’opera mettendo al sicuro il risultato. Aveva proprio ragione il Mister. E’ stata una guerra. Tutti contro il Toro giocano e giocheranno alla morte. Sarà una battaglia ogni volta.

“Guerra è sempre”

Il greco Mordo Nahum, uno dei personaggi de “La Tregua” di Primo Levi, a chi gli diceva che la guerra era finita, ripeteva spesso la frase “guerra è sempre”. Credo intendesse dire che, anche in tempi di pace, le battaglie non finiscono mai. Che ogni giorno ci propone piccoli problemi da risolvere e tante sfide da superare. Primo Levi pensava che, con la fine della guerra e la liberazione dal campo, tutto sarebbe stato più semplice.  Invece le sfide che lo attendevano prima di tornare in Italia erano diverse, ma comunque non meno impegnative.  Anche quando giunse a casa e, oltre alla libertà trovò anche il successo, i fantasmi del passato riemersero per tormentarlo. Fino ad ucciderlo. Aveva ragione il Greco. Aveva ragione Fascetti. Ha ragione Colantuono quando afferma che bisogna pedalare a testa bassa. Anche nel calcio, che è una metafora per fortuna generalmente pacifica della guerra, vale la stessa regola del “guerra è sempre”. Ce ne siamo accorti tutti l’altra sera col Padova. Venivamo da cinque battaglie quasi tutte vittoriose. Forse qualcuno di noi ha commesso l’errore di pensare che ormai fosse tutto facile e quasi scontato. E invece non è stato così. L’altra sera è stata battaglia, così come lo era stata con l’Albinoleffe. Sarà battaglia anche a Frosinone. Sarà battaglia nelle due successive partite interne. Sarà battaglia sempre ed ovunque. Continuo a pensare che, rispetto agli anni scorsi, abbiamo un grosso vantaggio: in panchina ed in campo c’è gente con lo sguardo fiero di chi non teme la battaglia. Se ripenso agli occhi da pulcino bagnato di Barone e li paragono a quelli di Loria, Coppola e dello stesso Di Michele mi convinco che quello dell’altra sera è stato solo un episodio e che sapremo rialzarci immediatamente. Negli occhi di Barone c’era la pancia piena di chi pensa di essere arrivato, di chi, come direbbe il Greco, crede che la guerra sia finita. Negli occhi di Loria e di Coppola c’è la fame di chi sa che le sfide non finiscono mai. Che, anche se oggi hai dominato, c’è sempre chi ti aspetta al varco col coltello tra i denti. Che le battaglie si possono anche perdere, ma che c’è modo e modo di combatterle. Che nulla è perduto finché la partita non finisce, anche se le cose sembrano essersi messe male. Che, se anche per una sera va male e si perde una battaglia come è accaduto a Brescia e col Padova, ce ne saranno altre, molte altre per riscattarsi. Uomini come Coppola e Loria, che hanno giocato e vinto in serie B, sanno che qui la guerra è sempre. Lo sa e lo ripete in continuazione anche Mister Colantuono. Lo abbiamo capito nostro malgrado anche noi tifosi che, dopo le prime vittorie apparentemente scontate, ci siamo dovuti rendere conto che ogni partita sarà una vera battaglia contro avversari che ci aspetteranno cercando di dare il meglio proprio contro di noi.Ma con gente come Coppola e Loria, con un Capitano come Re David, con un Mister duro, affamato e non spocchioso che in pochi mesi ha saputo capire il Toro e la sua gente come pochi prima di lui, non abbiamo nulla da temere. Dimentichiamo subito il Padova. Nessuna battaglia dovrà più vedere questo Toro sconfitto in partenza come spesso è accaduto in passato. Nessuna battaglia dovrà spaventare questo Toro. Oggi a Frosinone ci attende un’altra sfida importantissima. E’ una grossa occasione per riprendere la marcia e rialzare subito la testa.