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mondo granata
di Fabiola Luciani
“Houston ... abbiamo un problema”.
Con questa celebre frase, l’avaria dell’Apollo 13 entrò nel mito e tutto il pianeta rimase col fiato in sospeso aspettandone il rientro.
Ieri la storia si è ripetuta. Sullo Shuttle l'equipaggio si accorge di un perfido odore di marcio che ammorba la navicella. Gli strumenti impazziscono, i led di allarme si accendono, dalla base chiedono se esistono tracce di fumo.
“Houston ... abbiamo un problema”... ma questa volta il problema è intestinale e pare proprio che qualcuno degli astronauti abbia sganciato una “puzzetta” spaziale.
Si sono interrogati guardandosi, un po' come accade in ascensore, e per questo vien da pensare che sia il sollevarsi da terra a provocare certe silenziose reazioni.
Chi è il colpevole? Non si saprà mai, anche se ciascuno coltiva i suoi sospetti.
Anche l’astronave Toro è andato a Udine per ingozzarsi di zampone, e invece ci ha lasciato lo zampino. Poi ci siamo guardati intorno per capire di chi fosse la colpa, ma da Houston ci dicono che è tutto a posto: questo sgradevole odore di sconfitta è un incidente occasionale e non altera la missione. Una distrazione, una debolezza, un controllo allentato, qualche contrazione e, come direbbe mia nonna, con la dolce “Euchessina” passa tutto.
Anche a Udine si è confermata una sgradevole tradizione: stessi errori e sviste arbitrali, stessa raffica di tiri, stessa sfiga, stessi portieri para tutto senza mai commettere pecche, stesso buon primo tempo e stessa mediocre e sconclusionata ripresa.
In quattro tempi venti tiri, goal mangiati e occasioni bevute, pali traverse e traversie: bisogna dire a GDB che la smetta, di organizzare alla Sisport partitelle in cui vince chi colpisce la traversa.
Esattamente come con la Lazio, le errate decisioni della terna arbitrale danneggiano il Toro: e poi dicono che una bomba non cade mai nello stesso punto!
Bergonzi ed i suoi assistenti devono aver avuto una bilancia truccata, perché prima annullano un goal valido a Bianchi per off-side, poi in un’analoga situazione su Quagliarella, lanciato a rete, in palese fuorigioco lasciano correre facendolo segnare il goal del KO definitivo.
Colpa di Gava, di Bergonzi?
Non è il caso di cercare scusanti, anche se è chiaro che con i punti lasciati inopinatamente proprio nelle due ultime partite ora terremmo ben altri discorsi. Non è nemmeno il caso di nascondere i limiti attuali della squadra, ma era semplicemente doveroso crocifiggere in primis i soliti “eroi” della giornata, in attesa di chissà quale nuovo regolamento ci proporrà Rocchi nel prossimo derby.
Pazienza del resto con i se ed i ma non si va lontano, peggio ancora guardare indietro e rimpiangere i punti persi, meglio rimboccarsi le maniche e vedere di venire lo stesso a capo della situazione.
Capisco le ragioni e le prudenze di molti, non sottovaluto i pericoli e le insidie, che però aspettano anche gli altri, non dimentichiamocelo.
Mi accompagna la consapevolezza che quasi mai le partite ed i campionati si vincono per caso, ma solo se sei più bravo e superiore agli altri. Lasciamo da parte quindi, la "sfiga" atavica e gli altri complessi che sono andati stratificandosi dopo anni di disastri. Riprendiamo il cammino senza aspettarci regali da nessuno, senza illusioni e senza confidare in un "poi" amministrativo che fungerebbe da sanatoria.
Venendo ai nostri problemi, dico che bisogna certamente lavorare intensamente sul piano umano, cercando di comprendere le cause di questo malessere che attanaglia la squadra, la cui presenza è innegabile non tanto alla luce dei primi tempi, ma soprattutto dagli agghiaccianti secondi tempi. Usare la "leva tecnica", avendo l'umiltà di ripiegare, fino a Gennaio, su di un buon vecchio classico 4-4-2 ( apprezzabile nel primo tempo di ieri con la squadra corta ), che consenta di utilizzare tutte le migliori risorse a disposizione al momento, e soprattutto di utilizzarle là dove meglio rendono, darebbe una mano enorme al recupero, prima di guai peggiori. Una difesa a quattro e una linea dei quattro di centrocampo adattabile tra casa e trasferta in chiave più o meno offensiva o "fisica", con la rotazione di Rosina, Abate e Diana a giostrare sulle corsie esterne per dare palloni finalmente giocabili al duo d’attacco e dare sostegno al centrocampo che arranca.
Anche lo chef più celebre ed acclamato, deve trovare l'umiltà di cambiare ricetta fino al prossimo approvvigionamento, se non ha tutti gli ingredienti per la sua rinomata specialità. Altrimenti rischia di ritrovarsi il ristorante vuoto ed il piatto per cappello, sperando sempre di non avvelenare il cliente…
“Houston … abbiamo un problema”. Ma come, di nuovo?
Sì, annuso l’aria nella tifoseria e avverto un fastidio, ma dalla regia mi fanno segno che va tutto bene.
Il pompiere GDB manda in onda la pace e tutto si stempera nella parola “sofferenza”.
Il presidente Cairo conferma di non aver nemici al Palazzo e nemmeno con le giacchette nere del caro Collina, ma puntuale inchina il capo e non alza mai il ditino contro le loro malefatte che ci danneggiano puntualmente ogni maledetta domenica!
Viene anche stigmatizzato lo sgradevole episodio della “puzzetta” come fosse il big-bang della tensione fra tifosi … mah!
“Houston … abbiamo un problema anche con la cronologia”: non si hanno ricordi negli ultimi decenni di una squadra che raccoglie la miseria di un punto e un solo goal all’attivo nelle prime sette giornate di campionato di serie A! Non è che …
Ma come, con chi giochiamo la prossima? …azzz, il Cagliari!!
Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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